Possiamo parlare di numeri soffermandoci sullo share che continua a portare avanti con un appuntamento seguito da ben 4 111 000 spettatori, possiamo parlare del grande salto di qualità che la Fiction ha compiuto nonostante il suo già ottimo livello. Possiamo parlare della crescita dei personaggi e del modo con cui anche i secondari stiano riuscendo a trovare un proprio spazio restituendo alla Serie Tv Rai Uno una produzione corale e trasversale da tutti i punti di vista. Possiamo parlare di tante cose. Molte di queste le abbiamo già abbondantemente analizzate e raccontate nella loro splendida cornice. Imma Tataranni – Sostituto procuratore 3 d’altronde ci ha fatto sorridere, commuovere, empatizzare, divertire, e tutto questo senza mai perdere un attimo il ritmo o l’equilibrio. Potremmo dire tante cose di queste due nuove puntate, ma ce n’è una su cui bisognerà concentrarsi in modo fondamentale, analizzandola sia nel suo impatto televisivo che realistico. Perché con i suoi due nuovi episodi la Fiction ha affrontato un tema fondamentale, uno di quelli che spesso vengono silenziati e non raccontati perché non ritenuti forse importanti, e che invece riguardano una delle debolezze più difficili della nuova generazione.
Con le sue due nuove puntate Imma Tataranni – Sostituto procuratore 3 ha affrontato infatti un tema che trova spazio ogni giorno nella vita di molti di noi, dimostrandosi una Fiction estremamente attuale e vicina a qualsiasi tipo di pubblico
Spesso si tende a pensare che le Serie Tv targate Rai vadano bene soltanto per un determinato tipo di pubblico. Insomma, il pregiudizio intriso dentro molti afferma che, mentre i giovani accendono Netflix, gli over 50 accendano Rai Uno. Diverse sono le produzioni che avevano già dimostrato di poter sfatare questo mito e tante sono quelle che, in qualche modo, ci sono riuscite, Mare Fuori su tutte. Ma in questa nuova puntata avvenuto qualcosa che forse in pochi si aspettavano. E’ accaduto durante un normalissimo appuntamento, un episodio per cui sicuramente nutrivamo delle aspettative, ma da cui di certo non ci aspettavamo di trarre un pezzo di vita così onesto e sincero. Una storia che si avvicina a qualsiasi giovane studente o studentessa, una storia che andrebbe raccontata più volte. Perché ogni giorno diventa un macigno sempre più pesante per molti di loro.
Imma Tataranni – Sostituto procuratore 3 affronta infatti la pressione e l’ansia che molti studenti provano durante il loro percorso universitario. In mezzo a corone d’alloro e 30 e Lode gridati ad alta voce, in questo mondo non sembra mai esserci spazio per dei fallimenti. Ogni giorno qualcuno ci chiede di correre, correre, correre. Studiare con la testa china sul libro, andare a fare l’esame e riuscirci. Perché l’amica di famiglia ha la figlia laureata con 100 e lode, il figlio del fruttivendolo sta per fare l’ultimo esame, quello dell’avvocato ha vinto la borsa di studio. Ognuno di loro sembra visto come colui che ha trovato un posto giusto nel mondo. Ma lo stesso destino non sembra essere riservato per chi, invece, non colleziona esami su esami. Non vogliamo deludere, ma il risultato della nostra carriera universitaria non riesce sempre a seguire questa nostra aspirazione. Perché l’università, a volte, sembra qualcosa di dominio pubblico, un percorso che racchiude non solo noi, ma anche le nostre famiglie.
Valentina, la figlia di Imma, nasconde qualcosa di troppo grande ai suoi genitori. L’università non è come se la immaginava, e le delusioni hanno preso presto il posto delle vittorie. Per lei, in questo mondo fatto di continue eccellenze, non sembra esserci un posto. Ma è questo che probabilmente Imma Tataranni – Sostituto procuratore 3 cerca di spiegare in questo terzo episodio: nel mondo c’è spazio per chiunque, anche per chi non torna a casa con un 30 o con una laurea presa a pieni voti.
Attraverso queste due nuove puntate Imma Tataranni – Sostituto procuratore 3 dimostra di essere una Fiction vicina a chiunque, anche a chi decide di accendere Netflix piuttosto che guardare una produzione Rai Uno. Dimostra di capire il disagio che molti giovani ogni giorno vivono, raccontandolo in prima serata a tutta quella schiera di famiglie che ogni giorno chiedono ai propri figli di dare il massimo. Non possiamo sempre darlo. Non sempre. A volte scegliamo la facoltà sbagliata, altre cerchiamo qualcosa di diverso. Qualsiasi sia la ragione, non possiamo sempre soltanto vincere. L’università è un contesto complesso, ma non una gara. Ognuno deve trovare il proprio posto lì dentro adempiendo ai propri tempi, ai propri ritmi, alle proprie possibilità. Non siamo nati per essere sempre dei 30. Lo vorremmo. Soltanto noi sappiamo quanto. Anche più di quanto lo voglia la nostra istintente famiglia. Ma non sempre ne siamo in grado. A volte siamo un 18. A volte neanche quello.
Non è una colpa. Non è qualcosa per cui ritenerci dei falliti. Smettete di ricordarci quanto siano bravi i figli degli altri e cominciate, per favore, a capire in cosa invece potremmo non esserlo noi. Accettando che non siamo dei supereroi avrete già fatto metà del lavoro perché comprenderete che è inutile sovraccaricarci di aspettative che abbiamo il terrore di non rispettare. Accettate i nostri limiti, la nostra confusione. La nostra pressione continua. La nostra paura di non essere all’altezza. Incentivateci, siate aperti al dialogo, e non alla continua tensione. Perché presto tutto questo potrebbe sfociare nello smarrimento, in un’ansia continua e perenne che ci costringe a essere una copia finta di quel che vorreste. Siate pazienti, accettate i nostri tempi. Noi saremo ancora lì con delle risposte in mano, ma non sempre quel che credete sia meglio per noi coincide con quel che vorremmo. E se non sappiamo darvi subito una risposta lasciateci un attimo di tempo per respirare. Ne abbiamo bisogno più di quanto crediate.
Per questo delicato argomento ancora così poco sdoganato Imma Tataranni – Sostituto procuratore 3 non può che essere ringraziata. Questo terzo appuntamento è stata una vetrina su una realtà generazionale che molti faticano ad accettare illudendosi che la pressione possa portarci a fare meglio. Non sempre è così. Forse noi non siamo mai stati capaci di spiegarvelo in modo giusto, ma siamo certi che questa nuova puntata di Imma Tataranni – Sostituto procuratore 3 sia riuscita a portare a casa il messaggio, una verità che più racconta una delle condizioni peggiori che uno studente possa mai vivere durante la costruzione del suo futuro. Ascoltateci. Non è una gara. E anche se lo fosse, non è detto che a segnare il traguardo saremo proprio noi. Forse arriveremo secondi, forse ultimi. Ciò che ci importa è sapere che, a prescindere dalla nostra posizione, voi ci sarete comunque.