Con la domenica arriva anche la recensione di Marvel’s Inhumans e devo dire che l’episodio di questa settimana non è stato così terribile e alcuni spunti potrebbero evolversi in senso più che positivo. Incrociamo le dita.
Nell’episodio intitolato “Something Inhuman … this way comes”, Black Bolt e Medusa finalmente riuniti sono alla ricerca degli altri membri della famiglia aiutati da un riluttante soldato di Auran, in grado di localizzare le cose perdute. Crystal scopre un lato inatteso degli esseri umani mentre su Attilan il neo regno di Maximus comincia già a mostrare segni di frattura.
IL LOGICO KARNAK
Nel quinto episodio di Inhumans l’attenzione si sposta stavolta verso Karnak, con diversi flashback a darci un’idea della fredda logicità di questo personaggio e soprattutto della sua indifferenza nei confronti di quello che lo circonda. D’altronde nel momento in cui puoi prevedere tutto, la novità non esiste e di conseguenza nulla può sorprenderti.
Ma come questo vale in senso positivo, presenta anche un aspetto negativo. L’impossibilità di rimanere sorpresi toglie l’avventura e l’imprevedibilità alla vita.
Un elemento che la relazione con Jen porta invece inaspettatamente con sé. Anche se l’introduzione dell’elemento amoroso è stato abbastanza forzato e superfluo, e sembra non essere l’unico all’orizzonte, quantomeno è servito a Karnak come spinta verso un’evoluzione, verso una realtà che non conosce e che per la prima volta gli fa conoscere il dubbio. Questo sconosciuto.
CRYSTAL, BARBIE PRINCIPESSA
Un personaggio che mi ricordo mi piaceva molto nei fumetti e soprattutto nel cartone animato era quello di Crystal, che insieme a Lockjaw rappresentava per me un elemento bellissimo e affascinante degli Inumani. Innanzitutto perché dotata di un potere straordinario, in secondo luogo perché, come la sorella Medusa, Crystal non è solo una principessa ma una ragazza in grado di pensare, di combattere, di rendersi più che un bel faccino.
Nella Serie Tv Inhumans, tutto quello che riesco a vedere è solo un bel faccino. Crystal manca di qualsiasi dimensione, non segue una logica, vaga senza una meta, si muove nello spazio come una Barbie. Adesso accompagnata da un Ken hawuaiano.
È frustrante vedere questi personaggi così sacrificati. Ciò che davvero infastidisce è la presenza di un buon materiale di partenza, di un cast non eccelso ma capace (alcuni più di altri) e tutto ciò perso in un disegno poco chiaro, appena abbozzato, un pastrocchio come ho già detto che cerca solo di sopravvivere quando dovrebbe aspirare a molto di più.
UNA MONARCHIA PER UN’ALTRA
Vecchio sistema contro nuovo sistema. Lo scontro tra una democrazia e una tirannia vestita di bianco, quella di Maximus. Il progetto del nuovo sovrano, in cui lui a questo punto è chiaro crede veramente, inizia sempre più a incrinarsi. Maximus non ascolta davvero il volere dei suoi sudditi, nel disperato tentativo di dimostrarsi più valido del fratello, di essere più de secondo genito privo di poteri si sta comportando esattamente come coloro che disprezza.
Il sogno di Maximus risponde a un desiderio puramente egoistico, la bugia più grande è quella che racconta a se stesso.
La Terrigenesi regola la vita degli Inumani, ne delinea il destino e la casta e sembra rispondere a una legge incontrovertibile che non può essere infranta. Una legge a cui tutti, nessuno escluso, possono sottrarsi, neppure i regnanti. Ma è una legge giusta? Assolutamente no. Ed è in nome della libertà che molti si sono alleati con Maximus scegliendo solo una monarchia per un’altra, un tipo di tirannia per un altro tipo di tirannia.
Quello che però non funziona è la mancanza di un background soddisfacente, il mondo Inumano ci viene presentato troppo superficialmente. Gli stessi poteri della famiglia reale sono limitati al massimo, quasi ne avessero timore. È una storia poco entusiasmante perché non ci rende partecipi, come essere invitati a partecipare a un gioco, magari bellissimo, ma di cui non vengono spiegate le regole.