Tratto dall’acclamato romanzo di Colleen Hoover, diventato virale grazie al passaparola su TikTok, It Ends With Us – Siamo noi a dire basta ha debuttato al cinema trascinato dal fascino dei suoi attori protagonisti, Blake Lively (Serena Van Der Woodsen in Gossip Girl) e Justin Baldoni (l’indimenticabile Rafael Solano in Jane The Virgin, qui trovate le nostre 10 citazioni indimenticabili), ma anche dalle numerose polemiche e liti che – vox populi – ci sono state tra i due sul set e che sembra siano sfociati anche nelle premiere del film in giro per gli USA.
Ma il film ha scatenato polemiche prima ancora della sua uscita: la scelta del marketing e della stella Blake Lively di porre l’accento su elementi floreali e colorati, con un’estetica tipicamente girly che è diventata il marchio dell’attrice, hanno portato in secondo piano la vera tematica del film. It Ends With Us, infatti, parla di violenza domestica e di relazioni abusive e presentare il film come un prodotto da “vedere insieme alle amiche, indossando i vostri vestiti più colorati” – come ha esordito Lively in un video promo – ha trasformato la pellicola in una rom-com leggera e divertente. Niente di più lontano dalla verità .
It Ends With Us – Siamo noi a dire basta: la storia di Lily Bloom è quella di tante donne
Lily Bloom (Blake Lively) si trasferisce al Boston, abbandonando la cittadine del Maine in cui è nata e in cui è tornata per il funerale del padre, un uomo integerrimo e amato dalla comunità . Ma che per Lily e sua madre è stato fonte di grande dolore. Scombussolata dai ricordi che sono riaffiorati con l’evento, Lily ritorna a Boston e sale sul tetto di un palazzo per ammirare la vista dall’alto. Lì, in maniera inaspettata, incontra l’affascinante neurochirurgo Ryle Kinkaid (Justin Baldoni). L’attrazione tra i due è immediata, ma nonostante le avanches di Ryle, Lily gli resiste e va via. Impegnata nell’apertura del suo primo negozio di fiori, il suo sogno di bambina, Lily e Ryle si ritrovano per un caso del destino e nonostante i primi dubbi si innamorano e iniziano una relazione.
Quando Lily rivede il suo primo amore, Atlas (Brandon Sklenar), i ricordi della loro storia emergono prepotentemente. Con anche la consapevolezza che qualcosa nella sua storia con Ryle non è come dovrebbe. Il comportamento aggressivo di Ryle e le prime ferite che appaiono sul volto di Lily – tutte causate da incidenti, insiste lei – diventano un primo campanello d’allarme, a cui Lily non vuole credere. Finché, una notte, la violenza diventa intollerabile e Lily realizza che non può più andare avanti così…
Nonostante le polemiche che hanno fatto seguito sia al romanzo sia al film, It Ends With Us riesce nel suo intento.
Raccontare come la violenza domestica sia perfettamente mascherata da gesti amorevoli e come possa colpire chiunque. Nel film sia Atlas sia Lily hanno vissuto esperienze simili: le loro madri hanno vissuto relazioni abusive da cui non sono riuscite a liberarsi. E, come sua madre, anche Lily ha giustificato la violenza di Ryle, adducendo i lividi e il dolore che le causava a banali “incidenti”. La pellicola mostra così come la storia di Lily sia una storia come quella di tante donne, che non riescono a recidere i legami tossici di cui sono preda.
E, contrariamente ad altri prodotti che raccontano della violenza domestica, It Ends With Us fa un ulteriore passo in avanti. Il film non giustifica il comportamento dell’abuser e mostra intorno alla sua protagonista una rete di supporto che diventa fondamentale per Lily.
It Ends With Us – Justin Baldoni era l’unico in grado di interpretare Ryle
Oltre all’ottima performance di Blake Lively e Brandon Skenar, a risaltare nel film è Justin Baldoni (che ha saputo surclassare Michael in Jane The Virgin) – anche regista della pellicola -. Il trio protagonista riesce a regalare performance convincenti, con Baldoni che attrae lo sguardo del pubblico e lo cattura in ogni inquadratura. Il suo Ryle è un uomo oscuro, violento e che nasconde i traumi del passato. Ma è anche un compagno, all’apparenza, attento, passionale e che si aggrappa a Lily con forza.
Baldoni mostra le fragilità di un uomo che è anche un abuser e non lo fa per attirare lo sguardo compassionevole del pubblico. Ma per ricordarci che la violenza viene sapientemente mascherata da atti d’amore e gentilezza. Soltanto un attore che, da sempre, sui social, cerca di raccontare di una mascolinità non tossica avrebbe potuto interpretare un personaggio così complesso. Offrendo a spettatori e spettatrici un ritratto autentico di come si comportano gli abuser con le loro vittime.
Peccato però che It Ends With Us abbia anche diverse pecche…
Purtroppo, nonostante una rappresentazione della violenza domestica e delle dinamiche che si instaurano tra vittime e abuser, il film presenta diverse pecche. Dialoghi al limite dell’imbarazzante e privi di contenuto. Risultano anche incomprensibili alcune scelte dei protagonisti, che talvolta si muovono sullo schermo senza una reale direzione.
Nonostante il film tragga molto dal materiale di partenza, è evidente che l’intento della produzione era quello di mettere in evidenza più la presenza dei suoi attori protagonisti – Blake Lively è un’icona di stile e un’idola dell’adolescenza di molti -. In questo modo si è però sacrificata una certa tridimensionalità dei personaggi della storia, che nella prima parte del film si limitano a sorrisi ammiccanti e risatine imbarazzanti. It Ends With Us è perciò un esperimento riuscito per metà . E a cui, magari, una regia e sceneggiature più attente avrebbero portato maggiori benefici.