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Kidding 1×04 – Cercare un appiglio per non finire nel baratro

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Eccoci con la recensione del quarto episodio di Kidding, intitolato “Bye, Mom“.

Jeff, dopo aver passato la notte con Vivian, preso dall’euforia racconta a tutti ciò che è successo. Manda un messaggio alla giovane donna sperando che risponda, ma non lo fa. Jeff è ossessionato dalla non risposta di Vivian.

Seb e Deirdre sono preoccupati per questa nuova relazione quando scoprono che la ragazza ha solo 6 settimane di vita. Seb è convinto che, dopo la morte di Vivian, Jeff non riuscirà più a gestire il dolore e crollerà. A quel punto dovranno sostituirlo con un Mr. Pickles pupazzo, e Seb non perde tempo. Nonostante il rifiuto della figlia a collaborare, lui riesce a convincerla dicendole che le lascerà tutto in eredità quando lui morirà. E proprio mentre Deirdre costruisce la mega testa di Mr. Pickles, Jeff entra nel laboratorio e dice una frase che non è da sottovalutare.

Hai mai visto Robocop? […] Parla di un poliziotto che muore in servizio. I suoi amici lo riportano in vita come un robot, in modo da poterlo controllare, ma lui diventa sempre più violento.

Perché dice questo? Perché Jeff si sente controllato da tutti, tutti vogliono dirgli cosa fare, cosa provare, cosa dire. Vogliono sostituirlo con un pupazzo, togliergli l’unica cosa che è ancora solo sua. E sempre di più ci convinciamo dell’idea che Jeff prima o poi esploderà, e diventerà anche lui (come Robocop) sempre più violento.

Alcuni atteggiamenti ci hanno già dato l’allarme durante gli scorsi episodi di Kidding, e anche qui non mancano. Il modo in cui parla all’amico del figlio Will, il tono minaccioso con cui si avvicina a lui e gli dice: “Non potrei mai togliere la vita a qualcuno. Ma ho sentito dire che è facile come schiacciare un brufolo” rompendogli poi l’ananas fumante contro un albero.

L’altro elemento è la lampada rotta che Jeff prova a ricostruire poco prima che Jill entri nel suo appartamento. È chiaro che non l’ha rotta sbadatamente ma probabilmente in un attacco di rabbia che non è riuscito a controllare. Si capisce anche dalla fasciatura alla mano. E proprio come quella lampada, tutto sembra cadere a pezzi. E non solo per Jeff.

Anche Deirdre sta attraversando un periodo difficile, nonostante lo nasconda a tutti – anche a suo padre – facendo credere anzi che va tutto benissimo. La verità è che Scott, il marito di Deirdre, prova ad aprirsi con lei cercando di farle capire la sua confusione sessuale, ma lei evita il discorso per non essere costretta a chiedere il divorzio.

“Nomina un figlio di divorziati felice”

Di certo non possono fare il nome di Will, che rimane turbato dopo aver scoperto che il padre aiuta economicamente l’uomo che portava il furgoncino che si schiantò contro l’auto della madre, il giorno dell’incidente in cui Phil morì.

– Non odi quell’uomo?

– L’odio non punisce chi credi.

Jeff non incolpa quell’uomo per l’incidente, e odiarlo non riporterà indietro Phil. Prova ancora una volta a non guardare il lato negativo delle cose, per non provare odio e rabbia. E sta lottando perché questo non accada. Si aggrappa a ogni spiraglio di speranza. Non vuole affrontare il mondo così com’è, vuole continuare a vedere il lato positivo delle cose, rimanere nell’ingenuità, nell’innocenza. Nonostante le cose che gli sono successe, lui vuole credere che ci sia ancora speranza.

Litiga con Jill che gli dice chiaramente come sta il mondo. L’uomo a cui paga le spese non è rimasto ferito alla schiena durante l’incidente, come lui crede. Dopo lo sfogo di Jill, Jeff è sul punto di esplodere. Troppa cattiveria, troppa negatività che non riesce a gestire. Non vuole accettare il dolore di cui è piena la sua vita.

– Il mondo è un cerchio perfetto pieno di infinite possibilità.

– Non è un cerchio. È un buco.

Appena in tempo però, arriva un messaggio a Jeff da parte di Vivian. Mentre l’oscurità sta per avvolgerlo, accompagnato da lacrime di disperazione, ecco che ritorna la luce intorno a lui. Si aggrappa a questa speranza, almeno per ora.

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