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Killing Eve 3×02 – Lei è viva

Killing Eve
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Nella première della terza stagione di Killing Eve (qui la recensione) abbiamo capito che la morte di Kenny ha uno scopo ben preciso: riportare Eve dentro il gioco. Doveva accadere qualcosa di personale per coinvolgerla nuovamente nelle indagini e cosa c’è di più personale della morte del suo migliore amico? Un po’ come successe dopo che Villanelle aveva pugnalato mortalmente Bill in Germania: lì capì quanto fosse pericolosa la strada che aveva intrapreso. Con l’omicidio di Kenny, Eve realizza invece quanto sia radicata nel suo percorso attuale, non importa quanto cerchi di scappare.

In fondo Kenny è l’unica persona che è sempre stata lì per lei, con la quale può essere davvero sé stessa. Cerca il minimo contatto con lui, anche una semplice foto. Non è facile per Eve affrontare questo momento. Annega il suo dolore nell’alcol, urla a Carolyn proprio durante il funerale del figlio. Non è un modo accettabile per affrontare il dolore. O forse sì?

Questo episodio di Killing Eve infatti riguarda proprio il dolore e il modo con cui le persone lo combattono.

E non ce n’è uno giusto o sbagliato per farlo.

Il desiderio più grande della protagonista di Killing Eve è scoprire chi ha fatto questo a Kenny. Lei deve saperlo. È certa che non si sia buttato e i suoi sospetti vengono confermati da Bitter Pill, il capo di Kenny. Ha bisogno di Carolyn ma deve fare i conti con il dolore che la donna sta passando.

Carolyn è una donna tutta d’un pezzo, colei che gestisce la scrivania della Russia all’MI6. È un enigma indecifrabile. Ma ha perso potere nel momento peggiore per lei, sperimentando che cosa sia davvero l’impotenza. La sua quotidianità è stravolta da questo lutto improvviso ed emerge quella fragilità che prova fortemente a nascondere. Nel suo lavoro cerca una parvenza di normalità per evitare di crollare.

Non è insolito che una persona si butti nel lavoro per distrarsi dal dolore.

Eppure Carolyn non dovrebbe essere all’MI6 perché troppo sopraffatta dalle emozioni. La guardano come se fosse un mostro solo perché prova ad andare avanti, invece di stare a casa o piangere a dirotto.

Lo vediamo soprattutto con Paul. Un momento che fa riflettere dato che non tutti vivono il lutto nello stesso modo. Chi siamo noi per giudicare come una madre soffre per la dipartita del figlio? Chi è Paul per decidere su quanto tempo Carolyn abbia bisogno per riprendersi? Non sempre le donne devono mostrare i loro sentimenti, non tutte sono uguali. Nemmeno Geraldine lo capisce. Non riesce a vedere il dolore di sua madre perché non somiglia al suo.

Perché non è vero che Carolyn è indifferente per la morte di Kenny. Quando è in macchina con i suoi panini, quando afferma che la dipartita del figlio non è come quella di un qualsiasi altro connazionale sul campo, quando sente persino la mancanza del suo odore: quelli sono i momenti in cui la sua maschera scivola. Quando mostra come si sente davvero.

Killing Eve

È da quelle parole che Eve capisce quanto Carolyn sia a pezzi. La lascia sfogarsi a suo modo prima di parlarle della chiavetta di Kenny, ora in custodia alla polizia. Informazioni che Konstantin ascolta grazie al magnete che ha dato a Geraldine.

Konstantin è sempre più ambiguo, soprattutto per quanto riguarda il suo passato. Anche se una cosa su di lui la scopriamo: non ha mai lasciato i Dodici. Però dà l’impressione di celare ancora molto del suo rapporto con Carolyn. Sembra sempre più plausibile l’idea che non sia un semplice amico di famiglia, nemmeno per Geraldine. Potrebbe essere il padre? Un’ipotesi possibile, anche se in Killing Eve niente è scontato.

Geraldine è un’aggiunta ai personaggi di Killing Eve che aleggia nel mistero. Chi è davvero? È mai stata menzionata? Perché Kenny e Carolyn davano l’impressione che fossero un piccolo universo a due. Tanto che i tentativi di capire chi era il padre erano quasi strani. Geraldine si presenta come una persona fiduciosa, dolce ma troppo ingenua. È facile per Konstantin ingannarla. Anche se non capiamo bene da quanto lo stava pianificando. Se lo stava pianificando. Perché in più di un’occasione sembra aspettarla.

In questo momento la figlia di Carolyn è un pericolo: potrebbe mettere a rischio le indagini di sua madre e di Eve.

Killing Eve

È proprio nell’incontro elettrico tra Villanelle e Konstantin che l’assassina russa scopre la verità su Eve: 

Konstantin: Eve. Lei è viva.

Villanelle: È impossibile.

La sua reazione è un mix di sorpresa, paura ed eccitazione. Ride mentre una lacrima scende dai suoi occhi. Ciò significa che Villanelle è sollevata dalla notizia che Eve è viva? O era arrabbiata per non averla ammazzata? Propendiamo più per la prima opzione.

Eve e Villanelle hanno provato a uccidersi a vicenda, eppure entrambe sperarono di non essere andate a segno. Eve provò infatti subito a soccorrerla dopo averla pugnalata. D’altro canto Villanelle è un’assassina professionista: è improbabile che non verifichi che Eve sia morta, almeno che non sperasse in cuor suo di non aver avuto successo.

Non importa quanto Villanelle affermi di essere arrabbiata con Eve, avrà sempre un debole per lei. Lo dimostra in più occasioni, sia con Dasha – che le ribadisce che la vita di coppia non fa per gente come lei – sia con Felix, la sua nuova recluta. Ma aveva sempre indossato una maschera con loro, un velo che si è squarciato nel momento in cui ha scoperto la verità su Eve.

Come abbiamo visto nelle precedenti stagioni di Killing Eve (qui un approfondimento su Eve e Villanelle), anche in questo episodio la ricchezza dello show è senz’altro racchiusa nei personaggi e non solo nelle due protagoniste. Tutti sono caratterizzati in maniera profonda: da Carolyn a Geraldine, passando per Konstantin e Dasha. Con questi ultimi Villanelle ha un rapporto diverso. Soprattutto quello con Dasha non rientra in schemi prevedibili. Come succede invece con Felix. Ricorda ciò che accadde nella seconda stagione con Gabriel: Villanelle lega con lui ma questo non le impedisce di ucciderlo comunque.  

In generale ci troviamo davanti a un episodio di transizione, dove non mancano momenti memorabili e dialoghi taglienti. Villanelle vestita da clown psicopatico che terrorizza i bambini è già storia.

Adesso sia l’assassina russa che l’ex agente dell’MI6 sanno che l’altra è viva. Prima o poi si riuniranno, anche se Killing Eve, per adesso, sembra scommettere molto sulle interazioni tra i nuovi personaggi con le protagoniste.

Non ci resta che aspettare il prossimo episodio e vedere come le avventure si evolveranno in Killing Eve.

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