L’amore è una cosa strana. Riesce a farci fare cose impensabili. Ci rende pieni, completi, invincibili e ci permette di essere vulnerabili, di fidarci dell’altro senza paura. Ma più di tutto ci fa crescere, maturare, cambiare. Ed è ciò che è successo a Villanelle in Killing Eve. È vero, uccidere la madre le ha fatto scattare qualcosa dentro. Non vuole più essere un’assassina. Ucciderà solo se necessario. Solo se attaccata, messa in pericolo o controllata. E anche quando dovrà farlo, non con le sue mani.
Ma se è cambiata davvero è solo grazie all’amore per Eve.
Si lascia andare su quella pista da ballo, cullata dolcemente dall’abbraccio di Eve. Chiude gli occhi e balla. Immagina la loro vita insieme e la vuole, la desidera con tutta sé stessa. La sceglie quando sarebbe potuta scappare con Konstantin. Lui non è di famiglia, lui non tratta come si deve le persone che ama. C’è forza in quella decisione. Forza, speranza e possibilità di un futuro privo di avvoltoi come Konstantin.
Ma Eve la vorrà dopo che le ha rovinato la vita? Sa che il suo mostro incoraggia quello dell’amata.
Ecco il cambiamento. Nella scorsa stagione di Killing Eve Villanelle era disposta a ucciderla perché non voleva vivere una vita da criminale insieme. Se non fosse stata sua, non sarebbe stata di nessun altro. Adesso la sua prospettiva è ribaltata. È preoccupata di aver distrutto la vita di Eve ed è pronta a rimediare. È disposta a lasciarla andare per fermare il suo dolore. Per renderla felice. Perché solo quello conta per lei. Anche se il suo cuore è spezzato.
Ma Villanelle non è l’unica in Killing Eve a essere colpita dalla freccia di cupido.
All’inizio della stagione Eve aveva giurato di aver chiuso con Villanelle. Adesso tutto ciò che vede quando pensa al suo futuro è il viso della killer. Non è vero che l’assassina russa le ha rovinato la vita. Tutt’altro. Le ha dato un significato, un senso, uno scopo. Eve stava vivendo una quotidianità monotona e piatta, in compagnia di un marito noioso e impegnata in un lavoro insoddisfacente. L’uragano Villanelle ha sconvolto tutto in maniera positiva.
Certamente questo non cambia il fatto che a causa di Villanelle ha perso tutto. Il suo migliore amico e il suo mentore sono morti, non ha più una carriera e il suo matrimonio è distrutto. Eppure Villanelle rimane la cosa migliore che le sia capitata da tempo. Vuole che il mostro di quest’ultima incoraggi il suo. Ammette a sé stessa e a Villanelle il suo desiderio, il suo cambiamento. È onesta e non c’è niente di meglio di essere sinceri con noi stessi: onora chi siamo e chi stiamo diventando. Ed è quello che Eve e Villanelle stanno facendo sul ponte, parlando con il cuore in mano, senza filtri.
E in tanti modi si dicono ti amo. Con gli sguardi, le parole dette e non dette, i gesti.
Sono lontani i tempi in cui negavano i loro sentimenti. Perché alla fine della giornata, l’unica persona di cui si preoccupano è l’altra. Nonostante siano state separate per tutta la terza stagione di Killing Eve, hanno capito che sono le persone più importanti nella loro vita. Separate sono semplicemente miserabili. Lo sanno e lo ammettono in una scena finale diversa dalle precedenti. Non c’è nessun accoltellamento o sparatoria. Non restiamo a chiederci se una di loro ha ucciso l’altra. Eppure si fanno del male. Non fisicamente. È un tipo di dolore più sottile: vogliono stare insieme ma sentono che non dovrebbero farlo.
Un nuovo capitolo si apre per loro e forse dovrebbero capire chi sono adesso, qual è la loro identità, prima di gettarsi in una relazione.
Ma rinunciare all’amore (qui alcuni personaggi che non ci sono riusciti) è il sacrificio più grande che si possa chiedere a qualcuno. E così si voltano, anche se si erano promesse di non farlo. Un momento infinito in cui ci chiediamo: correranno adesso l’una tra le braccia dell’altra? Ci daranno il nostro lieto fine? La domanda resta in sospeso ma forse dovremmo chiederci: lo vogliamo davvero? Perché se lo facessero, se si baciassero su quel ponte, forse la quarta stagione non sarebbe così interessante. È il loro continuo rincorrersi, la loro relazione fugace ma appassionante che manda avanti tutto.
Ma soprattutto: cos’è Killing Eve senza il desiderio?
L’amore non è solo quello tra innamorati.
Killing Eve ce ne ha mostrato un altro, quello che spinge Konstantin a rubare ai Dodici, Dasha a far di tutto per tornare a casa e Carolyn a perseguire la sua vendetta: l’amore per i figli.
Soprattutto Carolyn ci fa capire quanto questo amore può essere profondo. Il più vero che esista. Caccia di casa Geraldine solo perché non vuole metterla più in pericolo. Perché con lei sta sprecando la sua vita. Anche se più volte si è mostrata scostante e annoiata dalla sua presenza, ci tiene alla figlia. Geraldine non lo capisce, Carolyn continua a dire che ha le sue ragioni. Forse lo capirà, quando sarà genitore e dovrà prendere decisioni del genere. O forse l’allontana per proteggerla da quello che sta per fare.
È lì, a casa di Paul, che Carolyn mostra davvero quello che Kenny significa per lei: era tutto il suo mondo. È disposta a uccidere il suo assassino, Konstantin, un uomo che ha amato. Che ha avvertito Kenny del pericolo che correva continuando a indagare sui Dodici. E per questo, Carolyn esita. Per Kenny, per quello che la lega a Konstantin. E a rimanere ucciso è Paul, un uomo che per la donna non significa niente.
L’amore è anche quello che noi abbiamo verso Killing Eve.
Il finale della terza stagione è solido, intrigante, la naturale conclusione di questo capitolo che ha cambiato la dinamica e il ruolo di Eve e Villanelle. Il loro futuro è incerto ma anche aperto a numerose possibilità. C’è da chiedersi se Killing Eve sarà la stessa senza il fascino letale di Villanelle (qui chi ha ispirato il suo personaggio). Ma non è in dubbio che Jodie Comer sappia incarnare qualsiasi versione di Villanelle le venga affidata.
Nonostante abbia risposto a tutte le domande della stagione, questo episodio ha una grande pecca: la rivelazione della morte di Kenny, quella che ha portato avanti la trama orizzontale, è stata piuttosto deludente e non ci ha soddisfatti come pensavamo. Se c’è da migliorare qualcosa, sta proprio qui.
A questo punto non resta dunque che aspettare la nuova stagione e vedere come le avventure dei protagonisti continueranno a evolversi.