Eve è finalmente riuscita a compiere quel gesto che sembrava completamente incapace di fare in Killing Eve: ha tradito Villanelle consegnandola alla polizia. E non sembra nemmeno che sia stata una scelta così difficile da compiere, cosa che mette nuovamente l’accento sul cambiamento della donna. La Eve delle prime tre stagioni non avrebbe mai osato farlo, tanto ammirava e contemporaneamente temeva Villanelle. Quella della quarta, invece, risulta essere del tutto indifferente verso colei che dovrebbe essere l’oggetto del suo desiderio, creando un ribaltamento nelle dinamiche di potere tra le due. A vantaggio di Eve ovviamente.
Il primo indizio è nel suo spogliarsi di fronte a Villanelle nella nuova puntata di Killing Eve.
In passato Eve sarebbe arrossita, corsa in bagno o si sarebbe coperta. Non l’abbiamo mai vista essere così aperta e onesta sui suoi sentimenti per Villanelle, quindi perché dovrebbe sentirsi a suo agio a spogliarsi davanti a lei? Forse il motivo più immediato a cui pensare (dato che ancora un volta la serie ci lascia riempire ciò che non spiega) è che, per Eve, Villanelle non è più così importante come un tempo e non le interessa cosa l’assassina pensi o veda di lei. Da Oksana, in effetti, ha già preso ciò che le serviva: grazie ai trucchi imparati da lei, Eve è diventata un’investigatrice con i fiocchi, prudente sì ma più sfacciata e furba di prima. Si prende gioco della povera Fernanda così sapientemente in Killing Eve che non possiamo non rimanere male per lei, di nuovo usata e abbandonata, anche se solo dopo un pomeriggio di vino.
Proprio Fernanda si rivela un’ottima terapeuta per Eve. Infatti, grazie alla donna, quest’ultima realizza il vero motivo che la porta a denunciare Villanelle alle forze dell’ordine: non è per i suoi ultimi omicidi, ma riconosce il rapimento di Martin come uno dei giochi dell’assassina, un tentativo di attirare la sua attenzione che sarebbe stato solo il primo di una serie.
Adesso, però, la priorità di Eve non è più Villanelle, ma sé stessa e la caccia ai Dodici. Oksana è solo un ostacolo sulla sua strada, un numero che non fa più parte della sua equazione.
In un certo senso, però, mandare Villanelle in prigione è più dannoso che ucciderla. Implica meno passione, lascia Eve senza legami tra le due o quei sensi di colpa dati dall’omicidio e dal rimpianto che si porterebbe dietro tutta la vita. Peggio ancora per noi è che non c’è nessuna resa dei conti finale e Eve non è nemmeno l’agente che provvede all’arresto. Certo, siamo ancora all’inizio della stagione, ma in questo momento della storia è come se Eve fosse Don Draper nell’ascensore che dice a Villanelle che non pensa più a lei.
Oksana così viene lasciata a struggersi in prigione (almeno fino a quando qualcuno non la farà uscire per condurla nella battaglia contro i Dodici e la sensazione è che avvenga presto) mentre Eve continua imperterrita la sua missione impossibile.
D’altra parte, però, l’arresto di Villanelle ha la funzione di rinnovare il rapporto cardine di Killing Eve.
Una seduta di psicoterapia alla Soprano dà la possibilità a Villanelle di esprimere i suoi sentimenti alla sua maniera. Un salto in avanti per una che, dalla prima stagione di Killing Eve, ammetteva di non avere emozioni. Lei sa che c’è qualcosa di rotto con Eve. Ecco perché fa quella faccia quando quest’ultima si spoglia davanti a lei e perché fa la stessa espressione quando viene portata via in manette. E ha bisogno di parlarne perché non le piace come si sente e non si fida di sé stessa. Già dal modo in cui entra nella camera d’albergo di Eve notiamo che c’è qualcosa che non va in Oksana: non ha parrucca, fazzoletto, accento, costume o maschera stravagante; è solo lei travestita, con i suoi naturali capelli biondi scompigliati e il viso senza trucco. È un lato di Villanelle che abbiamo visto raramente prima, forse addirittura mai. Anche dopo la doccia appare devastata, abbattuta, come messa alla prova.
Non è l’assassina padrona di sé e frizzante che conoscevamo un tempo.
Attraverso Martin e questa versione insolitamente loquace di Villanelle, ci è concessa forse la più ampia visione della sua mente che Killing Eve abbia mai permesso. Ci viene ancora una volta detto che il cambiamento è difficile e scomodo, ma il fatto che Villanelle lo riconosca è la prova che forse per lei c’è una flebile speranza. Forse non è una causa persa poiché era stata addestrata per essere così, quindi avrebbe potuto disimparare l’allenamento. Ovviamente il suo cambiamento implica l’avvicinarsi a Eve, il capire come trovare un bilanciamento soprattutto di potere nel loro rapporto, mentre cerca strenuamente la sua approvazione.
Una Villanelle che, però, viene punta proprio all’ultimo istante da Eve. È lei lo Scorpione della fiaba – come le dice l’assassina – e le sue azioni lo dimostrano, dato che è sempre pronta a colpire chiunque si pari sul suo cammino, che sia Villanelle o Hélène. Eve elude accuratamente le domande di Oksana che potrebbero svelarle l’incontro con la donna francese, sapendo quanto la prima possa essere gelosa della loro dinamica. Infatti, l’ultima cosa di cui ha bisogno adesso è che l’assassina incasini il suo percorso verso i Dodici, per esempio attaccando Hélène in pieno giorno.
Perché Eve, in fondo, è semplicemente alla ricerca di qualcosa di più grande, qualcosa che la faccia sentire in controllo. Che sia la sua vita, la sua missione o l’amore. E non si fermerà a Helene, arriverà in cima alla vetta. Certo, con una stagione di sviluppo tra la terza e la quarta che ci avesse introdotto al viaggio di Eve nel lato oscuro, sarebbe stato decisamente meglio.
Tutto sommato Killing Eve 4×03 è un episodio piacevole e ben ritmato, che si concentra e analizza il cuore dello show – la dinamica tra le protagoniste – e che si discosta da alcune scelte discutibili delle puntate precedenti (vedi Villanelle cristiana). Purtroppo, però, ne vengono mantenute altre come la marginalizzazione inspiegabile di Carolyn e di Konstantin. Adesso sembra che le strade di Eve, Hélène e Carolyn si potrebbero incrociare, dato che stanno dando la caccia allo stesso agente russo che lavora per i Dodici a Cuba. Inoltre, Pam dell’impresa di pompe funebri sembra un personaggio promettente, quindi sarà interessante vedere come si aggiungerà a questo mix esplosivo nelle prossime puntate di Killing Eve.