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King of Stonks è una scommessa vinta: la Recensione della dramedy tedesca di Netflix

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Il money drama sta diventando sempre più un genere a sé. Dopo il successo di film come The Wolf of Wall Street o La grande scommessa, anche le produzioni televisive stanno esplorando con maggiore interesse il campo dell’economia e della finanza, un macrocosmo abitato da individui spregiudicati dai quali è facile ricavare i tratti più tragicomici e grotteschi. Sono tante le serie tv che, specie di recente, si sono focalizzate sul mondo del denaro e della borsa: Billions è uno dei prodotti più riusciti in tal senso, Diavoli l’ultima scommessa – vinta – lanciata da Sky. Dal 6 luglio, è invece disponibile su Netflix King of Stonks, uno show in sei puntate diretto da Jan Bonny, Isabell Suba e Facundo Scalerandi. Si tratta di una produzione tedesca, basata su una storia vera e venuta furi dalla penna di Philipp Käßbohrer e Matthias Murmann, due nomi che i fan della piattaforma conoscono già perché sono le menti dietro al successo di Come vendere droga online (in fretta), un’altra serie tv che esplora il mondo dell’economia e delle start-up.

E proprio con lo show interpretato da Maximilian Mundt, King of Stonks condivide tono, ritmo e impostazione narrativa. Anche questa serie è basata su una storia realmente accaduta, poi abilmente romanzata dagli autori per cavarne fuori un racconto sempre in bilico tra commedia e dramma. La dramedy tedesca ha tanti punti in comune con Come vendere droga online (in fretta), a partire dal numero di episodi – sei – per finire alla caratterizzazione dei personaggi, sempre sbilanciati sui loro tratti più grotteschi, e all’umorismo di fondo che accompagna la narrazione. King of Stonks è la storia della Cablecash, un’azienda tecno finanziaria dotata di una tecnologia d’avanguardia sui pagamenti online che le ha fatto scalare le vette del mondo finanziario tedesco. Felix Armand (Thomas Schubert) è un giovane programmatore informatico, viso tondo e atteggiamento apparentemente bonario, il vero genio dietro i successi della Cablecash.

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Felix è un fine comunicatore ed è la vera mente dell’azienda. Un personaggio spregiudicato e ambizioso, sebbene la sua spontaneità inizialmente suggerisca altro.

Magnus Kramer (interpretato da Matthias Brandt, figlio del più famoso Willy, cancelliere della Germania) è invece il CEO della Cablecash, l’uomo che finisce in copertina mentre altri fanno il lavoro sporco. Felix è l’architetto, Magnus la bella facciata. Il rapporto tra i due soci, sproporzionato in termini professionali e di prestigio, è uno dei punti cardine della serie, giocata tutta su questo squilibrio che spesso e volentieri sfocia in aperto contrasto. Invidie, gelosie, spregiudicatezza e cinismo sono i requisiti di base per poter galleggiare nel mondo della finanza e provare a mangiare i pesci più piccoli. Felix, che mirava alla carica di CEO, a pari merito con Magnus, è costretto a operare dietro le quinte, pur essendo la vera colonna portante della Cablecash, che senza di lui non riuscirebbe a sopravvivere per più di una settimana.

King of Stonks è un ritaglio dissacrante dell’universo economico moderno, di cui qui vengono messe in rilievo le assurdità, i paradossi e le stravaganze.

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Il titolo della serie – stonks – è la distorsione della parola inglese stocks, che vuol dire “azioni”. Ed è esattamente come una distorsione, una deformazione comica, che si può definire questo show: veloce, divertente e spassoso, ma allo stesso tempo spinoso e, in un certo qual modo, persino drammatico. Il protagonista deve destreggiarsi continuamente tra le gaffe pubbliche del suo socio-capo, gli andamenti dei mercati, le grane giudiziarie e le insistenti pressioni di alcuni clienti particolari. Ad usare il sistema della Cablecash per riciclare denaro sporco ci sono infatti anche soggetti più che discutibili, come imprenditori del porno, casinò online e una famiglia mafiosa italiana che non esita a tirar fuori le armi per reclamare una fetta della torta. Esattamente come accadeva a Moritz Zimmermann in Come vendere droga online (in fretta), anche il profilo ingenuo di Felix viene calato in un mondo a lui totalmente contrapposto, fatto di spari, gravi infrazioni della legge, ricatti e tanto altro ancora. Sono proprio questi contrasti tra il protagonista – un ragazzo che ha passato la vita a studiare e che ambisce a ricoprire posizioni importanti nel mondo della finanza – e il sottobosco criminale che suo malgrado è costretto a frequentare, a dar vita alle situazioni esilaranti che conferiscono ritmo allo show.

La follia di Magnus, le sue trovate stravaganti, i suoi abbagli e le figuracce pubbliche sono per Felix motivo di costante imbarazzo. È un modo un po’ grottesco di raffigurare la realtà assurda e straniante della finanza, oltre che i limiti di personaggi estremamente fragili con manie da megalomani. Tra stereotipi rivisti in chiave comica, gag divertenti ed equivoci imbarazzanti scorrono i sei episodi di King of Stonks, tutti impregnati di quell’umorismo tragicomico che è il marchio di fabbrica Philipp Käßbohrer e Matthias Murmann. Un marchio che funziona e sul quale Netflix ha scelto di puntare ancora una volta. Dopo il ritorno degli attesissimi episodi di Stranger Things e The Umbrella Academy, e dopo l’uscita di altri titoli di genere drammatico, la piattaforma offre un titolo leggero e godibile, in grado di tratteggiare con vena dissacrante e senza prendersi troppo sul serio una realtà folle e paradossale come quella della finanza.

King of Stonks ci lascia osservare il capitalismo dal suo interno, soffermandosi sul lato comico delle dinamiche economiche, senza alcun fine moralistico.

Le manca naturalmente lo spessore di una grande serie – cosa che non aspira ad essere -, ma è uno show ugualmente intelligente, capace di sfruttare le relazioni tra i personaggi, le loro debolezze, le apparenti ingenuità per dar vita a situazioni assurde, in grado di strappare una risata allo spettatore ma anche di farlo riflettere su alcuni meccanismi che sono assolutamente reali. Il finale della prima stagione lascia aperto uno spiraglio per un nuovo ciclo di episodi. Con Come vendere droga online (in fretta), Netflix è andata avanti sfruttando il successo dello show e aprendo alla collaborazione anche per le stagioni successive. È probabile che anche King of Stonks possa avere un seguito, ma molto dipenderà anche dalla schiera di fan che la serie sarà in grado di fidelizzare. Per il momento, se volete uno show leggero, divertente e veloce da guardare nel weekend, King of Stonks potrebbe essere la scelta giusta.

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