Kitz è arrivata solo da qualche giorno sulla piattaforma streaming Netflix, ma non sta mancando nel far discutere. Il suo ingresso è stato definito da molti invadente, forzato, già visto. Non faremo i misteriosi, e vi diremo subito quale sia realtà dei fatti: tutti e tre questi aggettivi sono reali, specialmente l’ultimo. Infatti, più si va avanti nella narrazione, più capiremo che Kitz ha unico obiettivo: fondere Gossip Girl e Revenge in unico cocktail da sei puntate. Mossa arguta, ma ben poco funzionale. Fin da subito, approcciandoci alla narrazione, scopriamo che quella che abbiamo di fronte ha l’intenzione di essere una storia di vendetta: Lisi, la protagonista, ha perso il fratello a causa di un incidente d’auto, un disastro che poteva essere evitato a detta della ragazza. Perché, immediatamente, scopriamo che il fratello avrebbe dovuto raggiungere la ragazza con cui intratteneva una relazione segreta, Vanessa, una ricca ragazza del posto. Questa consapevolezza ha reso Lisi assolutamente convinta del fatto che fosse lei la colpevole di questo dramma, e che per questo avrebbe dovuto pagare. Il punto però è che i problemi di Kitz si fanno vivi nell’immediato, perché il telespettatore non riesce a capire davvero quali siano le colpe di Vanessa, per cosa Lisi la stia incolpando. Non ci è chiaro, e lo sarà ancora meno con il passare delle puntate. Non empatizziamo con il dolore della protagonista, anzi. Potremmo dire che dentro di lei si sia innescato quel tipo comportamento di chi cerca a tutti i costi una spiegazione, un colpevole, ma la realtà è che la Serie Tv che abbiamo di fronte è molto meno profonda di così, e un pensiero così elaborato non gli sarebbe mai potuto venire in mente.
In Kitz i telefoni squillano con il solo obiettivo di annientare le persone. I messaggi, le chiamate, delle normalissime foto: tutto questo è lo strumento di cui i personaggi si servono per consumare delle vendette, per mettere in pratica i loro piani. Dietro a tutto questo si nasconde l’elite tedesca, di cui solo Lisi non fa parte. Lei è la bella rossa del posto, la ragazza umile dai maglioni enormi, fintamente timida. Dovrebbe anche essere la vittima, ma non lo è, neanche per un attimo. Nessuno è una vittima in questa serie, e non per via di una scelta autoriale. Non lo è nessuno perché non c’è un solo personaggio a essere stato costruito con delle basi solide che richiamassero la costruzione anche di un solo accenno a una propria personalità. Sono tutti costruiti con un misero stampino che cerca di far tornare a galla Gossip Girl, ma non è così semplice. In Gossip Girl non esistevano solo i telefoni, esistevano delle relazioni reali costruite su gente di altissimo livello nella scala socioeconomica che faceva del potere la propria più grande arma. Lo stesso possiamo dire di Revenge: la vendetta che la protagonista sceglie di cominciare è studiata, chiara e – soprattutto – ha un perché. Qui è tutto estremamente confuso, poco chiaro.
Cosa ha fatto Vanessa per provocare la morte del fratello di Lisi? Non riusciamo a capirlo e, cosa più grave, non sembra capirlo neanche lei. Farfuglia delle accuse poco convincenti, e accusa la ragazza di averlo incontrato quella sera, dato che il fratello non fosse in condizioni di guidare. Ma la domanda che dobbiamo porci di fronte a questa motivazione è la seguente: dar vita a una Serie Tv che ha alla base questa idea, è davvero una buona idea? Non era qualcosa che poteva essere risparmiata, o modificata?
Anche i rapporti umani mancano totalmente. Tutti sembrano legarsi solo per la voglia di aver un passatempo, a nessuno sembra importargli nulla dell’altro. Si accoppiano, si tradiscono e si lasciano con una facilità che farebbe invidia alle peggiori telenovela. Le amicizie di una vita si annullano, i personaggi scompaiono da un momento all’altro. E noi, totalmente inermi di fronte a tutto questo, ci poniamo un’altra domanda: ma perché?
Kitz non è solo una brutta serie, ma anche qualcosa che non ti lascia assolutamente niente addosso. Non vedi delle evoluzioni, non vedi dei perché alle azioni. Non vedi personaggi insopportabili, ma almeno mossi da solide motivazioni. Vedi solo l’esecuzione di una storia che dà sempre l’impressione di essere solo accennata, e non sviscerata e messa in pratica. Parlare di cose banali come la ricchezza e la vendetta non deve essere un motivo per essere superficiali, per non scavare a fondo delle cose. Se si scava, qualcosa la si trova, anche una minima parte. Ma il terreno di Kitz era un terreno totalmente infertile, privo di dimensioni promettenti. Per questo – affondandogli la mano – ci ritroviamo con il palmo totalmente vuoto. Ma stavolta non ci saranno rimpianti, non diremo che è stata un’occasione sprecata. Perché, purtroppo, Kitz – l’occasione – non l’ha mai creata.