Continua l’appuntamento estivo del mercoledì su Canale 5 con la quinta e sesta puntata de L’Ora – Inchiostro contro piombo, la fiction con Claudio Santamaria. E continuano le polemiche sui social. Mentre una cospicua fetta del pubblico abituale di Mediaset ha accolto con grande entusiasmo la nuova proposta, ritenendola più matura e impegnata rispetto alla solita fiction un po’ troppo telenovela, coloro che hanno ben chiara la storia del quotidiano palermitano hanno avuto da ridire. Il malcontento nasce dall’assenza di quel Vittorio Nisticò, uno dei direttori storici de L’Ora che ha rivoluzionato il quotidiano per favorire un giornalismo di denuncia, più vero e libero da ingerenze. Per una frangia considerevole del popolo di Facebook e Twitter, infatti, le numerose imprecisioni storiche, gli stereotipi e il tono retorico dei dialoghi, ricchi di frasi a effetto, sono risultati indigesti. La fiction è stata scritta da Ezio Abbate, Riccardo Degni e Claudio Fava (quest’ultimo, figlio di Giuseppe Fava, un giornalista vittima della mafia). Basato sul libro di Giuseppe Sottile, Nostra Signora della Necessità, il quinto e il sesto episodio sono diretti da Ciro D’Emilio. I fatti reali, come dichiara il comparto sceneggiatura, sono stati ricostruiti attraverso un’analisi attenta dei documenti dell’epoca, poi romanzati per creare un racconto più avvincente. Ciò che effettivamente non torna è la cronologia degli eventi e i tanti voli di fantasia. Claudio Santamaria, che ha preso con enorme serietà il suo ruolo, è come al solito ineccepibile, ma la sua bravura non viene valorizzata come ci auguravamo. In un’intervista ha raccontato:
Sul set ho avuto anche un incontro fugace ma molto commovente con Claudio Fava. Uno degli sceneggiatori ma anche il presidente della Commissione regionale antimafia in Sicilia. È bastato uno sguardo. Mi ha detto solo: “Forza!“. E ho sentito su di me la responsabilità di far conoscere ai telespettatori una storia così importante.
Claudio Santamaria
Gli ascolti non decollano.
Ad ogni modo – nonostante il cast di primo ordine – i tre appuntamenti con L’Ora – Inchiostro contro piombo non hanno raggiunto nemmeno il 10% di share, sebbene la concorrenza abbia interrotto la programmazione di nuove fiction. Il pubblico entusiasta, invece, sta apprezzando soprattutto l’ambientazione, con le scenografie di Marcello Di Carlo e la fotografia di Fabrizio La Palombara e Federico Annicchiarico, cioè il fattore che secondo il nostro parere convince sempre meno. Il forte richiamo ai film americani ambientati negli anni Cinquanta, il seppia e il tono drammatico, mescolato al noir e al thriller, cioè il tratto distintivo della fiction, iniziano ad appesantire la narrazione. La stampa italiana non si è ancora sbilanciata. La Repubblica si è espressa con una votazione di due stelle e mezzo su cinque mentre Aldo Grasso non si capacita del fatto che una storia così importante sia stata programmata nel periodo estivo, rischiando di non essere valorizzata come merita. Il critico evidenzia la buona resa rispetto alla proposta passata della rete e sottolinea come: “l’interpretazione di Claudio Santamaria e degli altri attori è un po’ sopra le righe, come esige il genere. Ma per scoperchiare arcani e storture è inevitabile calcare la mano”. A cui qualcuno ha già risposto per le rime:
Inchiostro contro piombo (fusi entrambi?). Ad un certo punto mi è sembrato di assistere ad una rozza imitazione di Spike Lee, prima parte del suo Malcolm X. Con qualche spruzzatina qua e là di F.F. Coppola. E quelle “signorine” portate in redazione per l’intervista sul loro incerto futuro a seguito della legge Merlin…hanno evocato pure un po’ di Tinto Brass…! 😉
Antenna Ammainata
Episodio 5 e Episodio 6
Nel primo appuntamento abbiamo seguito l’insediamento di Antonio Nicastro nel quotidiano siciliano, L’Ora. Un inizio burrascoso in cui, nell’indifferenza generale, la città era assediata dalla criminalità organizzata (qui la recensione). Nel secondo appuntamento (qui la recensione) la redazione sembra essere più unita e inizia a redigere inchieste scottanti con le poche risorse che ha a disposizione. Con le inchieste riescono a far emergere una criminalità locale potente di cui nessuno aveva ancora avuto il coraggio di parlare. Viene nominata la parola mafia, che Nicastro sbatte in prima pagina. Claudio Santamaria e il resto del cast sono credibili e molto affiatati, ma i toni ampollosi e retorici donano a una storia già brutale un senso di straniamento, sottraendone un po’ di verità.
La quinta puntata de L’Ora – Inchiostro contro piombo, trasmessa su Canale 5 il 22 giugno, riprende da quell’importante evento preannunciato nel secondo appuntamento. Il convegno medico (farsa) all’Hotel delle Palme, seguito in prima linea da Giulio Rampulla (Francesco Colella), Enza Cusumano (Daniela Marra) e Salvo Licata (Bruno Di Chiara). Giuseppe Genco Russo e tutte le famiglie mafiose sono ospiti di Navarra. C’è Lucky Luciano e i mafiosi americani scappati dopo gli eventi cubani. L’Ora è l’unica presente. Un’edizione straordinaria non gliela leva nessuno al direttore, neanche l’editore Gaetano Donati (Marcello Mazzarella). Una firma falsa di Marcello Grisanti (Maurizio Lombardi) e la notizia è servita. Enza si infiltra tra le prostitute e riesce ad avere un posto privilegiato nel summit, ma estremamente pericoloso.
Nonostante l’avversione, la corruzione e la diffamazione, il giornale vende per la prima volta ogni copia. Le forze dell’ordine, però, non hanno nemmeno cercato il cadavere di Perrotta, come denunciato da L’Ora. Così Nicastro manda i suoi per “sbattere il cadavere in prima pagina”. Domenico Sciamma (Giovanni Alfieri) e Nicolino Ruscica (Giampiero De Concilio), stanchi di fotografare morti ammazzati, acquistano coraggio di puntata in puntata. Ma la corda cede e restano intrappolati nella grotta, insieme al cadavere. La puntata è densa di accadimenti, ma scorre fluida. Ogni difficoltà dell’Episodio 5 verrà superata, come sempre, con il duro lavoro e l’integrità professionale. Anche i caporedattori diventano “strilloni”, se serve.
La sesta puntata, invece, è lenta, sottotono. La redazione sta aspettando lo stipendio che non arriva. La tritatura va benissimo e Donati si congratula, proprio quando arriva la cattiva notizia. Il comune ha deciso di rescindere tutti i contratti pubblicitari. L’Ora è rimasta sola contro tutti, ma la redazione va avanti comunque. Nicastro valuta perfino l’ipotesi di inserire qualcosa di leggero per risolvere la situazione, come l’oroscopo, che tanto piace ai radioascoltatori. “L’Ora delle donne” suggerita dall’avvocata Muscarà. Continua l’indagine sul summit dell’Hotel delle Palme, sulla lite tra Ligio e Navarra e sul perché la testa del capitano dei carabinieri sia caduta. Se qualcosa si muove è merito loro. Tuttavia l’episodio è superfluo in quanto non accade nulla di significativo. Arriva un nuovo capo dei carabinieri, che vuole collaborare con il direttore, tornano i fichi d’India e seguiamo Lucky Luciano e il suo cane Bambi. Insomma quasi un’ora sorretta dalla musica drammatica (e un po’ pretenziosa), dalle soluzioni registiche a effetto e da qualche momento d’introspezione. Almeno abbiamo avuto occasione per approfondire le relazioni romantiche tra i personaggi. Come quella tra Antonio e Anna, sempre più insoddisfatta, Enza e suo marito, ai ferri corti, cosa tormenta Rampulla e la fragile relazione tra Domenico e Olivia.
La narrazione del terzo appuntamento, soprattutto del quinto episodio, è sicuramente più fluida rispetto ai primi. La lentezza viene compensata dalla bravura indiscutibile degli interpreti e dalle relazioni che si vengono a creare tra i colleghi giornalisti. Continuano però le tante soluzioni moderniste che appesantiscono e spezzano il ritmo, come i primi piani lunghissimi, il sottofondo musicale anacronistico e le soluzioni registiche troppo teatrali, retoriche. Come quella dei caratteri tipografici. Non c’è dubbio che si tratti di un lavoro importante, ma è forse proprio questo il difetto più grande del progetto: con una storia così esplosiva, gli orpelli stilistici sono superflui.
Il quarto dei cinque appuntamenti de L’Ora – Inchiostro contro piombo andrà in onda mercoledì 29 giugno in prima serata su Canale 5 oppure in streaming su Mediaset Play.