Amore e morte. Due pulsioni opposte, eppure così vicine in questo primo episodio de La Casa de Papel 4. Amore e morte si accavallano in tutto l’episodio, nei momenti più intensi della vita di tutti i membri della banda. Non è più una questione di soldi, non c’entra più la giustizia sociale, la rivalsa, la fama. No, ora è solo amore e morte. Amore o morte. Il piano è folle e impossibile: lo sanno tutti, lo hanno sempre saputo. Un piano che era stato messo da parte, accantonato proprio per la sua impraticabilità. Eppure, eccoli di nuovo insieme, eccoli lì.
Davanti a loro amore e morte.
Perché è l’amore che li ha spinti all’impossibile. Quell’amore che avrebbe dovuto essere evitato a tutti i costi nel piano originario del Professore, si è fatto largo. Perché il Professore non aveva considerato che davanti a lui non c’erano macchine ma uomini. Uomini mossi da sentimenti, emozioni e dolori. È così anche lui si è sorpreso in un sentimento impensabile. Lui che più di tutti era cosciente di quanto l’amore porti con sé anche la morte.
Questo secondo piano, questo folle progetto non ha dalla sua la lucida freddezza del calcolo, il perfetto succedersi di fasi scandite con precisione e meccanicità. Questo “colpo” è nato dall’amore, dal sentimento di Tokyo per Rio, dall’amore che lega, ancora, tutti i membri della banda, devoti l’uno all’altro, mossi dalla fedeltà come compagni di una guerra vinta.
Amore e morte si intrecciano sempre.
Eros e Thanatos scorrono su linee incerte separati da un confine instabile. È così più di tutti per Berlino. Per lui la vita ha una data di scadenza già nota. La morte cammina al suo fianco ma è proprio questo che lo spinge alla vita. Convive con la morte e perciò desidera vivere. Desidera amare.
Il professore si era seduto a tavola e lì si chiedeva: ‘Cosa conta di più, l’amore o la morte?’
“La cosa che conta di più è la vita, la vita“, risponde Berlino. La vita vera è amare: così, la morte che scorre nelle sue vene si unisce all’amore. Berlino abbraccia l’amore scoprendo che “La morte può essere la migliore opportunità della vita“. È questa la “Magnifica contraddizione” perché senza consapevolezza della morte non potrebbe esserci desiderio dell’amore. E in ogni morte si nasconde un principio di amore.
È così per tutti i protagonisti di La Casa de Papel 4 che si scoprono uomini nell’amore. Uniti nel sentimento più umano che si possa provare. In virtù di questo amore sentono su di loro il fiato della morte. Accade a Nairobi che rischia la vita per aver ceduto all’amore per la figlia. Accade a Tokyo e Rio, accade al Professore che crede morta la sua Lisbona e perde il controllo, ben sapendo quanto conti il controllo (“Dovremo essere capaci di mantenere il controllo, altrimenti le nostre vite saranno in pericolo“). Nessuno è escluso da queste due pulsioni.
Amore e morte. L’uno non esiste senza l’altra. L’uno può condurre all’altra.
Lo sa bene Arturito che prova a seminare morte nell’amore tra Denver e Monica. E lo sa anche la scaltra ispettrice della Polizia che simula la morte di Raquel/Lisbona. Perché se la ragione non può arrivare all’impossibile, rimane solo l’amore. L’estremo impulso che si oppone alla morte, che vince la paura e dona nuove, inaspettate forze.
Tutti i protagonisti, ne La Casa de Papel 4, si aggrappano all’amore, ora che la ragione non può più bastare. Si aggrappano al ricordo felice, all’emozione di un momento, all’inno alla vita, a quel “Ti amo”, cantato nella gioia di un momento da un uomo che ha la morte dentro. Ora più che mai la Resistenza diventa interiore, lotta tra amore e morte. Non più “Bella Ciao” ma “Ti amo” di Umberto Tozzi. È la sfida finale, la più intima. Tutti sono chiamati a scegliere: se non sapranno amare moriranno. Perché ora c’è amore o morte. Amore e morte.