ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sulle prime due puntate della serie Apple TV+ La donna del lago
La principale novità di luglio firmata Apple TV+ porta il volto inconfondibile di Natalie Portman. La piattaforma della mela ha rilasciato le prime due puntate de La donna del lago, liberissimo adattamento dell’omonimo romanzo di Laura Lippman che ci porta nel cuore di un intenso e ambiguo thriller che prende vita nella Baltimora di fine anni Sessanta. La serie ha un incipit fortissimo. Una voce di donna introduce la propria morte e il legame che intercorre con Maddie Schwartz, personaggio interpretato proprio da Natalie Portman. È la voce della donna del lago, Cleo Johnson, il cui destino è segnato, ma ancora tutto da scoprire.
Da qui si passa immediatamente all’altro grande caso di questo inizio scoppiettante. La scomparsa della piccola Tessie Durst, figlia di una coppia appartenente alla comunità ebraica di cui fa parte anche Maddie. La scomparsa della ragazzina scuote fortemente la protagonista e il ritrovamento del suo cadavere, proprio per opera di Maddie, dà il definitivo colpo di grazia alla donna, che a sua volta nasconde un passato oscuro e ricco di quesiti. I misteri si intrecciano, dunque, in queste prime due puntate de La donna del lago. La serie tv firmata Apple ha mostrato sicuramente molto coraggio in questa sua prima uscita, ma anche alcune incertezze. Certamente la carne al fuoco non manca, così come la curiosità nel vedere come questa torbida storia si evolverà, con tutti gli intrecci che per ora sono solo accennati, ma che promettono di tessere una trama davvero molto fitta e intrigante.
La donna del lago è la storia di due donne, diverse ma uguali
Ciò che abbiamo potuto immediatamente intuire da queste prime due puntate de La donna del lago è la centralità delle due protagoniste. La storia ruota intorno a Maddie e Cleo, due donne il cui legame viene immediatamente sottolineato a inizio serie. Le due non potrebbero essere, all’apparenza più distanti. Maddie è una casalinga, esponente di una ricca famiglia ebraica, bianca e privilegiata. Cleo è una fiera rappresentante della comunità nera, una donna che cerca di proteggere la propria famiglia, e che lotta con tutte le sue forze per ottenere un sostentamento economico. Tuttavia, le due donne non potrebbero essere, al contempo, anche più uguali.
Sia Maddie che Cleo, infatti, sono costrette a muoversi in un mondo maschilista, che vuole regalarle a un ruolo passivo che entrambe non possono accettare. Le due sgomitano, lottano a tutela non solo dei propri obiettivi, ma della libertà stessa di averne. Di sognare. Non è una semplice volontà di emancipazione a muovere le due, ma la necessità di auto-definirsi, di essere se stesse in un mondo che invece pretende di definirle autonomamente.
È evidente la grande forza che muove le due donne. Una tenacia che viene malvista da fuori. Lo sguardo esterno sulle due è spesso di dissenso, di rifiuto e anche di aperta condanna. Ci sono due passaggi in particolare, quello in cui Maddie spacca il piatto in cucina e quello dell’intervista di Cleo, che mostrano la discrepanza tra lo sguardo esteriore sulle due donne e quello interiore. Le due cercano di far valere le proprie, fisiologiche, ragioni. Il mondo invece cataloga come isteria quella ferma volontà. Siamo sicuri che la rappresentazione della forte personalità delle due protagoniste sarà al centro anche dei restanti episodi de La donna del lago.
Il sottotetto sociale e politico
La centralità dell’emancipazione di Maddie e Cleo è solo una sfumatura del sottotesto ben evidente nella trama de La donna del lago. La serie tv di Apple si muove in un territorio molto sfaccettato, ma anche delicato. Siamo, innanzitutto, in anni decisivi, segnati dal crescente fermento politico, sociale e ideologico che sarebbe poi sfociato nel Sessantotto, spartiacque epocale in tutto il mondo, ma principalmente negli Stati Uniti. Progresso e conservatorismo si annusano e si fronteggiano in questi tempi e l’eco di questo confronto si respira ne La donna del lago, che durante la sua narrazione si sofferma diverse volte sui dettagli che caratterizzano il contesto.
Maddie e Cleo sono rappresentanti di due comunità molto importanti: quella ebraica e quella afro-americana. Le loro esperienze, dunque, s’intrecciano con quelle delle loro comunità, a disegnare un mosaico di interazioni e di rapporti di forza che contraddistingue, inevitabilmente, tutto il racconto. L’importanza del sottotesto è evidente nelle prime due puntate de La donna del lago e, anche qui, siamo sicuri che l’attenzione verrà reiterata anche nelle prossime puntate, perché parte fondamentale della caratterizzazione delle protagoniste e dello sviluppo della trama.
Un mistero ancora nebuloso
Arriviamo, a questo punto, al cuore della materia narrativa. Abbiamo parlato di alcuni aspetti prettamente concettuali della serie tv, ma La donna del lago, fino a prova contraria, è un thriller (amanti del genere, qui potete trovare la classifica delle migliori serie tv del genere secondo IMDb) e lo sviluppo della trama, va, dunque, osservato con particolare cura. Abbiamo parlato dei misteri introdotti in queste prime due puntate, e che sicuramente domineranno la scena fino alla fine. La morte della piccola Tessie fa solo da preludio alla fuga di Maddie, che si ritroverà a indagare sulla morte di Cleo, andando a creare quel misterioso legame tra le due preannunciato all’inizio del primo episodio.
Ecco, se dobbiamo trovare una debolezza all’esordio de La donna del lago questa sta, probabilmente, nella costruzione del mistero. Nei primi due episodi abbiamo osservato alcuni spunti. Dalla voce narrante di Cleo ai riferimenti sull’oscuro passato di Maddie. Si vede che qualcosa d’interessante inizia a stagliarsi all’orizzonte, ma per ora c’è ancora troppa nebbia per individuare con precisione di cosa si tratti. La trama deve ancora entrare nel vivo. Ci sono buoni presupposti, ma vanno sviluppati. Sicuramente le condizioni ci sono tutte, anche perché come vedremo la cornice narrativa è realizzata davvero con maestria.
La donna del lago conferma, ancora una volta, la grande qualità di Apple
Esteticamente e tecnicamente, La donna del lago finora è ineccepibile. La serie conferma la tendenza di Apple di puntare su nomi altisonanti, e anche in questo caso la scelta sta ripagando. Il racconto poggia quasi interamente sui suoi protagonisti, specialmente su Natalie Portman e su Moses Ingram, pronta al grande salto dopo i ruoli in La regina degli scacchi e nella controversa Obi-Wan Kenobi. A costituire la cornice del racconto concorrono una colonna sonora finora azzeccatissima e un grande lavoro estetico, rintracciabile nella cura dei dettagli e nelle vorticose transizioni, specialmente tra passato e presente, che tengono alto il ritmo narrativo. Plauso anche alla fotografia, ben curata e suggestiva.
Ancora una volta, dunque, il lavoro tecnico di Apple è ineccepibile (qui potete trovare alcuni dei migliori titoli della piattaforma degli ultimi tempi). Nelle prossime puntate ci aspettiamo qualcosa in più relativamente alla costruzione narrativa, ma per quello che abbiamo visto siamo relativamente fiduciosi. La donna del lago è un thriller che promette di affascinare, incantare e anche far riflettere. Torneremo alla fine delle sette puntate che compongono la serie tv Apple con la recensione complessiva, ma per ora il giudizio sui primi due episodi è globalmente positivo. Nel salutarvi, vi lasciamo la recensione di un’altra recente serie tv di Apple TV+: Dark Matter.