L’articolo non contiene spoiler sul finale della serie La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra, per cui godetevelo senza timore di rovinarvi la visione!
La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra: il delitto è servito (sì, ma con qualche bicchiere di vino di troppo)! Sin dal titolo, la nuova serie tv originale Netflix dai toni mistery-comedy creata da Rachel Ramras, Hugh Davidson e Larry Dorf si prende gioco del genere crime e thriller che tanto va di moda in questi ultimi tempi e lo colora di sprazzi di ironia, al punto da rendere il racconto inaspettatamente piacevole e coinvolgente. Complice anche il volto protagonista di Kristen Bell, già nota e apprezzata in altre serie di grande successo, Veronica Mars prima fra tutte e più recentemente The Good Place, e che anche in questa circostanza è riuscita a incanalare benissimo le sue doti recitative nel suo personaggi. Anna è una donna smarrita e depressa, con una seria dipendenza da alcol e pasticche, vittima di un passato traumatico che non riesce proprio a lasciarsi alle spalle: la morte tragica di sua figlia, assassinata e divorata (letteralmente) da un serial killer. Costantemente sotto effetto di psicofarmaci prescritti dal suo ex marito Douglas, un profiler dell’FBI, trascorre le sue giornate sorseggiando vino rosso, tra romanzi crime e pasticci di carne, e spiando dalla sua finestra la vita del vicinato.
Tutto scorre nella monotonia più totale, le giornate si ripetono sempre uguali fino a quando l’arrivo di un nuovo vicino (anzi dirimpettaio), Neil, non attira l’attenzione della donna. Il suo fascino fa subito colpo e a fomentarla è l’idea che l’uomo possa essere un padre single. Con lui sembrerebbe esserci solo una bambina, sua figlia Emma, senza ombra di moglie o compagna. In realtà, l’idillio ha presto una fine: nella sua vita c’è una donna di nome Lisa (Shelley Hennig), bellissima e con un fisico da sogno. L’aria si fa tesa e Anna decide di farsi da parte e riprendere a condurre una vita piatta e perennemente pervasa di dolorose allucinazioni. Una sera, però, Anna sa di non aver immaginato ciò che ha visto: Lisa è stata uccisa. Lo ha visto bene ed è certa che non siano stati i suoi pericolosi mix di pillole e vino a farglielo immaginare. Nessuno però, viste le sue condizioni mentali e fisiche, riesce a crederle. Neanche la sua migliore amica Sloane, oltre alla polizia che non le dà ascolto e sottovaluta la sua testimonianza. Anna però sa cos’ha visto e questa volta vuole fidarsi di se stessa.
I primi episodi de La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra peccano un po’ di ripetitività e non ci forniscono abbastanza elementi per iniziare a farci realmente un’idea della storia: una donna con evidente problemi ad affrontare la sua esistenza beve, beve e… beve. Niente più, niente meno. Fortunatamente le cose iniziano a farsi più interessanti subito dopo e la trama si sviluppa con una coinvolgente alternanza di toni e sfumature: momenti drammatici, in cui il dolore del lutto e della perdita emergono con tanta forza dai ricordi del passato a passaggi più leggeri, in cui fa capolino qualche cliché di troppo. Alcuni degli elementi scelti per costruire la storia, dall’ambientazione al variegato vicinato, ricalcano un po’ i classici del genere: ambientazione casalinga, solita vicina di casa dal pettegolezzo sempre pronto, ingenuo tuttofare di quartiere e così via. Insomma, La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra non ha l’originalità tra i suoi punti di maggiore forza ma, sicuramente, il fatto di aver rivisitato alcuni aspetti in chiave moderna (la comparsa di Instagram ne è un palese esempio) con costante sottofondo ironico è un merito che le va riconosciuto.
Tra i momenti più intensi di tutta la narrazione ci sono quelli in cui il dolore di Anna viene sviscerato con profonda autenticità: quanto può essere complicato rimettere insieme i pezzi quando si è perso così tanto? Ognuno lo fa a modo proprio, commettendo errori e cadendo più e più volte. Questo Anna lo sa bene, lo ha provato sulla sua pelle ma questa volta le cose potrebbero davvero andare diversamente e aprire la strada ad una forma di rinascita personale. Un po’ di sano voujerismo hitchcockiano movimenta la vicenda ma non è l’unico movente capace di rendere interessante la narrazione degli eventi: rimettere insieme i pezzi, tra visioni oniriche e frammenti di realtà, movimenta questa alternanza di registri differenti, i quali ci fanno stare sospesi tra comico e dramma. Le due atmosfere si toccano, si sfiorano in più punti ma purtroppo non riescono mai ad incontrarsi e mescolarsi, forse come nelle intenzioni dei suoi creatori.
I dialoghi scorrono veloci e in certi punti appaiono meglio strutturati che in altri. La sceneggiatura si regge bene in piedi (anche se certe volte scricchiola per qualche assurdità), complice senza ombra di dubbio la bravura di Kristen Bell e di tutti gli altri attori e attrici che le fanno da contorno nella storia. Il ritmo fluido, con qualche picco di suspense e colpi di scena (con climax più o meno riusciti), appare adatto a questo tipo di narrazione, con le sue diverse sfumature e ibridazioni di genere, le quali danno un maggiore spazio alla creatività nel risultato finale. La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra riesce a farci dubitare della realtà che vediamo attraverso gli occhi di Anna: quanto ci possiamo fidare di lei? D’altronde chiunque, soprattutto con un simile dolore dentro, può avere una rabbia tale da distruggere altre vite e sporcarsi le mani di sangue.
Non ci saranno spoiler in questo articolo, come già vi abbiamo anticipato, ma vogliamo soltanto dirvi che il finale, tra assurdità e qualche buco di trama, lascia senza parole: un po’ perché mai ce lo saremmo aspettati e un po’ anche perché… insomma, lo scoprirete soltanto guardando e arrivando fino alla fine della storia. Sappiate anche che le premesse per una seconda stagione ci sono tutte, ma forse anche questa volta alcol e pillole potrebbero essere fuorvianti e distogliere dalla realtà dei fatti!