È andata in onda ieri sera l’ultima puntata della fiction altissima, purissima e trashissima che vede come protagonista Barbara D’Urso, La Dottoressa Giò (qui la recensione del primo episodio). Personalmente sono ancora affranta e addolorata per questo.
La Dottoressa Giò ci ha regalato quattro episodi di puro e sanissimo trash come solo Carmelita sa fare. Attuale, fresca e sempre sul pezzo, la protagonista di questa serie, Giorgia Basile, merita altre dieci stagioni per raccontare le vicende del suo ospedale. Perché sì, Zampelli può anche essere il primario, ma è Giò la vera padrona. È lei quella che, in soli quattro mesi, ha rivoluzionato quel posto.
La nostra amata Wonderdurso è riuscita, in quattro episodi carichi e pieni, a trattare temi serissimi senza demonizzarli e senza censurarli. Certo, alle volte è risultata troppo stressante o ripetitiva, ma aveva uno scopo. Lo scopo, più di Barbara come donna che di Giò come personaggio, era quello di dare spazio e raccontare la maggior parte delle storie che comunemente vengono taciute. A volte anche per paura da parte di chi le ha vissute. E ci è riuscita, nonostante le sue scarsissime capacità recitative.
Perciò, caro Pier Silvio Berlusconi, credo sia arrivato il momento di convocare Barbarella e, nonostante gli ascolti non proprio alti, darle una quarta stagione. Te lo chiedono, in modo particolare, gli amici di Twitter che per quattro settimane, hanno dedicato numerosi Tweet a La Dottoressa Giò, facendola addirittura entrare nelle tendenze.
Piersilvio ti prego donaci un’altra stagione !! ?? #DottoressaGio pic.twitter.com/IIT2Hfo5Kz
— TrashFactory (@MrAdamsty) 29 gennaio 2019
Ma, entriamo nel vivo dell’episodio che è stato a dir poco speciale. Dopo l’assurdo e tremendo incidente, vediamo Giò essere soccorsa in fretta. Stranamente, al posto di portarla al pronto soccorso, la portano in ginecologia. Certo, sempre medici sono, ma forse il luogo migliore in cui portarla sarebbe potuto essere, provo a indovinare, chirurgia d’urgenza. E magari avremmo trovato anche Owen Hunt e April Kepner a soccorrerla. Sarebbe stato un bel cross-over.
A proposito di Grey’s Anatomy. Si vociferava che Patrick Dempsey, sua bellezza infinita in persona, sarebbe dovuto apparire nella serie La Dottoressa Giò. E mi è dispiaciuto non vederlo. Il mio povero cuoricino, che aveva sperato fino alla fine di assistere al giorno in cui la televisione italiana, avrebbe fatto la storia del Trash più totale, si è spezzato. Nonostante questo, continuo a credere in te Barb, sempre e comunque. Sono sicura che, nella prossima stagione della serie La Dottoressa Giò, ascolterai le mie preghiere e mi accontenterai.
Tornando alla puntata. Giò è fuori dai giochi e, in ospedale, non succede assolutamente nulla. Come dice Gigliola, le donne hanno persino smesso di partorire. Come se l’universo avesse firmato una tregua con tutti i pazzi furiosi per dare alla sua supereroina, Wonderdurso, l’occasione di rimettersi in sesto. E Giò ce la fa, riesce a rimettersi in sesto. Nonostante l’ingente perdita di sangue e la mancanza di ossigeno al cervello, Giorgia esce dal coma quasi illesa. L’unico problema sembra essere legato all’impossibilità di muovere un braccio.
È solo grazie all’aiuto del professor Casiraghi, primario di neurochirurgia nonché padre di Luca, che ce la fa. Ed ecco che, anche durante la convalescenza, Giò riesce a fare magie e miracoli. Durante una visita di controllo, Luca prende coraggio e fa coming-out con il padre, sotto lo sguardo fiero della Basile e di Roberta, la specializzanda. Tiriamo tutti un respiro di sollievo quando lo vediamo, finalmente togliersi quel peso dallo stomaco. È una bella rivincita quella che si prende su suo padre. Finalmente riesce a far valere la sua posizione, riesce a far sentire la sua voce a quell’uomo che per anni lo aveva umiliato e comandato a bacchetta.
Ma non è tutto. Perché mentre tutto questo accade, nell’ospedale di La Dottoressa Giò succede una delle cose più disgustose di sempre. Il rianimatore, un vecchio porco disgustoso e chiaramente malato, abusa della puericultrice, Angela. Ora, il disgusto che ho provato in quella scena non lo si può esprimere a parole. Anche se gli attori recitavano così male che, più volte, ho avuto voglia di estrarmi i bulbi oculari con una forchettina per patatine fritte, la scena è riuscita comunque nel suo intento. Mi ha fatto provare rabbia e nausea in quantità industriali.
Nonostante io non fossi d’accordo con la decisione di Angela di tacere sulla questione, ammetto che ho apprezzato la veridicità della reazione. In un primo momento capisco il terrore di processare quanto accaduto e di rifugiarsi nella negazione o nella rabbia. Quella di Angela è una reazione più che comune. Prima di riuscire a denunciare, deve fare i conti con se stessa. Deve riuscire a capire che non è colpa sua quanto le è successo.
E non basta che gli altri glielo dicano. Giò può pressarla quanto vuole, ma non succederà mai nulla a meno che non sia Angela a volerlo. E per volerlo, deve necessariamente ammettere prima a se stessa la violenza.
Per quanto riguarda la scelta di Giacomo di prendere a pugni il rianimatore, devo dire che di solito sono contro la violenza, in tutte le sue forme. E sono estremamente convita che ricambiare qualcuno con la stessa moneta non è affatto istruttivo. Ma non posso fingere di non aver goduto come una cocorita pronta a deporre un uovo, quando gli ha dato due schiaffi. Definire il rianimatore uomo sarebbe blasfemia, definirlo animale, sarebbe un insulto per gli animali.
E infine c’è stata la questione principale, quella attorno a cui si è sviluppata l’intera stagione, ovvero la questione Michela Monti. Sappiamo per certo che il motivo per cui La Dottoressa Giò è stata investita è perché cercava di ottenere giustizia per Michela. Si scopre che Michela non è morta suicida, ma è stata uccisa. Spinta dal marito con la faccia di plastica mentre erano sul terrazzo. Wonderdurso ce la mette tutta per arrivare alla verità. E proprio come fa nei salottini di Pomeriggio 5 e Domenica Live, di cui, sono sicura che, La Dottoressa Giò sia un’estensione, riesce nel suo intento.
L’alleata insospettabile, Anna Torre, fornisce il materiale necessario per mettere il dottor Sergio Monti alle strette. Ed è proprio in una di queste scene che Carmelita ha toccato l’apice del trash. È entrata nell’olimpo delle regine della televisione. Sotto solo a sua santità Mother Mary De Filippi. Prima di andare a fare un’intervista radio, succede questo: Barbara D’Urso, immensa, si paracula da sola.
“Guarda che io sono la #DottoressaGio… non sono mica @carmelitadurso!” ?@fictionmediaset pic.twitter.com/VQNFH8Sk5I
— Mediaset Play (@MediasetPlay) 29 gennaio 2019
Tornando a Sergio Monti, provocato dalle parole pesanti di Giorgia Basile, torna in ospedale per farsi giustizia da solo e cerca di ammazzarla. E qui scatta l’aggravante della recidiva. Perché Giò gli ha già dimostrato che contro di lei non potrà mai vincere. E lui, niente, non capisce. Al posto di sparire dalla faccia della terra ed estinguersi, continua a battersi. Poraccio!
Ovviamente ha fallito ed è stato arrestato. Una scena così intensa che a pensarci ancora mi vengono i brividi *inserire sarcasmo qui*. Scena in cui Barbara ha sferrato una delle sue frasi più famose. E, per il modo in cui l’ha fatto merita come minimo l’Oscar.
L’episodio termina con l’apertura del centro donna. E possiamo finalmente essere felici per il primo traguardo raggiunto da Giorgia. Assieme a quello di essersi accalappiata il dottor Zampelli. O forse no? Chissà. È anche per questo che abbiamo bisogno di una quarta stagione di La Dottoressa Giò. Dobbiamo sapere che cosa farà il bel primario ora che sua moglie è tornata in Italia.
È arrivato il momento di tirare le somme. La Dottoressa Giò ha assolutamente soddisfato le mie aspettative. Il prodotto non è fatto bene, la recitazione è pessima ed è troppo incentrato su Giorgia. Molte storie vengono lasciate a se stesse. Mancano gli approfondimenti sui personaggi che le stanno attorno. È durata troppo poco. Ci sono fiction addirittura peggiori che hanno avuto molti più episodi, fate il nome di una qualunque in cui compare Gabriel Garko e avrete capito a cosa mi riferisco.
Ripeto quanto dissi nella prima recensione, probabilmente l’unica in grado di recitare per davvero è Paola Tiziana Cruciani, l’interprete di Gigliola. Eppure l’hanno tenuta sullo sfondo. Sono rimasta molto delusa dalla performance di Christopher Lambert. Il suo personaggio era terribile. Recitazione pessima, doppiaggio ancora peggiore. Ogni qual volta muovesse di un millimetro un muscolo, avevo paura che gli cadesse un pezzo di faccia.
Praticamente è diventato Califano. Lambert torna a rivestire i panni di Highlander e, ‘sta volta, i cinquecento anni, li dimostra tutti. E penso che sia arrivato il momento di andare in pensione. Ormai dovrebbe aver maturato i requisiti e versato abbastanza contributi per poter andare in pensione.
In conclusione, La Dottoressa Giò è una serie che dà messaggi positivi e dimostra una grande apertura mentale, pur non essendo creata in modo decente. È un’ottima cura per chi vuole rimediare alle torture di Paperissima e per chi vuole passare una serata all’insegna del trash. Non è un capolavoro e questo l’avevamo già capito, ma è un buon passatempo.