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La Sirenetta – La Recensione del live action disponibile su Disney+

La Sirenetta
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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sul film Disney La Sirenetta

È stato uno dei film più attesi e dibattuti del 2023 e ora, con l’arrivo di settembre, La Sirenetta sbarca su Disney+, arrivando nelle case di tutti coloro che non hanno visto il live action Disney al cinema o che desiderano dare un secondo sguardo al film basato, molto vagamente, sulla celebre favola di Hans Christian Andersen. Nell’approccio al film, è impossibile non considerare tutte le controversie e le aspettative che ne hanno accompagnato l’uscita e che, in un certo senso, hanno anche viziato, almeno in parte, la ricezione di una pellicola che invece adempie alla perfezione al suo compito, senza grandi sbavature e senza troppe sorprese, ma sicuramente mettendo a tacere ogni polemica della vigilia. In generale, l’operazione live action della Disney è sempre stata circondata da parecchie ombre, derivanti dall’enorme prestigio di determinati classici presi in esame, ma anche da alcune scelte oggettivamente discutibili, in film come Mulan o Peter Pan & Wendy. La Sirenetta, invece, supera alla grande questa complessa prova, vincendo tutte quelle polemiche, molte decisamente stucchevoli, di cui parlavamo, e risultando, a conti fatti, uno dei migliori film di questo discusso filone della produzione Disney.

Non siamo davanti a un capolavoro, e La Sirenetta non aveva nemmeno la presa di esserlo, ma sicuramente a un film valido e interessante. Quello che è stato uno dei grandi casi mediatici del 2023 alla fine si è rivelato essere un film normalissimo ed estremamente gradevole, capace di intrattenere, di divertire e di emozionare, e soprattutto di preservare l’incanto e la magia di uno dei classici Disney più amati di sempre, senza rinunciare però anche a uno sguardo innovativo sul presente.

L’incontro tra Ariel ed Eric (640×360)

La Sirenetta – Un live action riuscito tra passato e presente

Addentriamoci ora nel cuore di questa recensione e partiamo proprio dall’elemento di spicco de La Sirenetta, che poi è la componente centrale che, ad avviso di chi scrive, andrebbe valutata nei live action dei classici Disney. La pretesa non dovrebbe essere quella di ricopiare, fedelmente e pedissequamente, il cartone animato, ma di offrire una versione aggiornata del racconto, riuscendo al tempo stesso a preservarne lo spirito. In tal senso La Sirenetta adempie alla perfezione a questo compito. Il tono fiabesco e trasognante della favola rimane vivo e domina la narrazione, che sin da subito appare vivace e divertente, arricchita dai passaggi musicali che rappresentano alcuni dei punti più alti dell’intero film. Anche la morale e il significato della pellicola restano in linea con l’originale, con uno sviluppo naturale e capace di non crogiolarsi esclusivamente sul retaggio del cartone.

Oggi, come 34 anni fa, La Sirenetta riesce a emozionare, mantenendosi fedele a quel cartone che ha fatto la storia del cinema d’animazione, ma offrendo anche un punto di vista innovativo, di cui parleremo diffusamente più avanti, su diversi temi, che chiaramente costituiscono un semplice sottotesto alla storia principale, ma sono comunque interessanti. Proprio in questo il film Disney è uno dei live action più riusciti, nel mantenere un giusto equilibrio tra passato e presente, tra lo spirito del cartone animato e l’aura più aperta e densa del film. Anche le aggiunte, specialmente quelle musicali, sono in totale armonia col materiale originale. Ora come allora, La Sirenetta è un racconto per grandi e bambini, capace di diventare un punto di riferimento per una nuova generazione di spettatori.

Halle Bailey in stato di grazia: il punto sui personaggi

La storia ne La Sirenetta funziona perché, oltre a quel tono fiabesco che richiama ai migliori tempi Disney, c’è un cast di alto livello, capace di rendere onore ad alcuni dei personaggi storici della casa di Topolino. È doveroso partire da Halle Bailey, una Ariel semplicemente perfetta. La ragazza supera alla grande un banco di prova difficilissimo e a cui molti l’attendevano, confermando la genuinità delle scelte di casting, in barba a tutte le polemiche sterili a cui si faceva accenno in apertura. Halle Bailey si cala alla perfezione nei panni della sognante principessa dei mari, riuscendo a convincere anche nei passaggi sulla terraferma, quando viene privata della voce, e la sua prova è meritevole di soli applausi. Siamo davanti a una nuova piccola icona per i bambini di oggi e a una nascente star per il cinema di domani.

L’interprete di Ariel viene adeguatamente assistita da una schiera di personaggi ben riusciti e ben interpretati. Su tutti Eric, i cui panni sono vestiti da Jonah Hauer-King, ma anche la perfida Ursula, che ha la prestigiosa essenza di Melissa McCarthy. Un filo più in ombra Tritone e Flounder, mentre a Scuttle è affidata gran parte della componente comica del film (il suo rap insieme a Sebastian è una delle aggiunte migliori della pellicola). Menzione finale proprio per l’amato granchio, che nella versione italiana ha la voce di un sensazionale Mahmood, capace di dare un esclusivo tocco in più al personaggio Disney e di caratterizzare indelebilmente la versione nostrana del film.

Sebastian (640×360)

La Sirenetta oggi: le questioni del XXI secolo

Abbiamo parlato dello spirito del cartone originale ben percepibile ne La Sirenetta, ma altrettanto importante, come accennato, è la capacità di aggiornarsi, aprendosi anche a tematiche più attuali. Rispetto all’originale del 1989 sono passati 34 anni e il mondo è cambiato, per cui un’opera come La Sirenetta, oggi, si presta a interpretazioni diverse. Ad esempio, è impossibile dietro un racconto del genere non vedere un accenno alla pressante questione ambientale, chiaramente solo abbozzata nel film, ma comunque viva nella diffidenza che le creature marine provano per gli umani, rei di devastare i loro mari. Non siamo davanti, ovviamente, a uno dei temi fondanti del film, ma a un riflesso, vivo e calzante, che nasce, per forza di cose, dal racconto e si sviluppa seguendo il dibattito odierno, ed è un bene che ciò accada, perché l’educazione parte anche da queste piccole cose.

Ben più evidente e calcato, invece, è il tema della diversità, snodo fondamentale di tutto il film, ma presentato in un’accezione più sfaccettata rispetto a 34 anni fa. Tutte le polemiche che hanno accompagnato la scelta di Halle Bailey come protagonista sono la riprova di quanto sia importante premere su questo aspetto, educare alla diversità e alla pluralità. La Sirenetta impernia la propria morale proprio su questo, sul superamento delle differenze in nome dell’amore. Oggi questo tema ha ancora una rilevanza importante ed è un bene che il film riesca a sottolinearlo, sia con le scelte di casting che con quelle narrative. In tal senso, la scena finale, con sirene e umani sulla spiaggia, è una splendida fotografia del film.

Prova superata, dunque, per La Sirenetta, un live action tanto chiacchierato quanto riuscito. Non era affatto semplice ottenere un risultato positivo, ma senza strafare la Disney stavolta ha colto nel segno. Tra l’omaggio alla tradizione e uno sguardo sul presente, La Sirenetta si afferma come uno dei più riusciti live action della casa di Topolino, mostrando con forza quale dovrebbe essere la strada da seguire per le prossime operazioni di questo tipo.