*Attenzione, seguono spoiler della prima puntata de La Sposa, la nuova fiction di casa Rai*
La Sposa, la nuova miniserie Rai con protagonista Serena Rossi, è arrivata domenica 16 gennaio con la prima puntata, già disponibile in streaming su RaiPlay. Diretta da Giacomo Campiotti, prodotta da Rai Fiction in collaborazione con Endemol Shine Italy e scritta da Valia Santella, la miniserie storica ci aspetta fino al 30 gennaio con altre due intense prime serate. L’ultimo progetto seriale Rai racconta il passato, ma guarda al presente. L’Italia raccontata sembra un mondo lontano che gli anziani ricorderanno con nostalgia mentre i più giovani, probabilmente, rivivranno attraverso i racconti dei loro nonni. Una storia vecchia, quella dei matrimoni per procura e della miseria, che la Rai però ha deciso di narrare proprio oggi, un momento in cui il percorso d’emancipazione femminile subisce ancora fin troppi contraccolpi. Il primo appuntamento ci catapulta così nel dramma di una giovane donna, Maria, che per aiutare la famiglia decide di sposare uno sconosciuto e migra con lui in Veneto. La povertà e un’Italia divisa fanno da sfondo alla vicenda che, come si augura il suo regista, riuscirà a toccare il cuore degli italiani. E a quanto pare, il racconto è già arrivato a sei milioni di spettatori, segnando il primo record d’ascolti. La Sposa è una fiction dai marcati accenti tradizionalisti e didascalici e conserva tutti quegli elementi stilistici cari alla televisione generalista. La scrittura parla il linguaggio dei sentimenti e riesce a unire davanti allo stesso schermo sia nonni che nipoti. Eppure è nel contesto familiare e rassicurante che trova il coraggio di introdurre delle tematiche controverse e attuali, come la violenza sulle donne, la disparità di genere, il divario tra nord e sud e il dramma del migrante.
Il racconto dell’Italia degli anni ’60
Con la prima puntata salutiamo un’Italia tramontata. Il nostro viaggio inizia al sud, verso la metà degli anni ’60 quando un imprevisto porterà la protagonista dalla soleggiata Calabria al nebbioso Veneto. Maria Saggese è una giovane donna dal fascino mediterraneo. È la prima di tre fratelli e da quando è morto il padre, si prende cura della sua famiglia lavorando senza sosta. Ma questo non basta a garantire la sopravvivenza della madre casalinga, del fratello Giuseppe e della sorella minore, Luisa. Quest’ultima è in età da marito, ma amoreggia col giovane Rocco, sollevando i pettegolezzi delle signore. Finché un giorno, in paese, si presenta il signor Vittorio Bassi, un omaccione dal marcato accento veneto, alla ricerca di una moglie. Inizialmente Carmela e Zi’ Michele suggeriscono la nipote Luisa, ma Maria decide di sacrificarsi. A lei non interessa la sua felicità , vuole solo provvedere al benessere dei suoi cari.
Così la primogenita va all’altare con lo sconosciuto, ma l’unione non avviene con Vittorio, bensì con Italo Bassi, suo nipote. Infatti sarà durante il rito che Maria viene a conoscenza del nome del futuro marito, che ha sposato quindi per procura. L’accordo è fatto, la protagonista non ha altra scelta. La Calabria sfuma in lontananza, come se fosse già un ricordo. La sua terra soleggiata sarà sostituita presto dal Veneto, un luogo che appare angusto e nebbioso. La fattoria che l’accoglie è spettrale e qui ha inizio la sua disavventura da migrante. Una terra dove “Il leon mangia il teron”, come recita il cartello nel bar del paese. Un contrasto reso in maniera molto enfatizzata, che non lascia troppe interpretazioni. Il sud s’incontra quindi con il nord, eppure, dopo un brusco inizio, l’arrivo di Maria cambierà tutto. Come un raggio di sole in un mondo nuvoloso, per citare le parole dell’attore Maurizio Donadoni (Vittorio).
Un’Italia lontana, che fatichiamo a riconoscere
Maria è intraprendete, votata al sacrificio e diventa la protagonista di un’epoca in cui le donne erano considerate alla stregua di una macchina per cucire. Un’epoca dove le braccianti agricole venivano selezionate come degli animali da soma e gli uomini pronunciavano frasi, oggi inascoltabili, come “prendete la ragazza sordo-muta, lei non vi darà problemi” oppure “parlate troppo per essere una donna”. La miseria purtroppo inaridisce i cuori, soprattutto quello della famiglia Bassi. Vittorio, lo zio, ha una fattoria, ma non ha manodopera. Ha bisogno di braccia forti per mandare avanti l’attività , ma suo nipote, Italo, è uno scansafatiche, un mangia-pane a tradimento. Il giovane piange ancora Giorgia, sua moglie, che è scomparsa senza lasciare traccia. Oltre ai due uomini, Maria incontrerà Paolino, il figlio di Italo che vive nella porcilaia completamente abbandonato a sé stesso. Paolino è un bambino epilettico, ha “il piccolo male”, come lo chiamano i medici. Ma sa leggere e scrivere, e non è così “selvatico” come sembrava.
L’Italia che emerge da La Sposa è amara, cruda e crudele. Il nord è dipinto come una terra ostile verso i migranti provenienti dal sud Italia, ma c’è ancora speranza per la misericordia. Nella prima puntata i toni angusti del paese di fine anni ’60 ci colpiranno brutalmente, in una dicotomia forse troppo accentuata. Assistiamo a scene raccapriccianti, come il ginecologo che molesta le pazienti. Vittorio, che non aspetta altro che Maria resti incinta di Italo e la spinge a bere intrugli miracolosi fatti di erbe. I “fioli” vengono utilizzati per il lavoro nei campi e molti di loro vengono tolti prematuramente da scuola. Prima fra tutte però, l’usanza di combinare i matrimoni per procura: uno dei pochi rimedi utili per salvarsi da una situazione economica senza speranze.
Il mistero: dov’è Giorgia?
La trama è arricchita da un elemento narrativo thriller. Un mistero pervade il corso dell’intera puntata: che ne è stato di Giorgia, la prima moglie di Italo Bassi? Lo sposo ci viene presentato come un ubriacone, un uomo rude e probabilmente violento. Come Maria, anche noi abbiamo troppi pochi dettagli per capire chi è veramente Italo, ma forse non è il mostro che sembra. La donna è scappata con l’amante oppure, nella peggiore delle ipotesi, è stata vittima di un crimine passionale? Il corpo di Giorgia sarà rinvenuto solo alla fine della puntata, vicino al fiume. Vediamo Italo devastato, ma sullo sfondo appare un altro uomo, anch’esso distrutto per il rinvenimento del cadavere.
Al di là del risvolto thriller, il mistero aggrava il clima di paura in cui le donne imperversavano. E come suggerisce la compaesana di Maria, è meglio restare “zitte e buone” per non fare la stessa fine di Giorgia. Conosciamo Italo e Vittorio come i cattivi della storia, ma più dettagli emergono, più comprendiamo il loro dolore e la loro condizione impietosa. Il paese l’ha già messa in guardia dai Bassi, ma la situazione di Maria è drammatica: la miseria non le dà il privilegio di farsi scrupoli. Lei ha bisogno di “schei” (soldi) mentre Vittorio vuole dei “fioli” (o meglio, delle braccia forti per lavorare i campi) e invierà il vaglia alla famiglia della nuora solo quando questa rimarrà incinta di Italo.
Il cast de La Sposa
La regia è a cura di Giacomo Campiotti, regista di La figlia del capitano e Bianca come il latte, rossa come il sangue. La fotografia limpida e dai forti contrasti è di Stefano Ricciotti, che insieme a Campiotti ha partecipato a Braccialetti rossi, mentre il soggetto è di Valia Santella, Eleonora Cimpanelli e Antonio Manca. Nel cast troviamo Serena Rossi, la giovane e coraggiosa protagonista, la quale illumina la scena col suo sorriso. Nei panni di Maria, Rossi è convincente, autentica ed empatica. Al suo fianco troviamo Maurizio Donadoni (Martin Eden), il burbero Vittorio, mentre l’enigmatico Italo è interpretato da Giorgio Marchesi (I Medici – Nel nome della famiglia). Paolino è il piccolo Antonio Nicolai, nel suo primo ruolo. Mario Sgueglia veste i panni di Antonio mentre Giulia D’Aloia è la sorella Luisa. Nel cast troviamo dunque sia attori emergenti, sia affermati che sembrano essere perfettamente a loro agio in un’epoca dal retrogusto arcaico. La recitazione è naturale, enfatizzata solo nei momenti più drammatici, ed è resa ancora più realistica grazie all’uso dei dialetti regionali.
Cosa vedremo nelle prossime puntate?
Maria riavvicinerà Italo alla vita e saprà farci commuovere con il suo altruismo e la sua dolcezza. Ma proprio quando i due veneti impareranno ad apprezzare Maria, Antonio, il primo amore della ragazza, tornerà dal Belgio, più ricco e più determinato a riconquistare la sua amata. Scopriremo finalmente cosa è successo a Giorgia e nel racconto ci sarà posto per nuove tematiche sociali molto impegnative, come le lotte contro le disparità salariali. La Sposa è una storia di resilienza e di riscatto sociale, capace di unire tutta la famiglia. Maria saprà regalarci emozioni genuine e riuscirà a farci commuovere con un racconto che parla dei tempi andati anche nelle prossime puntate? Finora abbiamo visto un’Italia ostile, che non viene celebrata, segnata dalle disparità sociali, di genere e di provenienza. Un racconto che ci aiuta a capire chi eravamo ieri, per essere migliori oggi. Il taglio della narrazione è impietoso e realistico – sebbene non manchino dei cliché che hanno già fatto indispettire veneti e calabresi, e restituisce tutta l’amarezza della storia contenuta nelle nostre radici.
La Sposa è la fiction ideale se ricercate una storia semplice e diretta, ma ricca di pathos, che sappia parlare al cuore di ogni generazione. Non ci resta che aspettare il secondo appuntamento domenica 23 gennaio in prima serata su Rai Uno o in streaming su RaiPaly.