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Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin – Divertente, scanzonata, dissacrante: la Recensione della bizzarra period comedy di Apple Tv+

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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin, la comedy in costume di Apple Tv+.

Nelle vecchie osterie inglesi, quando le storie si ascoltavano ancora dalla voce dei vecchi cantori di strada, c’era un nome che rievocava imprese straordinarie e gesta folli: il nome di Dick Turpin. Questo personaggio, che è diventato una sorta di mito dopo la sua scomparsa, è realmente esistito e depredava carrozze di ricchi e borghesi nell’Inghilterra del XVIII secolo. Figlio di un macellaio di un villaggio, Turpin divenne uno dei più leggendari briganti della storia inglese, finendo nelle pagine di scrittori e poeti che, nei secoli successivi, ne hanno cantato le gesta. Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin si ispira dunque a un personaggio reale.

La serie sbarcata su Apple Tv+ riprende le farsesche disavventure del brigante e le declina in chiave comedy per regalarci un prodotto leggero, frizzante, spigliato e molto divertente.

Lo show è una parodia dei period drama (tra le migliori period comedy ambientate nel passato) conta solo 6 episodi ed è stato rilasciato sulla piattaforma con cadenza settimanale. Trenta minuti per ogni puntata, un ritmo narrativo sciolto e spedito, dei personaggi fortemente caratterizzati e una trama orizzontale che bada poco alla sostanza e mira molto di più all’intrattenimento fine a se stesso. Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin racconta come il suo protagonista, interpretato dallo stand-up comidian britannico Noel Fielding, si ritrovi, per una rocambolesca sequenza di equivoci, a guidare una banda di fuorilegge nell’Inghilterra del Settecento. Figlio di un macellaio burbero e poco incline alla tenerezza, Dick Turpin decide di non seguire le orme del padre. Troppo delicato, troppo estroso, troppo elegante – e, soprattutto, troppo vegano – per passare la vita a uccidere vitelli e affettare bistecche.

Così sceglie di partire all’avventura e, dopo aver ucciso per puro caso il capo di una sgangherata gang di fuorilegge, ne diventa l’amatissimo leader. Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin parte proprio da qui.

Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin

La comedy centralizza poi tutta la narrazione sul personaggio di Turpin e sulle sue strambe imprese. La banda di cui è diventato il capo è pasticciona, maldestra, un po’ goffa. La maggior parte delle gesta che compie sono frutto del caso o di un fortuito intreccio di equivoci. Impacciati e tontoloni, i compagni di Turpin lo seguono nelle sue peripezie, cacciandosi spesso nei guai e non avendo la minima idea di come venirne fuori. Il titolo stesso della serie – Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin – è già tutto un programma. Non c’è niente di lineare nello show. Tutto procede come se fosse una stravagante ballata medievale, ma con un umorismo completamente moderno.

Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin si prende gioco anche dei tempi nostri, degli stili di vita contemporanei.

Le battute sulla mania dell’all you can eat, come pure quelle sui life coach, ci confermano che la serie Apple TV+ (che ha altri prodotti poco noti da recuperare) parla a noi. Con un linguaggio disinvolto e spontaneo, pungente e diretto, in perfetto stile british. Gag demenziali, giochi di parole e costumi coloratissimi scandiscono i tempi di questa comedy. Ci sono delle tirate sul giornalismo moderno e sull’ipocrisia dei nostri giorni (“La gente è affascinata dalla cronaca nera”, “sono i poteri forti che vi spingono a crederlo”). Ma attenzione a non scambiare Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin solo per un ritratto dissacrante dei tempi moderni.

La comedy di Apple TV+ vuole divertire attraverso un linguaggio diretto, un ritmo che non conosce fasi di stallo e una scenografia vivacissima.

Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin

È una parodia, ma non piega la sua trama alla volontà di lanciare messaggi a chi guarda. Certo, Dick Turpin è un emarginato narcisista (“non ero così emozionato da quando ho scoperto i miei zigomi”) che riesce a conquistarsi le luci della ribalta con le sue sole forze. Ma il personaggio è scritto essenzialmente per divertire. Qua e là riusciamo a trovare degli spunti di riflessione. Ma il tutto è sempre inserito all’interno di un contesto che non si prende troppo sul serio. Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin è diretta e cinica quando vuole. Il giudice Jonathan Wilde (Hugh Bonneville) dice che si è sognatori finché la vita non manda in frantumi i nostri sogni, finché ciò che rimane non è altro che il male che gli uomini devono fare per sopravvivere.

C’è una certa vena anticonformista e dissacrante a pervadere l’humor della comedy Apple TV+. Ma il viaggio di Turpin e della sua banda è un viaggio sconclusionato e scombinato. I personaggi sono scritti per far ridere dei propri difetti e della propria inadeguatezza. Dick Turpin è accompagnato sempre dalla sua confusionaria gang: Honesty (Duayne Boiache), Moose (Marc Wootton) e Nell (Ellie White), l’unica donna. Accanto a loro, dall’altra parte della barricata, si alternano tre villain profondamente diversi tra loro. C’è il corrotto e insicuro Jonathan Wilde, accompagnato sempre da suo figlio. C’è la brillante e temutissima Lady Helen (Tamsin Greig). E poi c’è il vanesio Connor Swindells (che prima di Sex Education, ha avuto una storia drammatica) nei panni del brigante antagonista di Turpin. Tutti personaggi che caratterizzano il mondo di Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin e le conferiscono il giusto tocco di stravaganza.

La serie può essere sintetizzata dalla battuta finale di Noel Fielding: “è tutto bellissimo, ma qualcuno sa dove stiamo andando?”

Come altri prodotti simili, da cui non sai veramente cosa aspettarti, Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin punta su una comicità sconclusionata e demenziale. Difronte a show del genere, non hai neppure il tempo di chiederti cosa siano e dove vogliano andare a parare. Il ritmo è così coinvolgente, le battute così serrate, le gag così divertenti, che qualsiasi perplessità è rimandata a fine visione.