ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Lezioni di chimica, la serie disponibile su Apple TV+.
Ogni cosa vivente, tutta la materia, è costituita da atomi. L’atomo è una unità indivisibile, che non può scindersi oltre, che non si disgrega, può solo legarsi. Gli atomi non fluttuano da soli, interagiscono con altri atomi, creano delle connessioni. Sia i legami forti, che tengono insieme le molecole, sia quelli più deboli, che creano connessioni temporanee, sono essenziali per l’esistenza della vita. Il modo in cui un atomo si lega all’altro non è casuale. Guardando la struttura finita, e percorrendo a ritroso tutto il processo, ci si rende conto di come tutto avesse un senso già in partenza, di come tutto fosse collegato. La scienza è una materia complessa e affascinante, ma anche molto essenziale, consequenziale. Le connessioni sono istintive, naturali. Avvengono e basta, perché la natura è predisposta per fare il suo corso in presenza di determinate variabili. Tutto molto bello, tutto molto affascinante. La chimica applicata alla vita non è poi così diversa. Lezioni di chimica, la miniserie prodotta da Apple Tv+, usa la scienza come metafora per raccontare i legami tra le persone, le interconnessioni che passano tra gli individui e il loro modo di relazionarsi con l’esterno. Siamo tutti atomi che inevitabilmente vanno a legarsi tra di loro, dando vita a strutture via via più complesse. Non è indifferente il modo in cui riusciamo a combinarci tra noi: è la vita, ma sono anche le nostre scelte a determinare che tipo di molecola possiamo essere.
La serie con Brie Larson protagonista è l’ultima grande perla di Apple Tv+.
La miniserie da otto episodi è arrivata sulla piattaforma il 13 ottobre e ogni settimana è stata rilasciata una nuova puntata. Si tratta di una storia femminista e anticonformista, con una grande figura di donna a fare da catalizzatore al racconto. Siamo negli Stati Uniti degli anni Cinquanta – più o meno la stessa ambientazione di The Marvelous Mrs Maisel, un’altra serie che dovreste guardare -, alle prese con una società solo formalmente avanzata e progressista, ma in realtà retrograda, patriarcale e maschilista. La parità di genere non esiste ancora, le diversità di trattamento, tra le mura domestiche e sul posto di lavoro, sono un dato di fatto, un ostacolo che impedisce alle donne di puntare all’emancipazione completa e alla realizzazione personale. Elizabeth Zott è una delle vittime di questo sistema. Laureata in chimica, si è ritrovata a lavorare come tecnico di laboratorio nell’istituto di ricerca Hastings, dando del filo da torcere ai colleghi uomini. Pur essendo più preparata e brillante, Elizabeth non ha la strada spianata come gli altri scienziati del laboratorio. Ai maschi non si precludono possibilità e, se c’è da investire su un progetto di ricerca, lo si fa senza discuterne troppo. Se invece ad avanzare un’idea (una buona idea) è una donna, il discorso è diverso. La protagonista di Lezioni di chimica è costretta a fare i conti con vedute chiuse, pregiudizi e preclusioni. I rifiuti, le porte in faccia e il confronto costante con il lavoro dei colleghi uomini l’ha resa schiva e introversa, quasi selvatica.
Non è una donna docile, Elizabeth Zott. Neanche lontanamente.
Accumula frustrazione e sembra sempre sul punto di scoppiare. Vivere da gregario quando si hanno i mezzi per interpretare il ruolo di protagonista può essere avvilente. Ma più che abbattersi e demoralizzarsi, Elizabeth continua a combattere. L’incontro con Calvin Evans (Lewis Pullman) cambia tutto. Scienziato brillante, misantropo e solitario, il dottor Evans intuisce subito il potenziale di Elizabeth. In una fase di penuria creativa, il confronto con la collega Zott, sempre piena di idee e slanci, è addirittura provvidenziale. I due imparano a conoscersi, a scambiarsi opinioni e punti di vista e di questo rapporto insolito beneficia non solo il lavoro comune, ma anche la loro stessa esistenza. Il legame tra Calvin ed Elizabeth è quello tra due atomi solitari, respingenti e intrattabili, che trovano finalmente una maniera per fondersi e dar vita a qualcosa di nuovo. Lezioni di chimica parla di amore nelle sue multiformi sfaccettature. Un amore che non ha nulla di smielato e zuccherino, ma che riporta alla necessità dell’individuo di trovare un suo completamento all’interno del cosmo. La relazione tra i due personaggi però dura giusto il tempo di qualche episodio. Il tragico destino di Calvin Evans mette fine a una relazione che era stata in grado di ridare vita a due persone solitarie e arrabbiate, riportandole all’origine della felicità.
Ma Lezioni di chimica non è una storia d’amore, almeno non solo.
Rimasta (di nuovo) sola, costretta a fare affidamento esclusivamente sulle proprie forze, Elizabeth deve rialzarsi dall’ennesima batosta e lottare per conquistarsi il proprio posto in società. Pur essendo una donna e madre single all’interno di una società patriarcale e conservatrice, la protagonista riesce a sfruttare le opportunità che le si presentano e a trovare un mezzo per far ascoltare la propria voce. Benché il suo sogno fosse quello di completare il dottorato e lavorare come chimico, Elizabeth accetta un incarico in televisione per il programma Cena alla sei, dove può applicare le leggi della chimica alla cucina, ma soprattutto, può parlare alle donne e spronarle a seguire le proprie inclinazioni e le proprie ambizioni. Il set televisivo diventa una sorta di tribuna politica dalla quale, con fermezza e non senza ostacoli, Elizabeth Zott arringa casalinghe e giovani donne piene di sogni e di talento. Il suo show ha qualcosa di rivoluzionario e infatti viene osteggiato e boicottato dal mainstream maschilista che vorrebbe indirizzare i gusti del pubblico verso qualcosa più conformistico. Lezioni di chimica diventa così la maniera di raccontare una storia di ribellione e insubordinazione, nella quale il ruolo del cattivo è incarnato da una società retriva e limitata, che vorrebbe le donne costrette in uno spazio angusto, senza troppa libertà di manovra. Ecco, la lezione di Lezioni di chimica è dimostrare quanto il calcolo sia errato.
Nel cast della serie Apple Tv+ troviamo anche Stephanie Koenig (The Offer), Kevin Sussman (The Big Bang Theory), Thomas Mann (Winning Time: L’ascesa della dinastia dei Lakers), Aja Naomi King (Le regole del delitto perfetto) e Patrick Walker (Gaslit). Ma a brillare è soprattutto Brie Larson, un’attrice divisiva – che dopo l’Oscar chiese aiuto a Jennifer Lawrence – ma di eccezionale talento. In Lezioni di chimica si rende protagonista di un’interpretazione superba. È come se dalla bocca di Elizabeth Zott fuoriuscisse il flusso dei pensieri della Larson. È sempre lì sul punto di esplodere, nervosa, tesa, pronta a sbottare. Poi riacquista la calma e attenua il livore con l’ironia, altro tratto che spicca in questa produzione. Lezioni di chimica è davvero una gran bella serie. Le ambientazioni sono tenui e retrò, ci riportano al cuore degli anni Cinquanta senza farci perdere il contatto con il presente. Ogni cosa è curata come fosse parte dell’allestimento di un set di un programma televisivo, dove i prodotti dello sponsor vanno messi in primo piano, i colori vanno abbinati all’abbigliamento della conduttrice e la telecamera va piazzata dritta sul volto della protagonista. Anche il ritmo con cui questa serie sceglie di raccontarsi è piacevole. Con un flash forward iniziale, gli autori ci mostrano Elizabeth già alla conduzione del programma, anticipando i risvolti della trama. Ma poi, a quel punto, ci si arriva con lentezza. È un viaggio piacevole nel passato della protagonista come in quello di Calvin. I flashback sono funzionali alla narrazione, non disturbano e anzi l’andatura lenta del racconto riesce a cullare lo spettatore e a introdurlo per bene nel complesso mondo emotivo dei suoi personaggi.
C’è anche un filone secondario che viene amalgamato all’intreccio principale. Anche qui, però, si tratta comunque delle battaglie di una donna – Harriet Sloane, interpretata da Aja Naomi King – che lotta contro le storture di una società che vede il genere femminile e le persone di colore relegate ai margini. Il doppio binario su cui si dispiega Lezioni di chimica trova sempre una connessione nel fervore della battaglia che la sua protagonista porta avanti. Per se stessa, per sua figlia Mad e per le donne in generale. Sono otto episodi di qualità, curati nella sceneggiatura tanto quanto nell’ambientazione. È una serie che vale la pena recuperare, perché si tratta di una delle migliori produzioni arrivate su Apple Tv+ nel corso di quest’anno. La lezione fondamentale che si nasconde dietro il racconto ironico e drammatico di Lezioni di chimica è che non esistono atomi in grado di formare una molecola senza l’ausilio di un altro atomo e che, nella vita della materia come in quella degli esseri viventi, non si possono evitare le sorprese. I cambiamenti non devono spaventarci, dobbiamo lasciarli vincere e arrenderci all’inevitabilità dei grandi come dei piccoli mutamenti, consapevoli di essere sostanze senzienti in grado di occupare il proprio spazio nel mondo dei vivi.