Vai al contenuto
Home » Recensioni

Lockerbie – La Recensione dei primi due episodi: una storia di giustizia senza paure né confini

Copertina di Lockerbie - Attentato sul volo Pan Am 103
Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

Tra le opere che adattano tragedie realmente accadute, che ultimamente aumentano sempre più, un approfondimento lo merita senz’altro Lockerbie – Attentato sul volo Pan Am 103. Parliamo di una miniserie uscita su Sky/Now, non a caso, per la Giornata della Memoria e diretta da Otto Bathurst e Jim Loach per la Carnival Films. La sceneggiatura si ispira invece ai fatti reali raccontati nel libro The Lockerbie Bombing: A Father’s Search for Justice, pubblicato da Jim Swire e Peter Biddulph nel 2021. Ordunque, cosa successe davvero in quel drammatico 21 dicembre 1988? Ebbene, il volo transatlantico Pan Am 103 da Londra a New York fu distrutto da una bomba 38 minuti dopo il decollo mentre sorvolava la città scozzese di Lockerbie. Morirono 243 passeggeri e 16 membri dell’equipaggio. Nessun sopravvissuto.

Tra questi c’era anche Flora Swire, figlia di Jim e Jane e tanto entusiasta di trascorrere il suo primo Natale dal suo fidanzato in America. Anche i genitori e i suoi fratelli Cathy e William erano felici per lei, nonostante sarebbe mancata loro la sua esuberanza e il suo calore per le feste. Purtroppo però, dopo qualche ora, scoprirà che Flora non aveva ancora raggiunto New York e non l’avrebbe mai fatto. E non perché l’aereo su cui doveva viaggiare non era più partito oppure aveva litigato al telefono con il fidanzato. Ma per il fatto che adesso il suo corpo, insieme a quello di decine di altre persone, posava esanime sul suolo scozzese di Lockerbie. Quest’ultima, infatti, sarà la cartina di tornasole della storia, attraverso cui riusciamo a vedere per immagini l’immane disastro aereo (per voi una Lost Distopia dopo l’incidente aereo).

Jim Swire, protagonista di Lockerbie, ricerca la verità (Wired Italia)

Non si tratta di fantascienza o di un thriller farcito di suspense

Non assistiamo a grandi scene di morte sull’aereo, ma soltanto a una devastante esplosione in cielo scorta da chi placido conduceva la propria vita nella tranquilla Lockerbie. Poco dopo, una pioggia di pezzi incandescenti avrebbe invaso la città, uccidendo ben undici dei suoi abitanti! Mentre un fattore si ritroverà a contare gli innumerevoli cadaveri che cascavano dal cielo come pupazzi sul suo campo. Ed è proprio all’interno di questa angosciante cornice che ritroviamo Jim Swire, il protagonista indiscusso della storia nonché padre di Flora. Interpretato da Colin Firth, Jim è un rispettabile medico di base inglese, padre e marito devoto, persona integerrima, intrepida e brillante. Ebbene, questi non si limiterà a piangere insieme alla famiglia l’adorata figlia volata via. Vivrà addolorato per giorni, mesi e per sempre, ma in cuor suo desidererà soltanto ottenere valide risposte su quanto era accaduto.

Era stato un problema meccanico, un errore umano o, ancora peggio, un attacco terroristico? Con l’aiuto del sagace ed empatico giornalista Murray Guthrie e supportato da moglie e figli, nonostante la loro prudenza, scaverà a fondo per scoprire la verità e fare giustizia. Per se stesso e tutti i cari delle vittime del volo 103. Diventerà infatti portavoce del gruppo e senza alcuna remora inizierà con l’affrontare ben due segretari del Ministero dei Trasporti, rappresentanti inoltre del Primo Ministro Thatcher. Al secondo in particolare, Cecil Parkinson, presenterà l’istanza per un’inchiesta privata oltre quella penale dello Stato, in quanto grazie a Murray aveva scoperto tre dettagli importanti di quella vicenda.

La vera Flora Swire (The Times & The Sun)

Così da Lockerbie giungiamo fino all’ambasciata americana di Helsinki

Qui, poco tempo prima, era di fatto arrivato un messaggio dall’Iran che intimava a un possibile attacco prima di Natale. Tuttavia era stato superficialmente ritenuto un mero scherzo da parte degli estremisti. Le controprove però c’erano. In primis era stato inviato un documento di allerta al Regno Unito che era subito passato in sordina. In secondo luogo, invece, tutti i posti sul volo 103 destinati agli ambasciatori americani in Finlandia erano rimasti vacanti.

Nonostante tutta l’evidenza di un attacco terroristico, dando valore agli avvertimenti e rendendo ferrea la sicurezza aeroportuale, la politica inglese sembrerà in un primo momento ostacolare la causa di Jim. E sarà proprio questo rifiuto a mobilitare più che mai un padre che aveva per sempre perso uno dei suoi amori più grandi a Lockerbie. Non si fermerà un istante nel fare interviste, ricerche e indagini. Fino a testare addirittura i controlli dell’aeroporto con un finto ordigno in valigia per raggiungere Boston indisturbato e dimostrare così che aveva ragione. E così, durante dei giorni di fermo trascorsi in serenità con il resto della famiglia, la Tv annuncerà i tanto attesi colpevoli dell’attentato.

Si chiamavano Abdelbaset al-Megrahi e Nabil Nagameldin e appartenevano all’Intelligence Libica

Costoro, pertanto, avendo un pregresso professionale all’Air Malta, erano riusciti a far imbarcare sul volo una delle Toshiba incriminate attraverso Francoforte. E a questo punto, si escludeva sia la vendetta Iraniana (conoscete la serie Teheran? Qui trovate un focus) che gli integralisti del Fronte Palestinese in Siria. Era l’astio per l’imperialismo americano e i bombardamenti su Tripoli dall’epoca di Reagan in poi, a esacerbare gli animi di quel popolo capitanato dall’efferato dittatore Gheddafi. Sembra passato un secolo dall’ultima volta in cui lo abbiamo visto comparire al Tg in pessime condizioni, ma il nostro Jim Swire non si fermerà neanche ad un individuo della sua portata.

Mediante infatti il solerte aiuto di un giornalista di Il Cairo, incontrerà Gheddafi per convincerlo a consegnare alla giustizia americana i due criminali, promettendogli di rispettare comunque la loro dignità umana. Anche questi, inoltre, aveva perso la sua figlioletta durante il bombardamento americano. Ma nonostante Jim si appellerà al dolore paterno condiviso, il colonnello gli darà inizialmente la negativa. Sarà però la proposta di processarli in uno Stato neutrale come i Paesi Bassi a rendere accettabile per il dittatore la consegna dei due terroristi alle forze dell’ordine.

Il secondo incontro tra Jim Swire e Gheddafi in Lockerbie (Style Magazine)

Pertanto, già dai suoi primi due episodi, non ci resta che celebrare la pregiata fattura di Lockerbie

Parliamo di una regia studiata con riprese flemmatiche ma profonde, montate magistralmente in alternanza a filmati di archivio reali e ricostruiti, tali da concedere ancora più credibilità al racconto. La scrittura, poi, ci offre dialoghi brillanti e parole ben calibrate in ogni caso. Avvalorata ovviamente dalla magnifica e sempreverde performance di Firth (ecco 10 motivi per amare anche il Darcy di Firth) così come della carismatica presenza di Catherine McCormack. Infine, ciò che ci aspetta nel prosieguo purtroppo non sarà una piacevole sorpresa. Ma la vera bellezza narrativa sta qui, nel fatto che viene raccontato un evento storico senza scadere ma in una sgradevole aridità espositiva. Abbiamo a che fare con un dolore inguaribile ma appena superabile dall’impegno, dall’autocontrollo, dall’audacia costante e dal piacere di un successo dovuto.

A tal proposito, non troverete pietismo estremo o sfiancante sconforto in Lockerbie. Gli Swire, così come gran parte delle famiglie dei defunti, sono abituati a stare al mondo con dignità e razionalità il più delle volte. Nonostante gli incubi perenni di una madre che immagina cosa abbia provato sua figlia nell’attimo esatto in cui ha smesso di vivere. O l’algido ricordo del suo cadavere impresso a fuoco nella mente di un padre che, senza onorare la sua breve esistenza, non saprebbe come andare avanti. Sarebbe diventata medico proprio come lui la sua Flora, ma sicuramente l’avrebbe “sorpassata”, citando le sue parole. Ciò nonostante, questo traguardo lei non potrà mai raggiungerlo… risuonerà però in eterno l’eco della sua risata fragorosa e la sua coinvolgente ironia. Insieme a un ricciolo dei suoi fluenti capelli ondulati e scuri. Neri, come quel tunnel che in fondo non mostra luce alcuna.