ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER sulla 1×02 di Loki
La seconda puntata di Loki ha mantenuto lo stesso spirito introduttivo della prima (recensione qui), senza esimersi però da un enorme twist sul finale. Oltre ad aver scoperto l’identità di questa pericolosissima Variante del Dio dell’Inganno, gli ultimi minuti hanno rappresentato un grande cliffhanger capace di tenere gli spettatori in trepidante attesa.
La serie sta acquisendo sempre più un tono unico con cui può alternare sapientemente azione, momenti di riflessione e gag comiche. Sicuramente il potenziale di questa storia è altissimo soprattutto per le sue conseguenze su tutto il Marvel Universe, ma consegnare una trama avvincente e stupefacente in ambito “viaggio nel tempo” sarà difficile senza incorrere in buchi narrativi. Analizziamo però l’episodio più nel dettaglio.
Lavorare all’interno della TVA deve essere di per sè molto tedioso, ma farlo quando sei un trickster nato deve essere effettivamente infernale.
Dalla comprensione delle regole e delle modalità di azione dell’agenzia alla prova sul campo, il nostro protagonista sembra rinchiuso in una metodologia che è lontana dal proprio modo di fare naturale: per richiamare l’impressione già chiara nella scorsa puntata, il modo di fare rappresentato dai Time Keepers è più labirintico e burocratico che efficiente e trasparente come vorrebbero dimostrare.
Nella conversazione tra Loki e Mobius riguardanti la nascita e l’obiettivo della TVA è evidente che qualcosa non torni: come una sorta di setta, i principi su cui si basano le azioni dell’agenzia sembrano tutt’altro che logici o rassicuranti. L’importantissima linea temporale, per quanto sacra, è ancora un work in progress: la sua stabilità non dipende solo dalla bravura degli agenti, ma soprattutto dal lavoro dei Time Keepers.
Come faccia il personaggio di Owen Wilson a credere così fermamente in questo modo di vedere l’Universo non avendo mai visto in persona questi esseri è sicuramente molto sospettoso: è probabile che durante le prossime puntate ci saranno rivelazioni che dimostreranno il fine lavoro propagandistico che è stato messo in atto per poter controllare e ridurre le varianti temporali e stabilire un unico universo possibile.
D’altro canto Loki si dimostra l’ingegnosa risorsa che serviva all’interno della missione: non solo scopre una grande falla nel modus operandi dell’agenzia, ma riesce a fuggire seguendo le orme della propria Variante.
Moltissime teorie hanno trovato il proprio fondamento nell’identità della Variante di Loki: una versione femminile che non solo conferma la fluidità del personaggio (ne abbiamo parlato nel dettaglio in questo articolo), ma rappresenta un ottimo modo per unire più storie possibili.
Sebbene alcuni fan abbiano iniziato a chiamare questa new entry “Lady Loki“, molti non sono sicuri si tratti della controparte femminile dei fumetti: in quel frangente, infatti, Lady Loki era l’incarnazione del dio in un corpo femminile – in particolare quello di Lady Sif – e rappresentava quindi sempre lo stesso personaggio. Qui invece si tratta semplicemente di una variante che mantiene molto del suo carattere e della caparbietà aggiungendo però nuovi poteri (e nuovi motivi): uno fra tutti la capacità di infondere la propria essenza da una persona all’altra, cosa mai vista fare al nostro protagonista.
Un particolare curioso che i fan più attenti hanno notato, però, è come in alcuni crediti di coda della serie il personaggio non viene sempre chiamato la Variante, ma con un nome proprio: Sylvie.
Questo piccolo dettaglio porta con sè tutta una diversa serie di implicazioni: nei fumetti infatti Loki trasmette parte dei propri poteri in un’umana dal nome Sylvie Luston che, acquisendo l’identità dell’Incantatrice, scatena il caos ovunque va.
Se non possiamo dunque confermare l’identità effettiva di questa donna, non è difficile immaginare che la serie tv abbia unito più elementi presenti nei fumetti Marvel per creare un qualcosa di simile, ma diverso: insomma una vera e propria Variante.
Il comportamento di Loki, d’altro canto, continua a essere ambivalente: da un lato sembra aver accettato il proprio ruolo come “consulente” della TVA, ma dall’altro i suoi sospetti lo portano a voler indagare di più sul luogo in cui si trova ancora intrappolato.
Un momento molto toccante – e ingegnoso – riguarda la scoperta della distruzione completa di Asgard con l’arrivo del Ragnarok: non deve essere facile accettare che l’Apocalisse e l’annichilimento del proprio pianeta natio siano considerati soltanto come un evento tra mille, voluto e accettato da esseri che potrebbero avere le capacità di cambiarlo.
Forse è questo quello che la Variante sta cercando di fare? Cambiare gli avvenimenti? O far rinascere ancora una volta il Multiverso con conseguente distruzione della linea del tempo sacra? Ancora è troppo presto per poter azzardare una risposta giusta.
Molto interessante, nella caratterizzazione del protagonista, è notare il suo modo di rapportarsi con una diversa versione di se stesso: sicuramente vedremo questa dinamica nel dettaglio nelle prossime puntate. Notare però come Loki fosse in difficoltà non solo nel captare informazioni, ma anche nel combattere ad armi pari contro questa controparte ha sicuramente un valore da non sottovalutare nella crescita ed espiazione del personaggio principale che, a differenza della sua controparte morta in Avengers: Infinity War, rappresenta ancora un dio moralmente grigio e ambiguo.
Il bombardamento dell’intera linea temporale è l’obiettivo che la Variante Loki aveva in mente: gli ultimi minuti infatti hanno permesso alla trama di mettere il piede sull’acceleratore e creare una catastrofe da gestire con emergenza.
Sarà però questo il piano che aveva in mente o solo una fase intermedia? È davvero così facile distruggere il lavoro di tre entità superiori o le variazioni messe in atto alla fine dell’episodio verranno gestite con scioltezza? Bisogna infatti capire come la TVA sia in grado di manipolare il tempo: abbiamo già visto la possibilità di viaggiare avanti e indietro nella timeline, così come l’opzione di disintegrare interi episodi cancellandoli per sempre prima che diventino critici.
Controllare più criticità assieme dovrebbe dunque non essere un enorme problema per un’agenzia il cui unico motivo di esistenza è, appunto, questo. Molto probabilmente questo attacco non è altro che un tentativo di distrazione messo in atto per poter agire in modo indisturbato e raggiungere i misteriosi Time Keepers. Altri dubbi però continuano a sorgere.
La Variante, per esempio, sembra suggerire al nostro Loki che questo piano non lo riguarda minimamente e che non è per niente interessata nell’unire le forze con lui. Sarà davvero così? È solo una casualità che il portale da cui, a fine episodio, riesce a fuggire rimane aperto per il tempo necessario a seguirla? O era anche questo parte del piano?
E con quali intenzioni Loki ha deciso di seguire la Variante? Per tradire la fiducia del TVA o per fare un doppio gioco? Come sappiamo il personaggio è abituato a cambiare fazione con velocità avendo come unico interesse la propria incolumità (e, a volte, solo il proprio divertimento). Non possiamo far altro che aspettare con trepidazione il prossimo episodio, sperando di trovare più risposte che domande lungo la strada. O meglio, la timeline.