Manifest è il mistery drama andato in onda l’1 ottobre su Premium Stories. Tra i produttori esecutivi figura il grande Robert Zemeckis – qui al suo debutto in tv -, regista di alcuni tra i più grandi blockbuster americani, tra cui la trilogia di Ritorno al futuro e Forrest Gump. Protagonisti della serie sono l’attrice Melissa Roxburgh e Josh Dallas, l’attore di Once Upon a Time.
Zemeckis e Jeff Rake (anche ideatore della serie) si sono cimentati in un genere molto diffuso e con un plot che non può non far pensare a Lost. In effetti, di storie incentrate su incidenti aerei sono pieni gli schermi, anche cinematografici.
Ma in Manifest non c’è alcun disastro aereo.
È il 7 Aprile 2013, una “tipica” famiglia americana, di ritorno dalle vacanze, attende in aeroporto il volo per tornare a casa. Ma nulla andrà come previsto. A causa di un overbooking, il volo per New York è in ritardo e la compagnia aerea offre ai passeggeri un voucher per il volo successivo. A salire su quell’areo saranno la poliziotta Michaela, suo fratello Ben e il figlio di quest’ultimo malato di leucemia.
Per l’esattezza, saranno 191 le persone a salire sul volo 828 del Montego Air Flight, e sempre 191 saranno quelle ad atterrare a New York dopo un volo turbolento, ma di routine. Ma nulla sarà più come prima.
Che qualcosa non va si intuisce quando, una volta atterrati, i passeggeri a bordo si ritrovano circondati dalla polizia. Scopriranno poco dopo di essere stati considerati dispersi per 5 lunghi anni, mentre per loro non sono passate che le ore del volo aereo.
In questo caso, il “disastro” (che effettivo disastro non è) non ha colpito tanto i suoi passeggeri, che non sono per niente invecchiati, quanto invece le famiglie e le persone a loro vicine, che malgrado tutto sono dovute andare avanti con la propria vita, accettando la presunta scomparsa dei loro cari.
Tutte le cose concorrono al bene.
Questa è la frase preferita della madre di Michaela, che assumerà un significato maggiore dopo l’atterraggio del volo 828. In effetti, gli eventi accaduti potrebbero essere visti sotto quest’ottica. Sarà infatti solo grazie ai 5 anni trascorsi per tutti, tranne che per i passeggeri del famigerato volo, che il figlio di Ben potrà avere una speranza di sopravvivere, grazie alla scoperta di una nuova cura. È come se il destino gli avesse dato una seconda chance.
Ma i passeggeri del volo 828 non sono tornati a casa del tutto illesi.
Qualcosa è cambiato e pian piano se ne renderanno conto. Delle voci inizieranno a risuonare nelle loro teste e li spingeranno a compiere azioni di cui non conoscono il significato, ma che sentono di dover fare. Sono come delle premonizioni che porteranno la protagonista a salvare un bambino dall’essere investito da un autobus e poi a liberare due bambine prigioniere in una casa. Ed ecco che ritorna la frase della madre di Michaela, che assume un significato ancora più profondo.
È impossibile non avere un effetto déjà-vù guardando Manifest, ma al di là di questo la premessa del pilot è piuttosto intrigante. Che cosa sono quelle voci che i passeggeri del Montego Air Flight sentono nella loro testa? E come è possibile che, mentre erano sull’aereo, siano passati 5 lunghi anni?