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Mare Fuori non è cresciuta, ha soltanto tolto la trama amorosa – La Recensione della prima parte della quinta stagione

Rosa Ricci in una scena di Mare Fuori 5
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No: Mare Fuori 5 non è cresciuta. Non è cambiata e non si è evoluta. Tutto scorre nello stesso modo in cui lo abbiamo lasciato e, a scanso di equivoci, neanche la nuova regia è riuscita ad aggiungere qualcosa di diverso a questa Serie Tv che ha oramai perso la sua identità seppur provi in tutti i modi a dimostrare il contrario. Ludovico Di Martino (Skam Italia) prova a cambiare qualcosa, prova a ri-portarla in vita prendendo spunto delle prime due stagioni della Fiction. Lo sforzo c’è e si vede, ma il risultato non basta.

Perché Mare Fuori 5 non è più quella delle prime due stagioni. Quella forza che aveva distinto il suo esordio – permettendole di diventare un fenomeno mediatico acclamato – si è persa dietro a una narrazione che non riesce a cambiare le carte in tavola pur provandoci costantemente attraverso colpi di scena che sulla carta dovrebbero stravolgere tutto.

Ma anche quando tutto è stravolto, Mare Fuori 5 resta la stessa Serie Tv che, un anno fa, è caduta in quel vuoto a perdere che l’ha privata di qualsiasi forma di credibilità. Tutto cambia per far tornare tutto allo stesso modo, è questo il più grande limite di una Serie Tv che – con la nuova regia – prova senza riuscirci a citare le più grandi forme di arte del cinema, tentando non troppo timidamente di mettere in scena immagini che vorrebbero richiamare l’arte di Lynch. Il quinto episodio, intitolato Strade Perdute, è un esempio lampante di questo tentativo non riuscito da parte del regista che ha provato a portare la quinta stagione a uno stato onirico che non è stato raggiunto.

Mare Fuori 5 ci prova, ma non ci riesce. Chiede quasi velatamente scusa per alcuni errori della quarta stagione, ma non dimostra di aver capito la lezione

Rosa, Massimo e Sofia in una scena di Mare Fuori 5
Credit: Rai Fiction

Ritorna la vendetta, la lotta eterna tra i Di Salvo e i Ricci, e ritorna una Rosa ancora più centrale. Essere l’ultima dei Ricci diventa per Rosa una responsabilità che la distoglie da qualsiasi forma di cambiamento annunciato nella quarta stagione (qui la recensione del finale). Non è ancora pronta per guardarsi indietro e rifiutare quella vita che per anni ha reso la sua famiglia una delle più pericolose e importanti. Per questo, decide di lasciare Carmine e tornare all’IPM, così da poter ri-avere il controllo della situazione e di agire dall’interno. La Rosa Ricci che troviamo nella quinta stagione è la Rosa Ricci che abbiamo visto in precedenza. Ma proprio il suo personaggio è il compimento della parabola di questa quinta stagione: tornare in scena provando a mostrare un cambiamento che in realtà non esiste.

Mare Fuori 5 torna infatti in scena sotto una veste che, come detto, prova a richiamare le prime due stagioni. La questione amorosa viene messa in secondo piano per far spazio alle tematiche che hanno reso Mare Fuori quel che è stata. La vendetta, le conseguenze della malavita e la lotta tutti contro tutti sono di nuovo al centro della storia, ma questo non basta a salvare la prima parte della quinta stagione. Non basta perché ogni cosa si ripete senza aggiungere nuovi tasselli, pur avendo a disposizione tutti gli spunti per farlo. Quel ritorno all’origine che viene qui messo in atto da Ludovico Di Martino si mostra infatti debole e imparagonabile a quanto visto nelle prime due stagioni. Tutto scorre in modo confuso e sovrastato da urla silenti che provano a dimostrare che Mare Fuori sia in ripresa. Ripresa che però non vediamo. Non davvero.

A poco sono servite anche le new entry di questa quinta stagione. Personaggi che, a conti fatti fino a questo momento, non hanno aggiunto nulla a questa narrazione ma l’hanno solo riempita. Almeno in questi primi sei episodi il loro contributo non è stato in grado di fornire nuovi spunti, se non quelli di tentare di seminare panico e rivolte all’interno dell’IMP. Sulla scia di Ciro Ricci (un personaggio che si è tentato di ri-modellare in modo errato) i milanesi provano a prendere il controllo del posto. Ma, almeno fino ad adesso, questo non sposta niente all’interno della narrazione. Più che delle nuove storie di vita attraverso cui riflettere, questi nuovi personaggi assomigliano a dei tappabuchi attraverso cui provare a creare nuove dinamiche in un IPM in cui non c’è Edoardo Conte e Ciro Ricci è oramai un ricordo traumatizzante.

Rosa e Ciro in una scena di Mare Fuori 5
Credits: Rai Fiction

Come vale per loro vale anche per gli altri nuovi personaggi, come nel caso di Tommaso che – almeno per quanto visto fino ad adesso – sembra voler riportare in scena in un corpo solo sia il personaggio di Carmine che di Filippo. Tommaso, a differenza di altri detenuti, disprezza la criminalità e vede nei Ricci il male più assoluto. Proveniente da una famiglia altolocata, all’interno dell’IPM è completamente sperduto e lontano da tutto quell’orrore che ogni giorno vede compiersi. In lui si convivono così dei tratti che abbiamo già visto e che hanno fatto la fortuna della serie ai tempi d’oro, ed è qui che l’allarme si accende.

La possibilità che lui e Rosa possano stringere un legame non appare infatti così assurda, ma questo scenario non farebbe altro che aggravare la situazione già precaria di Mare Fuori. Al momento è solo un’ipotesi, ma questa possibilità andrebbe completamente controcorrente rispetto alle scelte prese da Rosa nella quarta stagione, quando ha deciso di lasciare Carmine all’altare per prendere in mano il suo ruolo: essere l’ultima dei Ricci.

I primi sei episodi di Mare Fuori 5 (disponibili su RaiPlay) sono pieni di situazioni che si susseguono una dopo l’altra. Di accozzaglie di personaggi – vecchi e nuovi – che si danno spazio sul palco annunciando di esserci anche loro. Che si danno il cambio quando l’altro finisce. Ma niente di tutto quello che viene restituito riesce a lasciare il segno. Il dolore delle conseguenze non viene qui più avvertito nello stesso modo. Mare Fuori 5 sembra aver lasciato l’anima indietro nel passato, e questo non fa altro che andare ad aggravare quanto abbiamo visto: perché senza l’anima, una Serie Tv come Mare Fuori dove intende andare? Tutto quello a cui assistiamo ha un non so che di macchinoso che rende la narrazione asciutta e priva di quella forza empatica che – anche quando le cose non andavano benissimo – riusciva comunque a risollevare le sorti del prodotto.

Antonia Truppo in una scena di Mare Fuori 5
Credits: Rai Fiction

L’unica vera luce di questa quinta stagione è la madre di Rosa Ricci, un personaggio costretto a fare i conti con quel passato che non è riuscita a cambiare e la speranza che – anche se da lontano – la figlia possa ribellarsi a quella vita criminale indirizzata dal padre. Un padre che, anche se non c’è più, continua a esserci con la sua eredità. Con quell’unica lezione (sbagliata) che ha insegnato ai figli incentrata soltanto sul potere e sul controllo a qualunque costo.

Ma qui, dentro questa madre così tormentata, si nasconde l’unico bagliore di luce di questa stagione: perché è lei l’unica a ricordarci che cosa significhi davvero il titolo Mare Fuori. Ed è a lei che ci appigliamo con tutte le nostre forze, sperando che il suo personaggio possa essere esplorato nel migliore dei modi tornando di nuovo a rappresentare – anche in minima parte – il vero senso per cui questa Fiction è nata.

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