RaiPlay ha rilasciato nella giornata di mercoledì primo febbraio i primi 6 episodi della terza stagione di Mare fuori, che aveva ottenuto particolare risalto anche grazie alla spinta datale da Netflix. L’IPM di Napoli torna dunque ad aprire le proprie porte (e celle) al pubblico, per raccontare i nuovi risvolti narrativi all’interno del carcere minorile. Ecco a voi la nostra recensione, rigorosamente senza spoiler, della prima parte di questo terzo capitolo di Mare fuori.
Dove ci eravamo lasciati
Mare fuori riprende esattamente da dove ci aveva lasciato, con gli stessi fardelli da risolvere e l’aggiunta di nuove componenti pronte ad arricchire il già caotico carcere minorile di Napoli. Ci eravamo lasciati con una serie di verdetti fondamentali: Naditza e Filippo si godono una tanto agognata libertà (che in realtà sarebbe una latitanza), Carmine dimostra di aver appreso dai suoi drammi e di dover necessariamente voltare pagina, perdonare Totò, l’assassino di sua moglie, e dedicare la sua rinascita e il resto della sua vita interamente alla piccola Futura. Inoltre, Gaetano è potuto tornare a casa sua, dove ha riscoperto l’amore verso i propri genitori, e Rosa, la sorella minore di Ciro, in seguito alla morte dell’altro fratello, ha trovato il modo per farsi arrestare ed entrare all’IPM, dove è pronta a tutto pur di ottenere vendetta ai danni di Carmine, la pecora nera della famiglia Di Salvo.
Mare fuori è tornata e ha ancora voglia di stupire
I primi sei episodi della terza stagione di Mare fuori sono molto fitti e ricchi di colpi di scena, questa è una premessa che va fatta al di là di qualsiasi spoiler. Un’accelerazione così improvvisa è sicuramente degna di nota, e vuol suggerire molto probabilmente un prolungamento molto ampio della trama, che si arricchisce di nuovi ingressi nel cast e di sconfinate possibilità narrative. Ora, la preoccupazione non può che essere quella più ovvia per una serie al suo terzo rinnovo, che è decisamente un punto cruciale, e riguarda principalmente i nuovi innesti: saranno questi in grado di replicare le performance dei già noti beniamini del pubblico? Ma, soprattutto, si comincia ad avere paura del peggior nemico di un dramma corale come Mare fuori: la ripetitività. Uno dei maggiori problemi riscontrati già nella seconda stagione, è stato il vuoto, tuttora incolmabile, lasciato da Ciro, un villain straordinariamente scritto ed interpretato, che rappresentava una certezza all’interno del cast. Lo scettro, dopo la sua dipartita, era passato nelle mani di Edoardo, che fino ad ora, però, non ha saputo reggere il confronto, complice un percorso sensibilmente diverso rispetto a quello di Ciro, presentato fin da subito come il super cattivo di turno, inscalfibile e inamovibile. Edoardo ha invece dato segni di maggiore umanità, finendo per ricoprire un po’ il ruolo del Dandi di turno, un erede carismatico ma non degno fino in fondo del ruolo affidatogli.
In questi primi sei episodi il quesito resta aperto: Mare fuori ha bisogno di una nuova figura da odiare, che sappia farsi rispettare e temere come solo Ciro è stato in grado di fare fino ad ora. Rosa, che di Ciro porta il cognome, ha parecchi lati in comune con il fratello e, il suo personaggio, risulta essere una delle novità più interessanti della terza stagione. Agguerrita, cattiva al punto giusto ma anche molto impulsiva, più di suo fratello, aspetto che potrà causarle più di qualche problema, visto e considerato che si trova a dover gestire da sola (in qualità di unico membro attualmente “agibile” della famiglia Ricci) una vera e propria guerra di mafia, con la sua famiglia da una parte e i potentissimi Di Salvo dall’altra. I famigerati Di Salvo, guidati da donna Wanda, hanno infiltrato un emissario (e doppiogiochista) all’IPM, per controllare il ribelle Carmine, che ha ripreso a rinnegare con ogni mezzo la sua famiglia e il contesto da cui proviene, giurando amore eterno a sua figlia e promettendo a se stesso una nuova rinascita. L’infiltrato in questione è Mimmo, che si trova ad affrontare un ruolo molto particolare, oltre che nuovo, all’interno della trama. Di lui sappiamo ben poco ancora, ma in questi primi sei episodi ha dato piena dimostrazione di essere uno dei perni principali del terzo capitolo di Mare fuori, nonché l’anello di congiunzione tra ciò che accade all’interno del carcere e tutto quello che c’è fuori, dove Ricci e Di Salvo continuano a spararsi addosso.
Da contorno, ci sono le storie di Gaetano ‘o Pirucchio, Pino e Kubra, ma anche di Cardiotrap e Gemma. Il primo ha avuto modo, in questa prima parte di stagione, di tornare a casa, riscoprire ciò che davvero conta e provare a ricostruirsi una vita, incontrando, tuttavia, parecchie difficoltà, complice il più classico dei passati costellato da cattive decisioni e pessime frequentazioni. Pino e Kubra rappresentano la più estranea e potente forma d’amore all’interno della serie, vengono da due realtà opposte ma simili ed entrambi hanno capito di poter stare bene soltanto completandosi l’un l’altro. Infine, Cardio prende coscienza di ciò che ha fatto, pur involontariamente, sul finale della seconda stagione, in cui Fabio, l’ex fidanzato violento di Gemma, precipita dal balcone del B&B trovando la morte su una scogliera. Questi due personaggi sono forse i più complicati da decifrare insieme, ma già in questi primi sei episodi abbiamo avuto modo di constatare da che parte stiano entrambi in merito all’accaduto. E poi ci sono tante new entry, tra cui due fratelli teppisti al soldo di Edoardo e una nuova trapper (più affermata di Cardio), di cui in realtà c’è ben poco da dire ancora, essendo arrivate all’IPM nelle fasi finali della prima parte del terzo capitolo, ma che dovranno quanto meno colmare il vuoto lasciato da chi ha abbandonato la serie (e sì, qualcuno forse ce lo siamo giocati) e da chi, come Nad e ‘o Chiattillo, prosegue la sua latitanza a zonzo, concedendosi pochissimo alla telecamera.