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Marvel’s What If…? – La Recensione della terza e ultima stagione

L'osservatore compie un percorso di auto-realizzazione in Marvel's What If...? 3
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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sulla terza stagione di Marvel’s What If…? e sulle stagioni precedenti

Con un mini calendario dell’avvento (posticipato, in chiusura, di qualche giorno) Disney+ ci ha regalato la terza e ultima stagione di Marvel’s What If…?. Giunge, così, a conclusione la serie tv che per prima ha provato a dare la sterzata sul fronte animazione per la Casa delle Idee. Un cambio di marcia che, a ben vedere, c’è stato, considerando che quest’anno abbiamo potuto assistere a quella meraviglia di X-Men ’97 (vi spieghiamo perché, se non l’avete fatto, dovreste assolutamente guardarla). Che dire, però, di questa terza stagione di Marvel’s What If…?.

Ce ne sono diverse di questioni da affrontare, in realtà. Non è sempre facilissimo parlare di un prodotto antologico, in cui addirittura ogni episodio costituisce una narrazione a se. Ci si perde, spesso, tra le singolarità delle varie puntate, finendo per poter stilare giusto una classifica di merito, senza troppo approfondimento. Non è il caso, però, di questa terza stagione di Marvel’s What If…? che, ancora più dei capitoli precedenti, abbozza una sorta di trama orizzontale che finisce addirittura per prendersi la scena nelle puntate finali. Tra questo rinnovato spirito narrativo e alcuni segnali lanciati per il futuro dell’MCU, andiamo a parlare dunque di quanto visto nelle otto puntate della serie animata disponibile, ora integralmente, su Disney+.

Sam Wilson nei panni di Capitan America nel primo episodio di Marvel's What If...?
Credits: Disney+

Marvel’s What If…?, segnali dal futuro

Prima di addentrarci nella materia corale allestita da Marvel’s What If…?, gettiamo uno sguardo ai singoli episodi, che a ben vedere adempiono a un fine comune. Ora che il futuro, dopo Deadpool & Wolverine e le incoraggianti Echo e Agatha All Along (qui la recensione della serie tv con Kathryn Hahn), è tornato a farsi un po’ più roseo, la Marvel ha tutto l’interesse a svelare i propri piani, attirando così l’attenzione di un pubblico ancora stanco, ma un minimo ridestato. Così gli otto episodi di Marvel’s What If…? diventano un palcoscenico per i protagonisti del prossimo futuro. A partire da Sam Wilson, al cinema a febbraio nei panni del rinnovato Capitan America. Proseguendo con il duo formato da Red Guardian e Soldato d’Inverno, che ritroveremo in Thunderbolts*

Questa terza stagione di Marvel’s What If…? accantona alcuni dei personaggi storici della Casa delle Idee (vediamo solo accenni ai vari Iron Man, Thor e Capitan America) per fare spazio alle nuove leve. Ritroviamo Agatha Harkness, di recente protagonista su Disney+. Seguamo Riri Williams, che prossimamente avrà il proprio show sulla piattaforma. E poi rivediamo alcuni protagonisti delle stagioni passate: l’immancabile Captain Carter o Kahhori, creazione originale della scorsa stagione come Byrdie in questa.

Insomma, la Marvel ha usato questa vetrina per mettere in mostra alcuni dei pezzi pregiati del proprio futuro. Per saggiare l’accoglienza del pubblico, ancora indissolubilmente legata alla vecchia guardia. Ma anche per dare un po’ di sostanza a dei personaggi che, senza grosse back stories, difficilmente possono prendersi la scena nel nuovo corso dell’MCU. Sotto questo profilo, dunque, Marvel’s What If…? costituisce una visione interessante, anche solo per familiarizzare con i nuovi riferimenti del franchise. A questo uso funzionale dei personaggi, poi, si accompagna anche una certa sapienza narrativa, che garantisce sfumature uniche agli otto racconti.

Marvel’s What If…? tra citazioni e novità

Rispetto alle prime due stagioni, questo nuovo capitolo di Marvel’s What If…? mostra una fiera indipendenza. Già nello scorso ciclo di puntate avevamo intravisto uno scollamento tra la macro-trama dell’MCU e le varianti temporali rappresentate. Qui ci sono ben pochi momenti del racconto canonico che vengono rivisitati (forse l’unico veramente al centro del proprio episodio è l’omicidio di Howard Stark). Per il resto, i collegamenti con l’MCU sono solo vaghi e sfumati e ciò permette senza dubbio ai racconti di assumere una propria libertà.

Si perde, così, un po’ il senso del progetto, che finisce per assumere altri connotati. C’è, ad esempio, un’indagine approfondita sulle varie modalità narrative, con Marvel’s What If…? che omaggia diversi generi e si riempie di citazioni. Dai Monster-movies del primo episodio al western del sesto, passando per i rimandi all’horror demoniaco nella puntata di Howard il Papero e Darcy Lewis e lo spirito metanarrativo del racconto incentrato su Agatha. Insomma, sul fronte narrativo c’è uno sperimentalismo che sicuramente c’era già nelle precedenti stagioni, ma che qui risulta maggiormente accentuato.

Vince comunque la palma di episodio più interessante, a nostro avviso, il terzo. L’interazione tra Red Guardian e Il Soldato d’Inverno funziona (e fa ben sperare per Thunderbolts*). Poi viene rispettata una certa aderenza all’MCU (che comunque non guasta) e soprattutto si portano avanti dei concetti (la satira dell’ideologia sovietica, la cieca lotta al capitalismo e il fiero individualismo americano) che connaturano il racconto. Non c’è comunque una puntata deludente, il livello generale resta mediamente alto. Ma sicuramente l’episodio tre è capace di spiccare tra gli altri.

Il tag team tra Red Guardian e Winter Soldier è tra i picchi di Marvel's What If...?
Credits: Disney+

La trama orizzontale e il futuro del multiverso

Per ultimo, parliamo dell’elemento più significativo di questa terza stagione di Marvel’s What If…?. Da metà percorso, quindi dall’episodio cinque, inizia a delinearsi un abbozzo di trama orizzontale, che esplode poi nel doppio appuntamento finale. L’Osservatore inizia a intervenire con forza su ciò che osserva (lo aveva già fatto, ma ora le sue effrazioni risultano più ingenti e frequenti), e si attira la collera dei suoi superiori. Nasce tutto quel conflitto che vediamo e non serve ripercorrerlo, però è sicuramente notare come, in chiusura, la serie di Disney+ abbia parzialmente accantonato la sua natura antologica per sposare uno sviluppo che deve pur avere un suo significato più grande.

Non è semplice, in realtà, capire se questo finale di Marvel’s What If…? possa avere delle ripercussioni sull’MCU. Il Multiverso, che non ha mai ingranato, ha ormai gli anni contati e questa chiosa ci è sembrata più concettuale che pratica. Nel senso che ci sembra dire che esistono infinite realtà, tutte custodite, osservate e vegliate, ma queste realtà probabilmente non le conosceremo mai. È bene, comunque, che si sappia che esistono. Pare un po’ il sostrato che aleggia anche in Deadpool & Wolverine (anche del film potete recuperare qui la recensione), con tutti i personaggi dimenticati della FOX che esistono, ma che sono destinati a sparire. Il finale di Marvel’s What If…? andrebbe, dunque, nella direzione di accantonare il Multiverso, lasciandolo lì in pace a tessere le sue mille trame.

Insomma, tirando le fila di questa terza stagione possiamo stendere un bilancio complessivo sull’esperienza di Marvel’s What If…?. Il più grande pregio della serie tv è quello di aver svelato la potenza del comparto animato (fonte, non ci stancheremo mai di ripeterlo, con enormi potenzialità da sfruttare). È stato interessante, poi, vedere in scena personaggi alternativi, nuovi e inediti. Storie alterate o completamente rinnovate. Un bello sguardo collaterale sull’MCU. Prezioso in tempi aridi come questi. A conti fatti ci è sembrata un’esperienza positiva, terminata al momento giusto, quando c’era poco altro da dire.

In questo modo finisce il 2024 della Marvel. Un anno in cui si è provato a ripartire dopo i disastri di quello precedente. E in una certa misura ci si è anche riusciti. Ora alle porte c’è il 2025, che dirà moltissimo sul futuro dell’MCU, con alcuni progetti (su tutti, subito, il Capitan America di Sam Wilson) destinati a rappresentare dei punti di svolta, in positivo o negativo, per il franchise. Una buona chiusura per una buona serie, che fa vedere quantomeno con fiducioso interesse al futuro. Proprio come Uatu, staremo a vedere cosa accadrà.

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