ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sul film Miller’s Girl
Tra le uscite più interessanti di questo torrido agosto c’è sicuramente Miller’s Girl, opera prima di Jade Halley Bartlett (i dettagli della sua carriera) che scrive, dirige e produce il film. L’attenzione è da ricondurre specialmente al duo di protagonisti, Jenna Ortega e Martin Freeman (attaccato per la realizzazione di questo film), che si calano in ruoli, soprattutto la giovane attrice, decisamente meno congeniali ai loro trascorsi. E che hanno generato non poco dibattito. Seduzione e attrazione si mescolano, infatti, in questo thriller arguto e intelligente, che si poggia sulla letteratura per disegnare i confini di una relazione, appena sfumata, tra un professore e la sua studentessa. Una passione che contiene in sé mille potenzialità, ma che stenta a lasciarsi andare, cibandosi invece più che altro di quegli sguardi rubati, di quelle occhiate languide e di quei brillanti scambi di battute che costituiscono il carburante ideale per un appassionato flirt.
Al pari della passione tra il professor Miller e Cairo, anche la narrazione fatica a evolversi, rimanendo costantemente a uno stato embrionale. Anche nel racconto scorgiamo un’infinità di possibilità, che però rimangono pigramente allo stato potenziale. Ne esce fuori un film un po’ pallido, che intriga ma non soddisfa. Come una passione mai consumata, appunto. Non mancano i punti d’interesse, su tutti l’inedita sfida a cui si è sottoposta Jenna Ortega, nel tentativo di smarcarsi dalla soddisfacente, ma ingombrante, Mercoledì Addams. Era lecito, però, aspettarsi un po’ di più. Parliamone.
L’erotismo e il thriller potenziale
È innanzitutto interessante analizzare i confini del genere scelto da Jade Halley Bartlett per il suo film. Come detto, siamo dinanzi a un thriller erotico, che prova a rifarsi al periodo di maggiore successo che questo filone abbia mai avuto, specialmente a partire dalla fine degli anni ’80 fino alla coda dei ’90. Con produzioni come Basic Instict, Attrazione fatale e via dicendo. C’è uno sguardo retrospettivo, dunque, che sembra collocare la storia in un tempo sospeso. La casa isolata e solitaria di Cairo. La scuola dove difficilmente vediamo altri studenti. La cornice sembra sfuggire alle connotazioni spaziali e temporali. Un escamotage per rendere la passione assoluta.
Miller’s Girl prova, infatti, ad accentuare con forza l’aspetto erotico. Lo fa soprattutto tramite i dialoghi, arguti e calzanti, e soffermandosi su alcuni dettagli. I movimenti delle labbra, il fumo che fuoriesce dalla bocca, le gambe che si accavallano. Il cuore della seduzione, però, sono le parole. L’arma prediletta di due scrittori come Cairo e Jonathan Miller, che si scambiano continuamente battute a fil di lama, non celando mai l’intento di voler sedurre e conquistare la controparte.
Il rapporto tra i due, però, rimane più che altro intellettuale. L’aspetto erotico più prepotente è riservato ai personaggi di contorno. A Winnie, che ostenta con (falsa) sicurezza il proprio carico erotico. Ma anche a Beatrice, che con la seduzione prova a tirare avanti un matrimonio che la sta deludendo. Non fuoriesce quasi mai, invece, il thriller, che si costruisce soprattutto in relazione a ciò che non accade, ovvero l’esplosione della passione tra i due protagonisti. Questo squilibrio tra le due parti inficia un po’ sul ritmo del racconto, che andando avanti, infatti, si perde, dando il là a una storia che affascina e interessa, ma non conquista.
La letteratura come mezzo di seduzione
Come dicevamo, la seduzione in Miller’s Girl è più che altro intellettuale. Legata alle grandi passioni dei due protagonisti: la letteratura e la scrittura. Uno degli elementi più interessanti del film è questo legame che s’instaura tra l’erotismo e la letteratura. Quest’ultima si fa, infatti, argomento e cornice del film, dettando e orientando i rapporti tra Miller e Cairo. C’è una “sensualizzazione” estrema della letteratura, che non a caso si presenta anche nelle sue forme più eroticamente estreme, sfioranti la pornografia, con i racconti di Henry Miller.
La seduzione tra i due protagonisti di Miller’s Girl si gioca proprio in questo campo. L’arma usata in questo “conflitto erotico” è la scrittura. Dirompente in Cairo, frustrata in Miller. E proprio questa, poi, porterà alla rottura. Alla fine di questo gioco passionale. La studentessa si spinge troppo in là, dando forma scritta alla passione mai esplosa col suo professore. Una passione che spaventa Miller, sconvolto probabilmente più dall’abilità della giovane che dalla sua irriverenza. Da quando finisce questo gioco erotico-letterario tra i due, il film perde mordente, avviandosi verso un finale molto meno intenso di quanto ci si poteva aspettare. Perso il gancio con la letteratura, l’aspetto erotico si dissolve, lasciando spazio a un thriller che però, come dicevamo, non fuoriesce.
La prova di Jenna Ortega in Miller’s Girl
Nell’analizzare il film, bisogna ovviamente parlare della prova di Jenna Ortega. Gran parte dell’interesse per la pellicola era legato alla presenza della giovane attrice, astro nascente dello star system. Per lei questo era un ruolo decisamente inedito. Un’intelligentissima femme fatale che tenta di accentuare la propria carica erotica, dettata soprattutto dalla sua passione per la letteratura. Uno standard molto lontano dalla tenebrosa Mercoledì Addams che l’ha consacrata. Anche in Miller’s Girl, comunque, il personaggio interpretato da Jenna Ortega conserva un po’ del suo lato dark. L’isolamento in cui vive Cairo conferisce quella cornice gotica che sicuramente ci riporta ai ruoli che hanno consacrato l’attrice. Mercoledì su tutti (qui potete trovar notizie sulla seconda stagione della serie Netflix), ma anche i recenti horror Scream e X – A Sexy Horror Story. È come se fosse stata creata una cornice abituale all’attrice, per poi portarla fuori dai suoi schemi di riferimento.
Miller’s Girl, dunque, serviva a Jenna Ortega anche per non rimanere incastrata in una tipologia di narrazione. Un rischio decisamente vivo, considerando che a settembre ritroveremo l’attrice in Beetlejuice Beetlejuice (qui potete trovare alcuni scatti dal set), film che potrebbe decisamente consacrare Jenna Ortega come la Gothic Queen del cinema contemporaneo. Ad ogni modo, qui in Miller’s Girl l’attrice si mette alla prova, soprattutto nell’accentuazione del lato erotico della sua Cairo (tanto che alcune scene hanno scandalizzato i fan dell’attrice). Globalmente risulta un po’ meno credibile, ma forse è anche il nostro sguardo che si sta abituando a guardarla in un certo modo.
Tuttavia, non possiamo che elogiare la sua prova, perché il film si regge, quasi interamente, sul rapporto tra i personaggi. E la Cairo Sweet di Jenna Ortega tiene testa al ben più navigato Martin Freeman, reggendo il gioco erotico e confezionando un personaggio capace di conquistarci. Il suo terreno ideale è un altro, questo è chiaro, ma con Miller’s Girl Jenna Ortega ha dimostrato abilità e una certa versatilità. Doti importanti per avere una carriera brillante come quella che ormai con sempre più certezza si palesa davanti all’attrice.
Miller’s Girl funziona, ma non ci convince fino in fondo
È ora di dare il tanto agognato giudizio finale sul film. Miller’s Girl gioca moltissimo con la sensualità e l’intelligenza, andando a creare una dicotomia estremamente attrattiva tra le due componenti. I dialoghi, arguti, ricercati e tamburellanti, sono il luogo principe della seduzione, più di qualsiasi espediente fisico. Il lato carnale della passione viene messo in relazione, quasi in dipendenza, a quello intellettuale. Coerentemente con la scelta di rappresentare la relazione (sempre potenziale) tra un professore e una studentessa.
Nella sua forma, dunque, Miller’s Girl funziona, compie scelte giuste. Però, come affermato nel titolo di questo paragrafo, non ci convince fino in fondo. Le ragioni sono da ricondurre a un potenziale inespresso, che segna in maniera indelebile il film. Il finale, soprattutto, è un po’ anonimo. Dal momento che il gioco della seduzione s’interrompe, ci rimane poco. Segno di una struttura narrativa non all’altezza della sua forma. Di un thriller che non accompagna l’aspetto erotico. Miller’s Girl, in conclusione, è un esperimento interessante, ma poco convincente. Ci seduce, ma non ci conquista. Un po’ come Cairo con Miller.