E’ giunta ufficialmente a conclusione dopo una terza stagione che non ha lasciato briciole ri-confermando il successo firmato Mina Settembre 3. Con la sua terza stagione e la storia dell’assistente sociale più famosa di Mamma Rai, la Fiction con Serena Rossi è oramai diventata una garanzia per il pubblico della prima serata. Con cinque milioni di telespettatori medi costanti, Mina Settembre 3 è tornata su Rai Uno con una trama più matura, dinamica e diversa. Ha detto no a qualsiasi forma di triangolo tra Mina e Domenico e si è concentrata su un aspetto più familiare, abbracciando ancor di più la natura del racconto della Fiction. Quando è iniziato questo viaggio lo abbiamo premesso subito: era arrivato il momento di dimostrare di non essere soltanto ripetuti triangoli. Era il momento di mescolare le carte e togliere qualcosa per fare spazio a un’altra. E così è andata.
Mina Settembre 3 ha così dimostrato di sapere reggere la trama anche senza l’ausilio di espedienti che conosciamo fin troppo bene, ma che qui stavano per essere profondamente abusati. Si è salvata in calcio d’angolo, proprio quando eravamo quasi certi di ri-vedere- espedienti ripetersi. triangoli ritornare. Non tutto è andato per il verso giusto, la trama principale affidata al personaggio di Viola è stata spesso insostenibile, ma tutto il resto delle altre cose è stato in grado di alzare il livello complessivo della stagione, riuscendo a salvare definitivamente l’intera narrazione.
Mina Settembre 3 è ufficialmente giunta alla fine. Ed è andata bene così
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Non poteva filare tutto liscio, in questa ultima puntata della terza stagione di Mina Settembre 3. Era prevedibile, probabilmente lecito e legittimo, ma non per questo è stato facile. Come ogni finale di stagione, anche qui la narrazione principale si sviluppa in modo totalizzante per l’intero arco dei due episodi. Il problema è che, per la stra-maggior parte tempo viene proposta una narrazione che non sposta niente, completamente simile a quanto visto fino a questo momento. Mina Settembre 3 in questo ultimo appuntamento riprende le stesse dinamiche andate avanti fino ad adesso non cambiando nulla, facendoci quasi venire il dubbio che questa sia effettivamente la puntata finale della terza stagione.
Non cambia niente. Nulla viene ri-bilanciato. Tutto resta come lo abbiamo lasciato per la maggior parte del tempo, con una Viola insostenibile che – al netto di una confusione legittima – scambia l’inquietudine con l’irroconoscenza e l’ingratitudine, due cose che non le sono mai appartenute e che hanno reso inverosimile il suo personaggio che, dopo quanto visto negli ultimi episodi, possiamo considerare più che negativo. Una specie di Rory Gilmore ma triplicata fino all’infinito. Poco importa il lieto fine o meno, perché in questo episodio Mina Settembre 3 avrebbe potuto e dovuto arrivare più preparata, riuscendo a togliere qualcosa alla trama principale di Viola. Perché, come detto, non è questo il punto forte di questa terza stagione.
Lo capiamo soprattutto quando Eddie, l’adolescente di poche parole che avremo visto forse 10 minuti in tutto fino ad adesso, riesce a prendersi completamente la scena con un monologo che riesce a raccontare un problema che esiste anche fuori dallo schermo. La dipendenza d’alcol, soprattutto tra i giovani, è stata raccontata con un’onestà e una trasparenza che possono essere rintraccate in un personaggio che ha dimostrato che a volte basta poco per farsi notare.
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Come ogni ultima puntata, anche questa ci lascia con delle risposte riguardo all’ultima stagione. Mina Settembre 3 è riuscita a dimostrare di sapere andare oltre, di saper raccontare qualcosa che non aveva ancora raccontato. Ha dimostrato di sapere andare oltre cliché e soliti espedienti a favore di una narrazione che getta l’attenzione più su tematiche. Per questo, risponde in modo positivo alla domanda che ci siamo posti nel corso della prima puntata. Al tempo stesso, la trama centrale resta la sua lacuna più grande, il punto debole di questa terza stagione. Colpa, come anticipato in altre recensioni, di un personaggio che soltanto in questa ultima puntata ha finalmente dimostrato qualcosa di più, non chiudendosi più in modo così indisponente.
Non è importante il risultato finale, il raggiungimento del lieto fine o l’amaro che resta in bocca, perché è stata la strada a infastidire più volte e a rendere questa dinamica una macchia su una terza stagione che è riuscita a fare e dimostrare tanto partendo proprio da personaggi che hanno rivoluzionato la trama. Un po’ come nel caso di Fiore, Jonathan. O come nel caso di Irene che, come sempre, risulta una boccata d’aria fresca all’interno di Mina Settembre 3. Merito anche di una Mina ancor più ironica e, finalmente, non più confusa.
Mina Settembre 3 avrebbe potuto fare a meno di inciampare sul più bello. Ma il contorno è bastato per far sì che, alla fine, arrivassimo alla fine di Mina Settembre 3 con il sorriso e la consapevolezza che il vento è finalmente cambiato, la Fiction ha dimostrato quel che doveva, riconfermandosi come uno dei prodotti Rai Uno più acclamati degli ultimi anni.