Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla serie tv Miss Merkel.
Qualcuno, a un certo punto, ha pensato che realizzare Miss Merkel fosse una buona idea. Ha pensato fosse una buona idea prendere Angela Merkel, una delle figure politiche più influenti degli ultimi vent’anni, e regalarle una seconda vita immaginaria da detective. Una detective arguta, ma anche pasticciona e persino ridicola. Quella stessa persona ha poi realizzato un ciclo di romanzi in cui si intrecciano le dinamiche di Miss Marple con quelle di Jessica Fletcher, e ha avuto ragione: il successo commerciale ottenuto è d’alto profilo, almeno in Germania. Tanto che poi qualcun altro ha avuto un’altra idea, pensando a sua volta che fosse buona: ma perché non farne una serie tv?
Ci ha pensato l’emittente tedesca RTL, con un formato a cui sono abituati gli appassionati di svariati crime: un ciclo di film tv da novanta minuti circa, per ora fermo a due. Cresceranno? Con ogni probabilità, sì. Anche in questo caso, il pubblico ha risposto presente. Con un novità: secondo i dati, il pubblico medio è più giovane di quanto sarebbe legittimo attendersi da un crime canonico di questo tipo. Poi, a un certo punto, è entrato in gioco un terzo soggetto: la Rai. La trovata è passata inizialmente sotto traccia, salvo divampare sui social negli ultimi giorni, a poche ore dalla messa in onda: Miss Merkel è finita su Raidue, in prima serata. Pochi hanno capito perché, ma si è deciso di farlo. Risultato? Miss Merkel ha attirato l’attenzione di 592.000 spettatori, col 4.4% di share. Non una catastrofe, ma manco un trionfo.
Insomma, dopo questa lunga sequenza di buone o pessime idee, ci ritroviamo qui a recensire un crime tedesco come mille altri, ma con protagonista una versione parodistica di Angela Merkel.
Partiamo da un presupposto: la premessa, a dir poco bizzarra e per questo meritevole di un’attenzione mediatica normalmente estranea a prodotti del genere, non è sorretta granché da quel che si è poi visto in onda. E lo chiariamo: Miss Merkel non è inguardabile, affatto. Non lo è, soprattutto, per un pubblico che cerca un intrattenimento basico e senza troppi fronzoli, lineare e classico nel più classico dei termini. Intrattenimento a cui è fin troppo abituato il pubblico storico di Raidue: la lunga e sterminata tradizione di crime tedeschi, avviata qualche decennio fa dall’indimenticabile Ispettore Derrick, sopravvive ancora oggi con discrete garanzie sul piano numerico.
Non si parla certo di prodotti d’autore, ma nessuno richiede chissà quale virtuosismo: si crea un giallo tradizionale con un detective dai tratti peculiari, si sviluppa un procedurale che attinge alla grande storia della narrativa di genere, si cerca l’effetto sorpresa degli spettatori nei minuti finali (magari con un pizzico d’ironia) e il gioco è fatto. Questa è una narrativa che non morirà mai, e va benissimo così.
Ecco, Miss Merkel è più o meno questo: abbiamo già visto un po’ tutto, ma con un effetto parodistico più marcato… e Angela Merkel.
Una Angela Merkel che viene ridicolizzata e caricata eccessivamente dalla pur ottima Katharina Thalbach, attrice di stampo teatrale che vanta una lunga e importante carriera alle spalle – anche nei panni della stessa Angela Merkel, già interpretata nel 2013 all’interno del film Der Minister – fino a ottenere un effetto piuttosto straniante.
Nel corso dei 90 minuti di Morte al castello, primo film del ciclo dedicato a Miss Merkel, abbiamo visto, per esempio, Angela Merkel urinare nel bel mezzo di un bosco, mentre innesca una dinamica alla Casa Vianello col marito Joachim Sauer. Ma non solo. Angela Merkel è una pasticcera provetta che rimpinza di dolci la guardia del corpo; la stessa protagonista – ricordiamolo, cancelliera tedesca per quasi un ventennio – rischia di soffocare con una ciliegia, raccoglie gli escrementi del cane Helmut e associa gli stessi alle nefandezze di certi ex colleghi, si immischia nella vita sentimentale della già citata guardia del corpo e, soprattutto, risolve dei casi d’omicidio pur non avendo alcun titolo per farlo. Spesso, finendo per essere coinvolta in situazioni surreali.
Non si capisce mai esattamente dove si voglia andare a parare con una produzione del genere, ma il giallo è abbastanza gradevole.
Ciò basta per inserirsi con discreta credibilità all’interno del lungo filone tedesco del genere, mentre fatica oltremisura sui vari altri fronti. L’impronta comedy è esasperata con gag a cui il pubblico odierno non è più abituato: il risultato è troppo spesso caricaturale e a tratti macchiettistico, l’utilizzo del corpo comico è preponderante, la satira è basica e fondata su un lungo elenco di battute uscite da una puntata qualunque di Troppo frizzante. Massimo D’Alema non c’è, ma i riferimenti sommari paiono presentarsi con la funzione di ricordarci ogni tanto con chi abbiamo a che fare: Angela Merkel.
Insomma, l’obiettivo sembra essere quello di creare una crime comedy sui generis, con una protagonista dall’indubbia personalità e dalla forte riconoscibilità, ma il risultato sfugge spesso alle premesse e funziona meglio quando si concentra sulle dinamiche più essenziali del giallo.
Nel caso di Morte al castello, al centro dell’intrigo c’è un barone fedifrago che viene ucciso misteriosamente all’interno del suo castello. Un procedurale che non cela i numerosi riferimenti alla lunga tradizione (Agatha Christie, su tutti) e accompagna la lunga visione all’interno della vita dell’uomo assassinato, tra relazioni clandestine e ambigue figure ricorrenti. Il contesto è a sua volta abituale per storie del genere: non un grande città, ma un piccolo borgo serafico, improvvisamente sconvolto da una lunga scia di sangue.
Miss Merkel è, in definitiva, uno di quei prodotti destinati a non attirare i favori della critica, ma che potrebbe incuriosire un pubblico poco pretenzioso.
Non un capolavoro che segnerà la storia del genere: è uno di quei crime nati vecchi che per qualche motivo continui a guardare pur essendo consapevole del suo valore. Non una pessima idea, a dirla tutta, ma manco fenomenale. Nata, a quanto pare, nel momento in cui David Safier, autore dei romanzi, si ritrovò a guardare una puntata di Colombo dopo aver scoperto che l’ormai ex cancelliera tedesca si sarebbe ritirata dalla vita politica. Un’idea piuttosto apprezzata dal pubblico, nonostante tutto. Anche dalla stessa Angela Merkel, protagonista suo malgrado dell’operazione? Non è dato saperlo: finora, infatti, non si è mai espressa né a proposito dei romanzi, in libreria dal 2022, né a proposito della serie, andata in onda per la prima volta nel 2023.
Forse, alla fine dei conti, è meglio così.
Antonio Casu