Eccoci, siamo finalmente pronti a discutere dell’ultimo episodio di Moon Knight, sicuramente una delle serie tv dell’MCU che più ha diviso il pubblico. Se da un lato gli spettatori si sono sentiti sinceramente trascinati dalle vicende di Marc Spector e co., l’altra metà non ha per niente gradito la messa in scena e l’adattamento di un personaggio fumettistico notoriamente oscuro. Così come ho precedentemente affermato in più di una recensione, Moon Knight non riesce a trovare una direzione specifica diviso tra l’incudine Disney e il martello creatività. La serie tv rimane ancorata troppo spesso a stratagemmi faciloni, a trovate narrative banali e a una caratterizzazione stereotipata di eroi e cattivi. I pochi tentativi di innovazione vengono soffocati in men che non si dica, lasciando lo spettatore confuso per i repentini cambi di tono all’interno di una stessa puntata.
Prima di addentrarci nell’analisi della sesta puntata è giunto il momento di tirare le somme. Moon Knight è promossa o bocciata? Purtroppo la bilancia oscilla più sulla seconda opzione. Nonostante delle premesse intriganti, una base fumettistica forte e alcune trovate geniali, lo show non riesce a scavalcare il gradino dell’ “appena passabile”. Nell’arco della stagione, i momenti che fanno storcere il naso sono davvero troppi: da una recitazione sopra le righe (colpa della sceneggiatura non di Oscar Isaac che ha fatto il massimo con quello che aveva) a personaggi inutili; da una messa in scena frettolosa a stacchi di montaggio agghiaccianti anche per chi è ignorante in materia. Insomma, il poco che si salva è fatto bene ma è davvero troppo poco.
Dopo aver seguito Mark e Steven in un viaggio attraverso i ricordi della loro psiche spezzata (qui potete trovare la recensione del quinto episodio), sembra quindi arrivato il momento per la grande battaglia contro Ammitt. Un episodio finale che non riesce a salvare Moon Knight, relegandola tra i peggiori prodotti del catalogo Disney Plus. Perché sono così crudele? Perché quando uno show non trova la sua ragion d’essere e cerca la via facile, i risultati sono quanto mai deludenti.
Prima di precipitare nei complicati meccanismi della mente di Marc, avevamo lasciato il suo io fisico colpito a morte da Harrow nel finale del quarto episodio. Proprio da quegli spari mortali inizia, allora, il sesto e ultimo episodio di Moon Knight (anche se non è ben chiaro se si tratti di un series finale o di un season finale) mostrandoci ancora una volta il corpo senza vita di Mark cadere nell’acqua e Harrow posargli sul petto lo scarabeo bussola. Mentre Harrow mostra trionfante la statuetta ai suoi seguaci, il bastone gli si trasforma tra le mani in maniera alquanto simbolica. Dove prima in cima figuravano due teste di coccodrillo – quasi a rappresentare l’equilibrio del giudizio divino nell’Oltretomba – adesso campeggia una sola testa affiancata da una spada, monito di punizione. L’uomo inizia a seminare distruzione, diretto verso la piramide in cui risiede il concilio divino. Sconfitti gli dei, Harrow libera finalmente Ammitt e si prostra ai suoi piedi.
Se c’è una mancanza maggiore di altre all’interno di Moon Knight è stato lo spreco di potenziale del personaggio di Ethan Hawke.
Harrow è un uomo spezzato, consapevole delle proprie colpe e, per questo motivo, pronto a ricevere la punizione divina che Ammitt ha in serbo per lui. Solo che, come c’era da aspettarselo, la dea ha ben altri piani. La mancanza di equilibrio nella bilancia di Harrow, lo porta a essere il candidato perfetto per servirla a tempo indefinito.
Nel frattempo, Layla libera Konshu dalla sua prigionia ma si rifiuta di diventarne l’avatar lasciando il dio da solo contro Ammitt. Siamo arrivati dunque alla seconda delle note negative di questo episodio nonché, come nel caso di Harrow, uno dei difetti dell’intera serie tv. Il personaggio di Layla non ha alcuna funzione, inutile girarci attorno. Si muove sulla scena per riempire uno screen time che poteva benissimo essere gestito in maniera più produttiva e, in tutte le scene con Marc o con altri personaggi, non apporta nulla di più alla narrazione. Così, in maniera del tutto schizofrenica, Layla dice no a Konshu per poi diventare l’avatar di Taweret dopo cinque minuti e auto proclamandosi supereroina egizia dopo dieci. Dove è la costruzione qui? Di certo non nella recitazione forzata e pantomimica di May Calamawy che, poverina, cerca di fare quello che può con la sceneggiatura datale ma c’è ben poco da salvare.
Nell’Oltretomba, Marc decide di tornare indietro rinunciando alla pace eterna per salvare Steven e il mondo. Durante un monologo strappalacrime se non fosse per la stanchezza di essere arrivati al sesto episodio, Marc si rende finalmente conto di come Steven rappresenti una parte fondamentale di sé e non un surrogato del suo dolore di bambino. I due riescono a tornare nel mondo dei vivi e accettano di diventare nuovamente l’avatar di Konshu, stavolta però alla loro condizioni.
Nell’epico scontro che segue, contestualmente alla battaglia tra Moon Knight e Harrow avviene anche quella divina tra Konshu e Ammitt.
La lotta contro Harrow risulta in una sequenza action ben fatta e convincente, fino a quando non viene tutto rovinato da uno stacco insensato che pone fine alla drammaticità della sequenza. Marc si trova a terra, alla mercé di Harrow e neppure Layla è nella posizione di poterlo aiutare. Viene quindi lecito, da parte del pubblico, domandarsi come il nostro eroe riuscirà a salvarsi, come sfuggirà alla morte, ecc ecc. Bene, non è così. Stacco su Marc che perde conoscenza e la scena cambia radicalmente senza spiegarci come, quando e perché. Se l’autore voleva farci intuire definitivamente che esiste una terza personalità, questo non è stato il modo adatto per farlo.
Jack Lockely ha preso il sopravvento come già avvenuto in altri precedenti blackout negli episodi tre e uno per esempio ma non c’è tensione in questa consapevolezza.
Layla e Marc utilizzano un incantesimo per intrappolare Ammitt nel corpo di Harrow ma quando Konshu spinge il supereroe a porre fine alla vita del suo nemico, questi si rifiuta e rinuncia definitivamente al ruolo di Moon Knight. L’ultima scena ci mostra Marc di nuovo nel suo appartamento a Londra. Nell’acquario nuotano adesso due pesci, segno che l’uomo è finalmente intero e ha fatto pace con le sue personalità. Almeno quelle di cui ha consapevolezza. Nella scena post credit viene infatti confermata la presenza di Jack Lockley, terza personalità di Marc nonché la più violenta tra le tre. Jack, all’insaputa di Marc e Steven, continua a lavorare per Konshu come suo avatar. L’ultimo frame lo vede sparare ad Harrow senza alcuna traccia di pietà sul suo viso. Che questo sia un indizio di una possibile seconda stagione? Francamente, visto come è andata questa prima ne faremmo volentieri a meno.