Sovente vi portiamo con noi all’interno di alcuni tra i momenti più significativi della storia recente e passata delle Serie Tv con le nostre recensioni ‘a posteriori’ di alcune puntate. Oggi è il turno della 1×01 di Mr. Robot.
Torniamo alla 1×01 di Mr. Robot e torniamo alla rabbia e alla disperazione. Torniamo all’idea rivoluzionaria di cambiare il mondo, di punire i malvagi e annullare il debito. Senza capire, ancora, che l’unica cosa che vorremmo cambiare è noi stessi. La 1×01 di Mr. Robot è l’ascesa del nostro Elliot, di lui e di noi, “amici”, al suo fianco, creati per l’occasione. Con l’occhio del nostro Elliot si apre anche il nostro sguardo. Le prime parole sono per noi, per l'”amico” che sta per condividere un viaggio indimenticabile. Elliot ci ha mentito e ha mentito a se stesso, ha alterato la realtà e il mondo, ci ha fatto credere che fossimo pronti per cambiare ogni cosa. Ci ha manipolati e si è manipolato ma resta sempre il nostro amico. La persona con cui abbiamo condiviso ogni esperienza, di cui abbiamo scoperto progressivamente ogni pensiero segreto, la cui identità abbiamo visto disvelata.
La 1×01 di Mr. Robot è solo un passo, eppure è anche il manifesto programmatico di una serie che incalza dal primo istante, che solletica in noi quella parte che in Elliot è presente sempre. Fomenta la rabbia che scorre nelle nostre vene, il desiderio di giustizia e vendetta, il nostro lato asociale e polemico. Tutto quello che era rimasto sedato in una parte di noi riceve una violenta, violentissima chiamata.
Basta con le convenzioni, basta con gli stupidi libri di Hunger Games, le foto sui social e le uscite pubbliche.
E basta soprattutto con quel fidanzato idiota della nostra amica che fa l’amicone e non è nient’altro che un coacervo di stereotipi dell’uomo medio. Basta con le ipocrisie di chi si nasconde dietro frasi d’amore e tradisce ripetutamente la propria ragazza o moglie. Basta con gli sfruttatori. E con i potenti. Con quelli che con l’aria tronfia di chi si sente il re del mondo pensano di poter guardare dall’alto in basso pur non capendo assolutamente un ca**o di informatica.
Si fotta la società! Si fottano queste stupide convenzioni sociali di cui ognuno sembra non poter far a meno, avviluppato in una rete nella quale finisce per soffocare. Siamo con Elliot, stiamo dalla sua parte. Dalla parte della sua anticonvenzionalità, della sua nausea dello stare in questo mondo. Dalla voglia di tirarsi via questa stupida camicia stirata e tirar su il cappuccio di una calda e coprente felpa nera. Fanculo la società!
Mr. Robot 1×01 è la rabbia prima della ragione.
La rivoluzione prima del sentimento, la bomba che vuole fottutamente mandare all’aria ogni singolo granello di questo perbenismo devastante. Elliot -dopo la visione del finale lo sappiamo- è pura rabbia, è incapacità di esprimere questa rabbia repressa, volontà di canalizzarla in un hackeraggio che può rivoluzionare ogni cosa. Non abbiamo altra scelta iniziando Mr. Robot che identificarci in tutto questo, farci amici di Elliot, perché in noi ha la meglio questa rabbia. Ci domina, ci guida e – onestamente?- ci fa godere maledettamente. Vogliamo ribaltare il mondo. Togliere di dosso giacche e spocchia ai banchieri del mondo, vederli supplicare per la propria carriera.
Che si fottano Terry Colby e la Evil Corp. Colby è innocente? Certo, non ha commesso l’hackeraggio, come avrebbe potuto, incompetente com’è? Ma è comunque colpevole. Colpevole di essere lì, di godere di un potere e di una ricchezza ingiustificate. È arrivato il momento di ridistribuire, è arrivato il momento di ricostruire tutto dalle fondamenta. Elliot ci indica la via e la indica a se stesso. Lo fa scindendosi in più nature, facendo e disfacendo la sua tela, inconsapevole di essere l’artefice di ogni cosa. Incontra Mr. Robot perché decide di incontrarlo, decide di affiancarsi qualcuno che si carichi la missione sulle spalle. Ma noi sappiamo che non c’è Mr. Robot senza Elliot ed Eliot senza Mr. Robot.
Due specchi di una stessa identità, rifratta in varianti che come schegge guidano la storia degli eventi.
E noi siamo lì, a goderci la trama, intrattenuti da Elliot che ci vuole al suo fianco, avvolti da un legaccio che ormai ci rende un tutt’uno con lui. Non possiamo far altro che assecondarlo. Non possiamo far altro, alla fine di questa 1×01 di Mr. Robot, che alzare le braccia al cielo con lui, rabbiosamente soddisfatti che il primo passo della nostra rivoluzione sia compiuto.
E là ad attenderci, dall’altro lato, c’è Tyrell Wellick, c’è il suo “Bonsoir Elliot” così manierato ma seduttivo. E di nuovo ci torna in mente la sua folle, estetica, psicopatica grandezza, lui stesso vittima come noi del disegno divino di Elliot, della magnificenza incontrollata di un atto che avrebbe cambiato per sempre il mondo. Si può solo andare avanti e abbracciare la luce. Lui, Tyrell, come noi, gli amici, i soli a poter comprendere Elliot, a vederne il piano sublime e a calarci in quel disegno. Ma nel mezzo già istantanee di amori fugaci, di droghe consolatorie, di solitudine e depressione, di ricordi di un’infanzia dura e violenta. E non possiamo non empatizzare col protagonista di Mr. Robot.
Noi e Tyrell: totalmente avvinti dalla mente di Elliot. Riusciamo a capirlo e a condividerne la profetica visione. Dovranno passare episodi, stagioni, prima che il sogno si infranga, prima di essere chiamati a fare i conti con noi stessi, col nostro passato, con una rabbia che non può dominarci per sempre. Ma per ora siamo ancora là, siamo ancora al grandioso pilot fatto di vendette e piani rivoluzionari. Siamo all’inizio del viaggio, all’emergere della rabbia. Al trionfo del Mastermind. Siamo lì e rendiamo omaggio al nostro profeta, a Elliot Alderson, l’oracolo di un mondo nuovo. E non vorremmo essere altrove. F*ck the society!