Attenzione! Questa è una recensione a posteriori di Mr. Robot e presenta allusioni ai successivi sviluppi della serie.
Dov’è la mia mente, amico? Dov’è la mia coscienza, quella bussola interiore che dovrebbe guidarmi, affiancarmi e farmi sentire bene? Non ce l’ho, amico. Penso di non averla mai avuta. C’è un vuoto dentro di me. Dov’è la mia mente? Anzi, cos’è la mia mente? Sono io o è solo una parte di me? Elliot è uno e trino, ha dentro infiniti sé ma nessuno risponde a pieno al senso di coscienza, alla morale che ricerca disperatamente, forzosamente in tutto Mr. Robot.
“Where is my mind“, è la domanda di Elliot che interroga se stesso in questa 1×09, la domanda di un Elliot che cerca disperatamente di ritessere insieme i pezzi di una vita che non ricorda. Perché, come capiremo più avanti, quella vita non era pienamente sua. Lui lì, in quel passato fosco e distante era silenzioso eppure vivo, represso ma agitato da una rabbia che esplode in questa prima stagione di Mr. Robot. Elliot vaga come un fantasma, confuso e senza una coscienza a guidarlo, affidandosi alla rabbia, al mastermind che lo possiede in ogni stagione. È quella la sua mente, ciò che lo indirizza verso la scelta rivoluzionaria di distruggere il mondo.
La sua coscienza è un vuoto oscuro colmato da cieco furore.
È un pensiero ossessivo che continua a domandarsi, ostinato, chi sia e dove sia, ma soprattutto dove debba andare. Dov’è la mia mente quando tento di ricordare il passato? Dov’è la mia mente quando rivivo quel passato nell’immagine di un padre che non è reale? L’intera percezione del mondo è compromessa e diventa impossibile distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. Mr. Robot prova a essere quella guida, prova a ricondurre la rabbia di Elliot nei giusti binari, indirizzandola verso uno scopo nobile e alto, verso un senso. Ma quel senso manca sempre di qualcosa quando non si sa dov’è la propria mente.
Angela lo sa. Ha ben in testa ciò che vuole. Ma anche lei, inconsapevolmente, è mossa e comandata da un mastermind, da un’istanza rabbiosa e disperata tanto quanto quella di Elliot. La rabbia per la perdita del proprio genitore. La rabbia indirizzata verso un capro espiatorio che va immolato, dilaniato, fatto a pezzi: la E Corp. Eppure anche in lei, accanto a lei, come Mr. Robot per Elliot, c’è qualcuno che prova a guidarla, affiancarla, canalizzarne la forza distruttiva in qualcosa di costruttivo. In questa 1×09 non sappiamo ancora chi è né perché lo fa. Ci chiediamo, confusi, perché quella stessa E Corp dovrebbe volere dalla sua proprio la donna che ha provato a distruggerla. E che ha fallito nel farlo.
Qualcuno nell’ombra sta lavorando per lei, mosso dallo stesso scopo che muove Mr. Robot: un sentimento di protezione e difesa. Mr. Robot sceglie di affiancare Elliot, di dargli sostegno nel suo percorso di riscoperta personale. Non può rivelargli dov’è la sua mente, non può farlo. Solo Elliot può. Solo quando questa rabbia che nutre dentro di sé si sarà spenta, il mondo rivoluzionato e la memoria recuperata, solo allora potrà capire dov’è davvero la sua mente. E chi è.
Ma per il momento è solo un ragazzo arrabbiato e confuso, un girovago senza meta incapace di dare un senso alle stramberie che vive ogni giorno.
Pensa di stare impazzendo, anzi, è certo di farlo. Eppure, in tanta confusione, in tanta frustrante angoscia, senza rendersene conto sta facendo dei passi avanti. “Mr. Robot sono io“, ammette in un momento di rara lucidità. Tutto per un momento riacquista chiarezza e la sua mente torna al proprio posto. Ma c’è ancora un universo caotico attorno e soprattutto dentro di lui. Ci sono tanti buchi neri, memorie oscure e pronte a inghiottirlo. Sarà un percorso lungo ma necessario.
Dov’era la mia mente?, si chiede, quando si rende conto che “Non ero io, per tutto il tempo“. Dov’è la mia mente? Cos’è la mia mente? Ma soprattutto chi sono io? Sarà quest’ultima la domanda decisiva, il passaggio obbligato perché Elliot ricostruisca la sua storia, ritessa insieme le infinite, collidenti anime della sua mente e del suo passato. Elliot e Angela condividono in questa 1×09 un identico, rabbioso, ostinato percorso di riconquista di sé. Entrambi ingenuamente hanno uno scopo comune che risulta però sciocco e inconcludente di fronte ai giochi dei potenti.
“Io volevo salvare il mondo“, confida melanconico Elliot a Tyrell. È tutto qui. Entrambi vogliono, sperano e lottano per salvare il mondo. Lo fanno con il candore di un bambino che però non basta per cambiare le cose. Se ne rendono conto molto presto: una rivoluzione non nasce da una sola persona. Angela accetterà quell’incarico insperato, sceglierà di provare a cambiare le cose dall’interno dell’E Corp rischiando però di perdere gradualmente sé stessa. Arrivando fino al punto di chiedersi ancora: “Dov’è la mia mente?” in quella meravigliosa puntata che è la 2×11, quando il lavaggio del cervello di Whiterose la porterà a perdere sé stessa, avvitata in false, rassicuranti illusioni.
Elliot in questa puntata di Mr. Robot accetta che Tyrell si unisca a lui, che quella rivoluzione passi anche da chi il potere lo conosce a fondo.
“Io volevo salvare il mondo“, sussurra, imbarazzato, e nel pronunciare quelle parole sembra quasi rendersi conto della loro sventatezza. Elliot voleva salvare il mondo e non si rendeva conto che doveva salvare sé stesso. È sempre stato questo Mr. Robot, un serrato percorso di riscoperta personale, di ricerca disperata della propria mente, di quella coscienza che sembra persa irrimediabilmente, cancellata come un file inutile e sovrascritta da rabbia e paura.
Servirà ostinazione, tempo, dolore per venirne a capo. Elliot dovrà lottare per la sua mente, per la salvezza del suo mondo interiore passando attraverso un undone, un annullamento che è sempre possibile se si ha un backup d’emergenza. Elliot ha Mr. Robot, la sua difesa e protezione, ma ha soprattutto Angela e Darlene, i suoi affetti più cari, le persone che lo riportano alla ragione, che lo restituiscono alla realtà, per quanto dura e dolorosa possa essere. “C’è una parte di te nascosta nel profondo che sa che questa è la cosa giusta da fare“, dice Darlene. Lei che disperatamente per tutta la serie proverà a riavere il suo Elliot, a recuperare a sé quella parte nascosta che ha deciso di rinunciare a lottare, di rifugiarsi in un mondo di finzione in cui tutto va solo apparentemente bene.
Ora c’è rabbia, confusione e disperazione. Ma c’è anche una speranza flebile, la convinzione di poter fare la differenza, di poter fare la cosa giusta. Da qui partirà la ricerca della mente di Elliot. Da questa speranza combattiva che tutto andrà bene. Che le cose si sistemeranno se solo si avrà la forza di continuare a lottare perché il cambiamento avvenga. Dov’è la mia mente?, si chiede Elliot in questa 1×09 di Mr. Robot e la risposta tarderà ad arrivare, sarà soltanto il momento conclusivo di un viaggio di riconquista identitaria che necessita di delicatezza, gradualità, disillusione e onestà. Ma che ha bisogno anche di quell’amore che da ultimo salva e restituisce a sé stessi tutti gli uomini. Là, in quegli affetti, in quell’amore, è la mente di Elliot, la mente, la coscienza, insomma l’anima di ogni uomo.