Vai al contenuto
Home » Recensioni

Nuovo Olimpo – La Recensione del nuovo, intenso, film di Ferzan Özpetek (ora su Netflix)

Nuovo Olimpo
Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Nuovo Olimpo, il nuovo film Netflix di Ferzan Özpetek

Su Netflix ha fatto la propria comparsa Nuovo Olimpo, l’ultimo film di Ferzan Özpetek, uno dei grandi narratori del cinema italiano degli anni Duemila. Al centro del racconto c’è l’amore tra Enea e Pietro, interpretati rispettivamente da Damiano Gavino e Andrea Di Luigi, due ragazzi che si conoscono nella caotica e suggestiva Roma di fine anni ’70 e che si rincorrono a lungo, senza mai arrivare a coronare il loro amore. La storia inizia nel 1978 e poi procede per diversi salti temporali, arrivando al 2015, all’ultimo incontro tra Enea e Pietro che, ritrovatisi dopo varie peripezie, decidono di consacrare il loro amore all’assenza che lo ha sempre alimentato in tutti questi anni e di andare ognuno per la sua strada.

Il film presenta un incedere narrativo abbastanza compassato, con un intreccio molto lineare, che lascia spazio alla manifestazione dell’amore tra i due protagonisti e all’analisi di tematiche fondamentali, che presto vedremo, le quali ruotano intorno a questa grande passione. Nuovo Olimpo è un film molto denso sotto il punto di vista emotivo, costruito intorno all‘assenza, che si afferma come cifra distintiva dell’intero film, riflessa anche su determinate scelte strutturali ed estetiche. La trama semplice lascia spazio alle suggestioni e alle sensazioni, rendendo Nuovo Olimpo un vero e proprio inno, alla passione idealizzata e mai vissuta e alla più pura forma d’amore.

Enea e Pietro (640×360)

L’amore sfiorato e cinematografico tra Enea e Pietro

Come abbiamo visto, il racconto ruota intorno a Enea e Pietro, la cui “non storia d’amore” viene narrata come se fosse una favola, dietro il filtro della metacinematografia. Il primo incontro tra i due avviene proprio su un set, dove Enea, aspirante regista, lavora come volontario, e qui Pietro posa su di lui, per la prima volta, il suo sguardo. Il primo approccio arriva al Nuovo Olimpo, cinema che fa da sfondo a incontri omoerotici, ma già questi primi due incontri sono all’insegna dell’assenza, perché sul set i due nemmeno si parlano, mentre al cinema non consumano il rapporto al bagno. In questo rapporto c’è un che di sfuggente sin dall’inizio, nella ritrosia di Pietro e nei tentennamenti di Enea, nelle parole che i due non si dicono. Poi, l’assenza esplode.

Poco dopo esserci incrociati, i destini di Enea e Pietro si spezzano in maniera beffarda, a causa di una manifestazione che gli fa saltare il loro appuntamento e li allontana definitivamente. Da questa forte cesura inizia lo scorrere del tempo e ritroviamo i due ragazzi ormai adulti: Enea è un regista affermato, Pietro è diventato medico, e ancora una volta il cinema li fa incontrare. Pietro vede il film di Enea, che contiene chiari riferimenti alla loro vicenda, e ne rimane profondamente scosso. Da qui i due continuano a rincorrersi, a sfiorarsi, fino ad incontrarsi quando il regista rimane vittima di un terribile incidente sul set e viene operato proprio dal medico.

A questo punto, quando sembra tutto pronto per la riunione finale, Özpetek sublima la propria narrazione. Enea e Pietro, riuniti, invece di coronare il loro amore si dicono addio, conservando quell’assenza che, in tutti questi anni, ha tenuto accesa la fiamma del loro amore, tanto intenso quanto idealizzato. Sta in questo passaggio il significato intrinseco di Nuovo Olimpo, che tratteggia questo inno all’amore mancato, che, non viziato dalla vita vissuta, rimane il più puro che esista.

Amore, memoria e assenza: i confini di Nuovo Olimpo

Tutto il film di Netflix ruota intorno a questi tre poli, che s’intrecciano e si sovrappongono, segnando i confini dell’amore tra Pietro ed Enea. Sin dall’inizio, la passione tra i due si nutre dell’assenza: dal rapporto non consumato al bagno a quella pizza che i due non hanno mai mangiato, se non in un finale immaginato, fino a tutti gli incontri sfiorati successivamente, come quello in treno. Quest’assenza, però, non spegne la passione, anzi la fa ardere ancora più forte, perché ad essa si accompagna il ricordo, che più è lontano e più è idealizzato. Il desiderio viene aumentato dalla mancanza, la fiamma viene rimpolpata dalla memoria, che si fa veicolo di un amore, in fin dei conti, artificiale, perché mai vissuto. Eppure, proprio perché tale, trasognato e agognato, contenente tutte le potenzialità immaginabili.

Un ruolo fondamentale nel coordinare questi tre poli entro cui si muove Nuovo Olimpo è giocato dal tempismo, dal destino che allontana i due amanti, poi li riavvicina e gioca con le loro vite. Il tempo, come vedremo presto, nel film di Ferzan Özpetek ha una connotazione molto particolare e importante, ma qui il tempismo, più che entità temporale, si connota come entità decisionale, combaciando più che altro col destino, che regala a Enea e Pietro una forma d’amore molto particolare.

È come se fosse la stessa vita a sporcare l’amore. Nuovo Olimpo porta a chiederci se, qualora non si fossero allontanati, la passione tra Enea e Pietro si sarebbe spenta prima. Non è dato saperlo, ma la sensazione è che questo grande amore sia costituito essenzialmente dall’assenza, dalla mancanza e dalla memoria, forze in grado d’infiammare l’animo tramite l’incertezza, tramite la suggestione di ciò che sarebbe potuto essere. D’altronde è sempre l’ignoto ad affascinare e proprio non l’aver vissuto quest’amore è, in fin dei conti, ciò che ha continuato a legare così a lungo Enea e Pietro.

Nuovo Olimpo
I due protagonisti di Nuovo Olimpo (640×360)

Tempo e spazio in Nuovo Olimpo

Come accennato, il tempo, così come lo spazio, hanno delle connotazioni particolari in Nuovo Olimpo, estremamente funzionali al senso del racconto. Lo spazio è la Roma cara a Ferzan Özpetek, fatta di scorci suggestivi e di un’atmosfera sospesa e incantata, la stessa che viene restituita dalla cornice cinematografica, ambientazione per eccellenza del film di Netflix. La gestioni dei tempi, invece, è volutamente vaga, per restituire il tono favolesco che possiede la storia. I riferimenti temporali segnano dei punti entro cui orientarsi, ma l’incedere è estremamente disteso. Questa sfumatura delle connotazioni spaziali e temporali contribuisce a togliere l’azione dalla realtà storica e a collocarla in una dimensione idealizzata, al pari dell’amore tra Enea e Pietro. In questo modo, la loro storia diventa eterna e universale, si fa inno all’amore assoluto.

Torna l’assenza, che dalla narrazione si espande anche alla cornice, perché elementi come il contesto politico o la sessualità dei protagonisti restano volutamente sfumati. Al centro di tutto c’è l’amore, la forza più potente dell’universo, intorno a cui ogni elemento sbiadisce, perde d’importanza. La storia d’amore tra Enea e Pietro ha una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio e come tale non è stata consumata nella vita reale, ma nella mente e nel cuore dei diretti interessati. Il filtro cinematografico, poi, garantisce una sensazione ancora più straniante, perché dà l’idea di guardare un racconto dall’obiettivo di una telecamera che punta verso l’ignoto più totale, rendendo ancora più sospesa la storia di Enea e Pietro, e per questo più eterna.

Così, dunque, con Nuovo Olimpo Ferzan Özpetek tenta di raccontare un amore assoluto, esaltando questa dimensione sospesa del sentimento. L’amore più puro, la passione più potente, il sentimento più profondo sono quelli che non vengono vissuti, perché si cibano dell’assenza e della memoria e perché vengono sviluppati, piuttosto che nella realtà corrompente, nel cuore dell’innamorato, luogo dove tutto è possibile e la fiamma della passione, celata al mondo esterno, non smette mai di bruciare.

Ferzan Özpetek nel suo splendore

Nuovo Olimpo, in definitiva, è un film che non regala una trama troppo coinvolgente, sotto questo aspetto è molto semplice, ma è in grado di restituire delle emozioni purissime. In questo senso, vediamo nel film Netflix un Ferzan Özpetek davvero in tutto il suo splendore, perché il regista italo-turco è un maestro nel raccontare le emozioni umani e con Nuovo Olimpo riesce a raccontare quella più potente che ci sia: l’amore.

La pellicola segna, inoltre, un altro capitolo importante del connubio tra Netflix e l’Italia, intesa vincente oramai da anni. La piattaforma occupa un ruolo importante nella produzione nostrana e Nuovo Olimpo è un ulteriore certificazione della genuinità di questa collaborazione e del ruolo cruciale che ha Netflix nel cinema e nella serialità italiani. Il nostro augurio è che, con lavori di questo livello, quest’intesa possa andare avanti ancora a lungo e proseguire nella sua prolificità.