**Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in SPOILER su Only Murders in the Building **
La povera Mabel di Selena Gomez è stata messa all’angolo. È stata braccata da una combo malefica composta da quel viscido di Jimmy Russo, da quell’assetata di scoop di Cinda Canning e dalla sua nuova fiamma, Alice (Cara Delevingne). Il sesto episodio di Only Murders in the Building, rilasciato su Disney+ martedì 26 luglio, è nervoso e sincopato. Un crescendo di ansie che esploderanno in un video incriminante: Mabel ormai è irrimediabilmente “la sanguinaria”. Dopo un quinto episodio di calma apparente (qui trovate la recensione), a quattro puntate dalla conclusione di questa deliziosa seconda stagione, il trio sembra essere spacciato. Tuttavia, non importa quanto la situazione sia complicata, Only Murders in the Building riesce sempre a garantire gli stessi squisiti livelli di umorismo e dramma, numerosi intrecci narrativi e diverse nuove prospettive. Potremmo dire che la seconda stagione sia tutta all’insegna dei tanti punti di vista, sempre mutevoli. Questa volta, a portarci a spasso per l’episodio è Poppy White, interpretata da Adina Verson, la “schiavetta” di Cinda Canning (Tina Fey). L’acerrima avversaria di podcast è pronta a tutto pur di ottenere una storia stuzzicante, anche a discapito della verità. Sappiamo che Cinda è spietata, ma conosciamo poco la sua assistente. Per lo più abbiamo visto Poppy togliere i pezzettini di coriandolo dai pasti della sua “mentore”. Eppure, con una manciata di fotogrammi, entriamo subito in empatia con lei e la sua disavventura lavorativa. Il miracolo di Steve Martin e John Hoffman continua.
La falsa prova (2×06)
Diretto ancora una volta da Cherien Dabis e scritto da Ben Smith e Joshua Allen Griffith, il sesto episodio ci porta sul set del reboot di Brazzos. Un assaggino indigesto in cui fatichiamo a vedere Charles, con tanto di parrucchino, ridotto a pronunciare delle battute così scarse. Ma il peggio deve ancora arrivare. Lo schema narrativo di Performance Review è fitto, ricco di dettagli, di depistaggi e di approfondimenti sullo stato d’animo dei personaggi sempre inaspettati. Una scrittura sagace, capace di donare una nuova dimensione perfino ai personaggi più marginali. In fondo Only Murders in the Building è una storia incentrata sui “non protagonisti”, cioè su quegli individui che in un modo o nell’altro vivono ai margini e non sanno bene come afferrare con sicurezza la propria esistenza. È il racconto di Poppy che ci accompagna lungo il corso della puntata, che riesce a collegare tutte le storie con un filo rosso malinconico.
Tutti i personaggi, a questo punto della vicenda, sono chiamati a superare i conflitti che la vita gli ha posto dinanzi. Anche se, spesso, la sfida più grande è con le storie che raccontiamo a noi stessi. Oliver è in attesa del test genetico per far luce sull’altra metà greca del DNA del figlio, e fa di tutto per negare l’evidenza. Ha perfino lasciato lo tzatziki per assaporare le salse sudamericane. È teso, ma non per questo meno divertente. Charles, invece, ha compreso che un tentato omicidio non basta per considerare una storia d’amore chiusa. Sono solo dettagli trascurabili, conclude Jan. Perché rompere di persona quando possiamo mandare la nostra controfigura al nostro posto? Un’altra utilissima lezione di vita di questa avvincente sesta puntata di Only Murders in the Building.
Tutti contro Mabel.
Tra umorismo meta-narrativo, gli esasperanti problemi sentimentali di Charles e la dubbia paternità del figlio di Oliver, Mabel è senza dubbio la componente del trio più incasinata. All’inizio della puntata ci viene fornito un indizio inequivocabile sui veri intenti di Alice, concentrata a fotografare il pavimento ancora macchiato dal sangue di Bunny. Torna il Detective Kreps (Michael Rapaport) che, nel tentativo di redarguire i membri dei due rispettivi podcast, riesce ancora una volta a rendersi ridicolo. È frustrato per via delle innumerevoli soffiate anonime che riceve, specialmente quelle sulla quotata “teoria dei pappagalli” (un rimando ai gufi di The Staircase?). Torna Lucy in un adorabile, ma brevissimo cameo. Tornano la controfigura di Charles, Sazz Pataki (Jane Lynch) di cui non abbiamo mai abbastanza, e la sua truccatrice in pensione, con la quale – ma erano altri tempi! – ha avuto una parentesi di passione. E torna la scatola dei fiammiferi, su cui Mabel ha individuato un’impronta digitale. Ciò che rende le cose sempre più interessanti, però, è la lunga lista di sospettati che viene ribaltata puntualmente in ogni puntata. Qualcuno a mettere lo zampino tra le prove c’è eccome. Peccato che porti una maschera integrale.
Chissà, questa persona misteriosa, cioè quella che ha incontrato Bunny al ristorante, potrebbe essere la stessa che sta messaggiando con il trio e che si sta spacciando per la Detective Williams (Da’Vine Joy Randolph). A proposito, dove è finita? La collisione tra il trio e il podcast di Cinda Canning è il fremito narrativo di cui avevamo bisogno. Quello che rende l’intrigo di trame finora tessuto ancora più brillante e coeso. Mabel continua a essere rincorsa dal passato e a rivangarlo, infatti, sarà proprio Cinda, la quale ripesca un certo Jimmy Russo per provare l’indole mostruosa di “Mabel la sanguinaria”. Si tratta di un suo ex collega ambiguo che vuole vendicarsi del torto che crede di aver subito. Secondo la sua versione, Mabel gli avrebbe tagliato il dito per poi friggerlo e mangiarselo. Invece si è ferito nel tentativo di molestarla. Le tattiche diffamatorie di Cinda sono sempre più meschine al punto che anche la sua fedelissima Poppy ne è disgustata.
Protagonista indiscussa della sesta puntata, però, è la regia.
Le soluzioni registiche adottate rendono la trama ancor più stuzzicante, come direbbe Cinda. Nota di merito per l‘esplosione del cassonetto sullo sfondo, mentre Charles racconta i suoi drammi sentimentali, e per l’esasperante sequenza in cui Mabel si torva davanti al pittoresco, minuzioso e inquietante quadretto di Alice. Sapevamo che la tizia nascondeva qualcosa! La prima, la scena dell’appostamento, è una chicca golosissima che unisce tensione e umorismo. Charles ha attinto ancora una volta al glorioso serbatoio di Brazzos (appunto “la falsa prova”) per incastrare la figura misteriosa, ignaro che la realtà non è regolata dalle stesse meccaniche della finzione. Oliver, poi, ci ha aggiunto del suo scambiando la vernice con i glitter per un effetto glamour spassosissimo. Un momento isterico ed esilarante e un altro inquietante e disorientante che alzano il livello qualitativo della seconda stagione di Only Murders in the Building: coronata dai sublimi costumi dei protagonisti, da una New York seducente, dai cameo e dai drammi esistenziali sempre più tragicomici.
La figura incappucciata potrebbe avere a che fare con Cinda?
Il finale di puntata getta nel nostro orecchio, sempre più affollato, un’altra pulce. Alice non è l’assassina, anche se potrebbe essere una pericolosa mitomane. All’appello, però, manca ancora Amy Schumer, ormai fuori dai giochi, che potrebbe tornare e stupirci con effetti speciali. Come abbiamo visto, in metro, Mabel riceve una chiamata da Poppy. Proprio quando si trova a un passo dalla figura misteriosa, ricoperta dai brillantini dell’esplosione. Dopo l’ennesima umiliazione, Poppy ha deciso di tradire la bugiarda e infima Cinda, la quale sarebbe disposta a fare qualsiasi cosa pur di raccontare una storia avvincente. Potrebbe addirittura arrivare a manipolare gli eventi da dietro le quinte. Escludiamo che abbia ucciso Bunny, ma forse sta approfittando della confusione investigativa per cercare di incastrare Charles, Mabel e Oliver e, dunque, assicurarsi la sua storia stuzzicante.
Il finale, infatti, implica che Cinda sia in qualche modo coinvolta. Magari non è l’assassina, ma sta certamente tramando qualcosa. Cosa sta facendo Mabel nel video che è già diventato virale? È mai possibile che abbia davvero accoltellato qualcuno? Questa potrebbe essere, dunque, una squallida messinscena architettata da Cinda allo scopo di eliminare i suoi competitor e di portare a casa una storia fenomenale.
A quattro puntate dal finale c’è ancora tanto da chiarire, e la situazione è più disperata che mai. Non ci resta che aspettare il prossimo episodio di Only Murders in the Building in arrivo su Dinsey+ martedì 2 agosto.