**Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in SPOILER sulla nona puntata di Only Murders in the Building, la mistery-comedy su Disney+**
A una puntata dal gran finale, forse, iniziamo a capirci qualcosa. Il penultimo appuntamento con Only Murders in the Building ci ha regalato una nona puntata – rilasciata su Disney+ il 16 agosto – capace di sbrogliare nei primi 5 minuti il papocchio di intrecci tessuto nel corso della seconda stagione. L’ottavo episodio (qui trovate la nostra recensione) ci salutava con nuovi indizi e depistaggi, ma anche con qualche certezza: il detective Kreps non ce la racconta giusta. Dopo otto puntate divertenti, profonde, frenetiche ma disorientanti, in soli 5 minuti, come per miracolo, Steve Martin e John Hoffman sono riusciti a risolvere il 90% degli incastri narrativi. Hanno spazzato via i depistaggi superflui e, ancora una volta, ci hanno offerto nuove meravigliose prospettive sia sui personaggi principali (come quello di Selena Gomez, che evolve in parallelo con la maturità sua interprete), sia su quelli secondari. Il tema centrale della stagione si conferma dunque la riflessione sulla genitorialità e sul peso che le figure paterne hanno sulle nostre esistenze. Il nodo principale continua a ruotare ancora una volta sull’importanza di affermare noi stessi e di saper leggere la realtà nella sua complessità. In fondo, tutti mentono e niente e nessuno è mai quello che sembra. La nona puntata, senza avere fretta e con lo stesso umorismo un po’ nero, un po’ demenziale, scioglie più nodi di quanto ci aspettassimo e ci lascia con un cliffhanger pesantissimo. Dopo numerosi dubbi e incertezze, il trio inizia finalmente a contrattaccare: Mabel sale letteralmente sul ring, Oliver affronta la sua più grande paura mentre Charles segue il suo istinto e trova Rose Cooper. Scritta da Kirker Butler e diretta da Jamie Babbit (Family Guy), Sparring Partners corre come un treno e arriva a uno snodo tanto inaspettato quanto inevitabile.
Il detective Kreps e Cinda Canning? Insieme?
Dunque Glitter Guy è il detective Kreps (Michael Rapaport), cioè il nuovo principale sospettato del trio, ma questa volta la pista sembra più solida che mai. Non è l’assassino, questo è certo. Tuttavia il suo coinvolgimento apre quello scenario che tutti noi aspettavamo con timore: sotto c’è lo zampone di Cinda (Tina Fey). Ma fino a che punto la podcaster è disposta a spingersi pur di avere una storia? Il finale di puntata conferma la sua predisposizione a inquinare prove e a sabotare indagini, come ha fatto per il caso che avrebbe contribuito a risolvere, quello di Becky Butler, aka Poppy (Adina Verson)! Sappiamo che Kreps è schiavo del cuore, e di un salario basso, e dunque farebbe di tutto per la donna più brillante del mondo. Sappiamo anche che Cinda ha cercato di estorcere delle informazioni a Rose Cooper. Eppure quanto è emerso dalla nona puntata di Only Murders in the Building non è sufficiente a renderla un’assassina. Il passo non è poi così breve dal manipolare prove a uccidere a sangue freddo l’amministratrice dell’Arconia.
Se c’è una cosa che Only Murders in the Building ci ha insegnato, però, è che i sensazionalismi non sono mai sensazionali. La narrazione della mystery-comedy di Hulu ci ha conquistato perché dietro ogni colpo di scena, dietro ogni rivelazione inaspettata c’è sempre stata una spiegazione profonda, complessa e mai banale. Una soluzione che non vuole scioccare, ma spingerci a guardare cosa si nasconde sotto le increspature di quello che vediamo in superfice. E che la differenza la fa quasi sempre il contesto. Il detective Kreps ci ha fatto venire i brividi in più di un’occasione. Ma ora che sappiamo le ragioni dei suoi comportamenti inquietanti, ci appare per quello che è: un essere umano che conosciamo poco, sottopagato e innamorato di una manipolatrice professionista. E così, anche questa volta, tutto quello che pensavamo di sapere su una persona, viene ribaltato. Esattamente come è accaduto per Bunny, per Theo e per la paternità di Will (Ryan Broussard).
I risultati del test sono arrivati. Oliver non è greco, ma è disposto a rinunciare al suo orgoglio irlandese pur di continuare a essere il padre biologico di suo figlio. Will è l’unica cosa a cui tiene davvero e crede che spezzando il legame di sangue questo possa allontanarsi da lui. Ma sappiamo che la genetica non sempre rende un padre, un padre. Dal canto suo, Teddy Dimas (Nathan Lane) ha avuto la “rivincita zen” che cercava. Il karma, baby: Oliver lo ha messo in carcere, Teddy si è fatto sua moglie. Ben due volte. Nella stessa sera. Quella che si prospettava l’inizio di una rivincita sanguinaria si è trasformata invece in un momento sincero di maturità. Un confronto a cuore aperto tra due padri che condividono le stesse ansie e gli stessi rimpianti. Alla fine tutto si è concluso con una sfida a colpi di chi è stato il padre peggiore e che è meglio non intraprendere una carriera nel teatro.
Alice ha un’offerta di pace, il pappagallo ha il dipinto.
Ai fini della sottotrama mystery, Alice Banks (Cara Delevingne) è stata solo un elaborato e perverso depistaggio. Per quanto riguarda il percorso di crescita di Mabel, invece, è stata una bella sfida di maturità. Ora che sappiamo che è meglio evitare di imbarcarci in una storia sentimentale con qualcuno che ha messo in scena il nostro più grande trauma, possiamo depennare Alice dalla lista dei presunti assassini. Mabel non vuole stare con lei, ma può comunque accettare il puzzle che l’aiuterà a rimettere a posto i pezzi della sua memoria: tutti gli indizi gridano il nome di Cinda. Così, la vicenda travagliata di Mabel si ricongiunge a quella di Charles che – per puro caso – ha trovato insieme a Oliver il dipinto originale di Rose Cooper.
L’opera che raffigura suo padre insieme alla donna è sempre stata nascosta sotto il pappagallo domestico di Bunny, Mrs. Gambolini. Ed ecco servite altre due rivelazioni che fanno proseguire in parallelo sia il risvolto crime che quello sentimentale. Leonora è Rose Cooper (Shirley MacLaine), la vera artista del dipinto ed ex amante del padre di Charles che ha cambiato identità per nascondersi da un marito violento. Inoltre, abbiamo avuto la conferma che il padre di Charles voleva davvero bene a suo figlio. Già, bisogna saper guardare al di sotto della superfice delle cose, che siano orologi, quadri oppure persone.
L’ultimo cliffhanger: All is Not OK in Oklahoma
Il podcast di Cinda, la “regina dei podcast di omicidi” intitolato All is Not OK in Oklahoma è ciò che ha unito Charles, Oliver e Mabel e che ora collega tutti gli accadimenti della seconda stagione di Only Murders in the Building. Il cerchio si sta chiudendo, ma somiglia sempre di più a una concatenazione di cerchi concentrici che ruotano intorno a un unico centro: capire chi siamo. Tutti noi abbiamo dei segreti che spesso vogliamo nascondere per non dover affrontare la realtà. La nona puntata ha tagliato diversi rami secchi e ha escluso numerose piste cieche. Ma non c’è stata traccia del super fan e della sua pista sull’assassino seriale, il Sixth Avenue Slasher. Comparirà forse nell’ultimo episodio per dare una svolta all’assassinio di Bunny?
Il cerchio si è stretto intorno a Cinda, Poppy e Kreps, ma qualcosa ancora non torna. Cinda e Poppy hanno pianificato tutto insieme? Ma perché mai avrebbero dovuto uccidere Bunny? Ancora troppe poche certezze. Di una cosa siamo certi, l’ultima puntata – che verrà rilasciata su Disney+ martedì 23 agosto – dimostrerà per l’ennesima volta che in Only Murders in the Building la sottotrama crime è un pretesto e che agli autori piace confonderci e stupirci ribaltando i punti di vista, senza il bisogno di ricorrere agli effetti speciali.
“Well s**t!”