Rieccoci con la recensione del terzo episodio (qui quella del primo) di questa fantastica sesta stagione di Orange Is the New Black. Dopo l’episodio sostanzialmente incentrato su Black Cindy e sul cattivo sangue che scorre tra Gloria Mendoza e Maria Ruiz, l’attenzione passa su Frieda Berlin e su Galina “Red” Reznikov.
Quello di Frieda è senza dubbio uno dei personaggi di Orange Is the New Black che più di tutti mi affascina. Apparentemente calma e tranquilla, è in realtà un’astuta calcolatrice. Grazie all’arte di passare inosservata, riesce a ottenere tutto ciò di cui ha bisogno. Vi ricordo che tutto quello che c’era in piscina è stato merito suo. Ha creato dal nulla un nascondiglio perfetto. Peccato solo che le cose, alla fine, non siano andate come avrebbero dovuto. Ma non è certo colpa di Freida.
In questo episodio più che mai ho stimato e apprezzato questa persona. La sua intelligenza, ma soprattutto il suo istinto di sopravvivenza, non hanno fine. Sa esattamente cosa fare e quando agire. Ho adorato il modo in cui sia riuscita a prendere in giro le due sorelle a capo della prigione. Ha dovuto tradire un’amica e metterla contro il suo stesso sangue, ma si è garantita un posto in minima sicurezza, dove – un genio come lei – si sarebbe trovata da dio.
E così è stato, fino alla fine dell’idillio e al ritorno in quelle stesse celle nelle quali non sarebbe mai voluta tornare. In questo episodio di Orange Is the New Black, ho visto Freida – per la prima volta – spaventata da qualcosa. Prima di questa puntata ero sicura che quella donna non avrebbe mai avuto paura di niente.
Ho adorato il teatrino che ha messo in piedi per cercare di restare in isolamento e me la sono fatta nei pantaloni quando la guardia è entrato a dirle che l’avrebbero spostata in uno degli altri settori della prigione. Per fortuna è finita in Florida, ma questo mi porta a pensare che per arrivare lì ha dovuto fare il nome di Red agli investigatori. Ma di questo parleremo dopo.
Ho un po’ paura per Freida. Non perché non si sappia difendere, tutt’altro. Ma ormai la sociopatica Carol l’ha vista. E dopo il tradimento avvenuto tante lune prima, non penso gliela farà passare liscia. Soprattutto perché – ripeto – quella tizia è chiaramente una sociopatica. Basta guardarla negli occhi per vedere la sua sete di sangue e vendetta. Inutile dire che quella sete di sangue e vendetta gliel’ho vista chiaramente stampata in faccia quando ha visto Freida passare per il corridoio con il suo girello, in tutta la sua (finta) vulnerabilità.
Speriamo che rimanga sana e salva e passiamo a ciò che mi preme dire, più di ogni altra cosa. Daya continua a essere malmenata dalle guardie. Non rimango quasi mai impressionata dalle scene che vedo, ma quella in cui la guardia le dà un colpo di manganello alle gambe, mi ha lasciata davvero inorridita. È stato impossibile non vedere tutti i lividi e le escoriazioni che questa poverina aveva sul corpo. Tutto per colpa della crudeltà e dell’abuso di potere delle guardie.
Ripeto, gli animali chiusi in gabbia sembrano essere proprio loro, non le detenute. La cosa che mi ha infastidito al punto da farmi venire da vomitare è che non c’è nessuno dalla loro parte. Nessuno che, vedendo tutte quelle violenze e quegli abusi, si scagli dalla parte delle detenute.
Che razza di persone sono queste? Sono persone disgustose. È una questione di umanità. Un essere umano non può essere indifferente a questi atti. Puoi trovarti davanti qualunque tipo di criminale, anche il peggiore del mondo e comunque la violenza non dovrebbe essere tollerata.
E dopo questo piccolo sfogo, passiamo a un’altra importante questione emersa durante questo episodio di Orange Is the New Black. Red si troverà presto ricoperta di merda fino a sopra la testa. E a tradirla è proprio la sua famiglia. Non mi meraviglio di Piper, perché come ho già chiarito nella scorsa recensione, l’opinione che ho di lei è davvero bassa. Piper è un’imbecille e pensa solo a se stessa. Era chiaro che avrebbe buttato Red sotto il treno alla prima occasione. Ma Freida, da lei non me lo sarei mai aspettato. Anche se – questo episodio – ci ha dimostrato il contrario. Pur di salvare se stessa, Freida butterebbe sotto il treno anche suo padre.
Rimango perplessa per la situazione di Nicky. Non fa esplicitamente il nome di Red, ma la lasciano lì, sospesa. Spero davvero con tutto il cuore che almeno lei sia rimasta fedele alla Reznikov. Dopo tutto ciò che quella donna ha fatto per lei, è il minimo. E diciamoci la verità, Nicky è una delle poche ad avere due palle grandi quanto il mondo. Frieda è appurato che pensi solo alla sua sopravvivenza. Mentre Piper è una cretina e basta.
Ha sempre e solo un unico pensiero, Alex. E va bene, sei innamorata, ok. Nessuno te ne fa una colpa. Ma porca miseria ladra, devi proprio mandare tutto a puttane semplicemente perché sei una demente senza cervello e senza ossa? “Nulla ha più senso ormai, ho tirato conclusioni affrettate e ho deciso che ‘tall one’ si riferisse ad Alex”, fammi buttare m***a sull’unica persona che mi ha salvato il c**o.
‘Sta tizia non ci pensa un attimo a mettere tutti nella merda.
Va bene che stai soffrendo perché sei un’imbecille che – ripeto – tira conclusioni affrettate, ma cazzo, frena quella lingua. Conta fino a tre prima di aprire quel cesso di bocca che ti ritrovi. Stai mettendo tutti, Red più di altri, nei casini. E lo fai con la stessa facilità con la quale io ti prenderei a schiaffi per farti riprendere, CRETINA!
Io certi personaggi non li capisco proprio e penso che non li capirò mai. Orange Is the New Black è pieno di elementi meravigliosi. Ma ce ne sono due che dovrebbero proprio sparire dalla faccia della terra. E – stando a quanto si dice in giro – spariranno presto. Non vedo l’ora di vedere questa Serie Tv rinascere e diventare più bella che mai senza questi due personaggi di cui non farò il nome…
…Alex e Piper (qui Taylor Schilling è pronta a dire addio a Orange Is the New Black).
Tornando velocemente a Red. Purtroppo se la vedrà davvero brutta. Tutto ciò che gli investigatori cercano è qualcuno a cui scaricare la colpa della morte di Piscatella. Red era, già all’inizio, una preda facile per loro. E le testimonianze date dalla sua stessa famiglia non hanno fatto altro che confermare quello che gli investigatori volevano dimostrare. Mi piange il cuore al solo pensiero che ‘sta poveretta possa dover scontare una pena insostenibile per qualcosa che non ha fatto. Speriamo solo che tutto si risolva presto. Red, io sono con te.