Dal 4 aprile, è tornato in sala in versione restaurata in 4K Persepolis, film d’animazione tratto dall’omonima graphic novel di Marjane Satrapi. Arrivata in sala per la prima volta nel 2007, la pellicola è stata diretta dalla stessa autrice e da Vincent Paronnaud. Girato in bianco e nero (a eccezione di poche scene), Persepolis riproduce i disegni originali del fumetto. All’animazione hanno lavorato la stessa Satrapi e lo studio Perseprod.
Perché Persepolis? Il nome è quello dell’antica capitale della Persia, costruita nel VI secolo a.C. da Dario I e poi saccheggiata e distrutta da Alessandro Magno. La scelta di un nome che richiama un’antica ricchezza, uno splendore che non ritornerà più. Il film è però anche il racconto di una città, Teheran, divisa tra Occidente e Oriente, tra modernità e tradizione. Una città in cui nasce e cresce, fino ai primi anni della vita adulta, la giovane Marjane Satrapi (Chiara Mastroianni).
Persepolis – La trama del film
Marjane in Persepolis ha solo 9 anni, siamo nel 1978, e vive con la sua famiglia a Teheran: i suoi genitori sono borghesi benestanti e dallo spirito progressista. Perciò, in casa sua, la piccola Marjane può ascoltare la musica occidentale, guardare i film di Bruce Lee, di cui è grande fan, ma sogna anche di diventare il prossimo Profeta. I suoi genitori sostengono i rivoluzionari islamici contro il regime dello Scià di Persia Mohammad Reza Pahalavi. Sarà l’arrivo dello zio Anouche, prigioniero politico del regime, a cambiare la vita di Marjane. La bambina, infatti, apprenderà termini come comunismo, proletariato e si appassionerà alla politica. Insieme alla nonna, Anouche sarà una figura fondamentale per la sua crescita.
La rivoluzione arriva a Teheran, ma non porta la libertà promessa: i rivoluzionari impongono leggi severe, proibiscono l’ascolto di musica occidentale. Opprimono le donne e le obbligano a indossare il velo. Gli oppositori del nuovo regime si riuniscono in poche dimore sicure e provano a dimenticare gli orrori della quotidianità. Quando Marjane si caccia nei guai con la sua insegnante di religione, i suoi genitori decidono di mandarla a Vienna, dove sarà al sicuro.
Prima di partire, sua nonna le fa promettere di non nascondere mai le sue origini e di essere sempre fedele a sé stessa. La parentesi europea non è come Marjane si aspetta e per integrarsi, la ragazza nasconde le sue origini. Eppure, nonostante le storie d’amore e la modernità della capitale austriaca, Marjane sente la mancanza dell’Iran e, infine, vi fa ritorno. Profondamente cambiata, ma forse, finalmente pronta a essere sé stessa.
Ma come lei, anche Teheran è cambiata e per la ragazza non è semplice riadattarsi alla sua vita precedente. Con Persepolis abbiamo un altro punto di vista sulla città, già protagonista dell’omonima serie tv di spionaggio targata Apple TV+!
Uun racconto sempre attuale e più universale che mai
Marjane Satrapi racconta in Persepolis la sua esperienza personale, quella di una giovane immigrata iraniana, con arguzia e ironia. Il suo è un racconto di formazione e una storia di emancipazione femminile universale. Il tentativo di una bambina di comprendere il mondo introno a sé, provando a trovare sé stessa in una realtà che cambia continuamente.
Persepolis è però anche il resoconto, mai impersonale e freddo, di ciò che ha vissuto la comunità iraniana. Una testimonianza reale, tangibile degli orrori vissuti da intere famiglie, costrette a separarsi dai figli adolescenti perché non diventassero bersaglio della propaganda dei Khomeni.
Una propaganda di cui Marjane denuncia le ipocrisie, con piglio ironico: l’imposizione del velo alle donne, il divieto di consumo dell’alcool e di assorbire in qualunque modo la cultura occidentale, decadente e intrisa di peccato. Ma questa è solo una faccia della società iraniana, l’altra è rappresentata dal mondo dei genitori di Marjane, un mondo progressista: la ragazza può indossare le Nike, ascoltare gli Iron Maiden e si parla di libertà e ideali comunisti.
Marjane Satrapi: “Sii sempre integra e fedele a te stessa”
E Marjane in Persepolis cresce divisa così, tra la sua famiglia moderna e accogliente e una società che vuole opprimerla, ma che lei spera possa cambiare. Il suo ritorno a Teheran è però segnato da una profonda disillusione: l’Iran odierno non ha più nulla per lei, il regime dei Khomeini si è inasprito al punto tale che all’università si indicono riunioni per “consigliare” alle donne di indossare veli più lunghi, per scongiurare il peccato negli uomini. E per chi partecipa alle feste c’è il rischio di non tornare a casa, perché alcool e musica sono ancora proibiti.
Ed è ancora una volta grazie a sua nonna che Marjane realizza che restare a Teheran vorrebbe dire piegarsi alle regole del regime. Perciò, il suo ultimo viaggio in Persepolis è un addio a ciò che è stata, alla sua infanzia e adolescenza, per poter abbracciare la sua sé più autentica. Marjane Satrapi lascia così Teheran nel 1994, con il monito di sua nonna “sii sempre integra e fedele a te stessa” e il suo profumo di gelsomini ad accompagnarla.
Decidendo di trasporre Persepolis in un film animato, Marjane Satrapi compie un atto di rivoluzione e riappropriazione della sua stessa storia.
La narrazione della rivoluzione dei Khomeni e dei soprusi di un regime cambia prospettiva e non è più narrata dagli occidentali, ma da chi l’ha vissuta e provata sulla propria pelle. Presentato al Festival di Cannes nel 2007, Persepolis ha vinto il Premio della Giuria e ha ricevuto la nominatio agli Oscar come Miglior Film d’animazione. Grazie al suo lavoro, Marjane Satrapi è diventata una delle voci più importanti per i movimenti femministi e per il confronto tra Occidente e Oriente. A proposito di Oscar, vi lasciamo con una lista di 6 film che incredibilmente non sono stati premiati.