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Presunto Innocente – La Recensione dei primi due episodi: una storia di ossessione e dubbio

Presunto Innocente
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ATTENZIONE! L’articolo può contenere SPOILERS della miniserie Presunto Innocente.

My name is Rusty Sabich, and I am the prosecutor in this trial.

– Intro

Nel 1990, Harrison Ford vestiva, per la prima volta, i panni del pubblico ministero Rusty Sabich nell’adattamento cinematografico Presunto Innocente. Più di trent’anni dopo tocca a Jake Gyllenhaal impegnarsi nella medesima prova attoriale in una serie tv omonima, ideata da David E. Kelley (qui la nostra recensione di Anatomy of a Scandal) e prodotta, tra gli altri, da J. J. Abrams. La premessa è la medesima: cosa succede quando un uomo, padre e marito devoto, modello di riferimento per la propria comunità, viene accusato di omicidio? Succede che la sua vita venga totalmente stravolta cambiandone il ruolo da pastore del suo gregge a pecora nera. Basata sull’omonimo romanzo del 1987 di Scott Turow, Presunto Innocente (potete vedere i primi due episodi sul catalogo Apple TV+ qui) è una storia di ossessione, menzogne e dubbio.

La vita di Rozat Sabich è perfetta. Felicemente sposato con Barbara (Ruth Negga), con la quale ha avuto due splendidi bambini, braccio destro del procuratore distrettuale di Chicago, collega integerrimo e ben voluto da tutti, rispettato dalla comunità e considerato un professionista nel suo lavoro. La miniserie inizia mostrandoci proprio Rusty nel suo habitat naturale, in un’ aula di tribunale, intento a vincere l’ennesima causa. Poi qualcosa di inaspettato accade, qualcosa che rompe l’esistenza equilibrata del protagonista. La collega Carolyn Polhemus (Renate Reinsveen) viene ritrovata legata e uccisa nella sua stessa casa e Raymond (Bill Camp), procuratore distrettuale in carica, decide di affidare a Rusty il caso. Il caso mediatico di cronaca nera innesca una serie di reazioni a catena che portano inevitabilmente all’implosione della vita perfetta di Sabich, trasformatosi in villain della sua stessa storia.

I primi due episodi di Presunto Innocente ci trascinano subito nel torbido e oscuro caso dell’omicidio di Carolyn, di cui Sabich diventa presto il primo sospettato.

Presunto Innocente (640x360)
Jake Gyllenhaal in Presunto Innocente

Un uomo bianco, etero e ricco viene accusato dell’omicidio della sua amante e messo alla gogna pubblica per un crimine che potrebbe o meno aver effettivamente compiuto. Dove abbiamo già sentito questa storia? Francamente un milione di volte. Il pilot di Black Mirror mostrava un primo ministro inglese alle prese con una scelta impossibile. Una scelta che avrebbe, in ogni caso, distrutto la sua reputazione per sempre. Richard Jewell, pellicola diretta da Clint Eastwood, racconta la storia vera di un poliziotto che ha sventato un attacco terroristico ma poi ingiustamente accusato di averlo orchestrato lui stesso. Basato su una vicenda realmente accaduta.

Durante le Olimpiadi di Atlanta del 1996, un addetto alla sicurezza scopre uno zaino contenente una bomba. L’uomo, tale Richard Jewell, avvisa subito le autorità e contribuisce a evacuare l’area, salvando numerose vite. Ma se inizialmente tutti lo definiscono eroe nazionale, l’FBI e i media iniziano a considerarlo il principale sospettato dell’attentato distruggendogli la vita. La caccia alla notizia a ogni costo trasforma un uomo buono, semplice e gentile in un mostro agli occhi della massa. Il nemico verso cui rivolgere odio e rabbia.

L’eroe diventa ben presto il nemico pubblico numero uno, ma nel caso di Presunto Innocente la faccenda si fa molto più nebulosa.

Rusty Sabich viene presentato come una figura di spicco ammirata da amici e conoscenti ma sono altresì evidenti delle sottili crepe in questa facciata imbiancata di fresco. Spiragli che ci permettono di intravedere un’ambiguità di fondo e delle ombre celate sotto i completi alla moda. Già nel primissimo episodio scopriamo che Rusty e Carolyn avevano una relazione, durata forse addirittura anni, basata principalmente su rapporti sessuali violenti e ferali. Durante le sedute con la psicologa (Lily Rabe), Rusty confessa di essersi innamorato di Carolyn proprio per questa reciproca attrazione animalesca. Frammenti del rapporto con l’amante si intrecciano così visivamente a riquadri di vita familiare. I primi ritraggono scene di corpi nudi, sudore e sesso, i secondi sono momenti di tranquilla felicità domestica. Quasi due vite parallele che Rusty conduce e che mostrano, contemporaneamente, la stessa persona e una persona completamente diversa.

Forse persino una persona che potrebbe aver compiuto un omicidio.

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Una scena della famiglia Sadich

Si considera ogni persona accusata di un reato innocente fino a quando un processo legale non dimostra la sua colpevolezza.

Questo principio è un pilastro fondamentale del diritto penale quasi ovunque nel mondo ed è inteso a proteggere i diritti degli imputati, garantendone un processo equo (The Night Of offre un bellissimo ritratto del sistema giudiziario). In altre parole, l’onere della prova spetta all’accusa, che deve dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio la colpevolezza dell’imputato. Fino a quando si dimostra questo livello di prova, l’imputato deve essere trattato come innocente. “Presunto innocente” significa quindi che non si può considerare colpevole una persona accusata di un crimine, né trattarla come tale, fino a quando un tribunale non prova legalmente la sua colpevolezza.

Quando però si pianta il seme del dubbio, bastano poche gocce di clamore del popolo per farlo germogliare nella pianta dell’accusa. Rusty è un professionista del suo settore, rispettato da molti ma non da tutti. Ecco quindi che i rapporti, già abbastanza incrinati con Tommy Molto (Peter Sarsgaard), capo a interim della divisione omicidi, e Nico della Guardia (Olatunde Fagbenle) si sfaldano completamente quando il secondo ottiene il mandato di nuovo procuratore distrettuale. Nel secondo episodio, Rusty viene repentinamente sospettato, accusato e arrestato per l’omicidio di Carolyn usando il movente del crimine passionale. Ad alimentare le accuse si aggiunge la gravidanza, scoperta durante gli esami dell’autopsia e un test di paternità che sembrerebbe non lasciare spazio a dubbi.

Presunto Innocente, però, gioca costantemente su questo filo sottilissimo che oscilla tra fatti e calunnie.

Il Rusty di Jake Gyllenhaal si sveste della fredda mascolinità di Harrison Ford tratteggiando un personaggio molto più indecifrabile e spigoloso. Attore incredibile e intenso, Gyllenhaal (possibile protagonista della seconda stagione di Beef, leggete qui) non lascia intendere nessun tipo di colpevolezza ma si mostra, allo stesso tempo, come un personaggio fin troppo imperscrutabile e difficile. Rusty alterna momenti di tenerezza familiare a scatti di rabbia nei confronti dei colleghi. Si dimostra professionale in una scena e influenzato dai propri sentimenti nella successiva. Appare misterioso, tenace, carismatico, maniacale e spaventoso persino. Traumatizzato dal padre fedifrago aveva giurato a se stesso di non compiere mai lo stesso errore, salvo poi cascarci in pieno.

Chi è davvero Rusty Sabich? Presunto Innocente ci pone proprio questa domanda, puntata dopo puntata, invitandoci a mettere insieme i tasselli e gli indizi e a scoprirlo da soli. Sadich è un protagonista freddo e con cui si entra poco in empatia ma per questo è il colpevole a tutti i costi? Può non piacerci ma merita quello che sta passando? Tre uomini dalla hybris smisurata si contendono la scena mentre il cadavere di Carolyn giace freddo in una bara incapace di rivelare il suo assassino.

A guidarci in questa indagine, però, non devono essere le emozioni o il pregiudizio ma l’occhio oggettivo e la mente calcolatrice del detective.