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Prisma 2 – La Recensione della seconda stagione

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Negli ultimi anni, il genere teen drama ha cominciato a dominare anche le classifiche delle Serie Tv italiane. Partito con un po’ di pecche da sistemare necessariamente, come abbiamo potuto vedere con la Serie Tv Netflix Baby, con il tempo ha cominciato a costruire una strada più solida, supportata da un livello che va ben oltre la mediocrità. Lo abbiamo potuto vedere con Skam Italia, il remake della produzione norvegese, con Tutto Chiede Salvezza, e poi lo abbiamo potuto vedere con Prisma. Distribuita nel 2022, quest’ultima è una delle Serie Tv italiane del momento. Un’opera che ha immediatamente attirato l’attenzione di ogni tipo di telespettatore, giocandosi una carta che non passa mai di moda: l’attualità. Giunta adesso con la sua seconda stagione, Prisma 2 riconferma il successo del suo esordio, consacrandosi a tutti gli effetti come uno dei teen drama italiani di punta degli ultimi anni.

Potendo contare su ottime interpretazioni – messe in atto da attori come Mattina Carrano, Lorenzo Zurzolo e Chiara Bordi Prisma 2 conferma tutto quello che il pubblico e la critica avevano individuato nella sua prima stagione, ottenendo un nuovo successo che non sembra destinato a volgere al termine. Non ancora, almeno. Tutto fa infatti presumere che la storia di Prisma non è finita qui e che, salvo sorprese dell’ultimo minuto, continuerà ancora nel tempo.

Dagli stessi autori di Skam, nasce una storia adolescenziale di formazione. Un’opera distinta da una lente d’ingrandimento che sensibilizza e implora l’ascolto da parte di chiunque la guardi

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Non è un caso che Prisma 2 arrivi proprio durante il mese del Pride. Mai come in questo caso, infatti, questa Serie Tv – che potrete facilmente guardare su Amazon Prime Videosi focalizza su argomenti attuali e necessari, come l’accettazione di se stessi e degli altri. Il ritrovarsi e il riconoscersi. L’individuarsi e l’individuare. Ma, soprattutto, l’ascoltare il grido d’aiuto di una generazione che descrive perfettamente i tempi odierni, mettendo al centro della narrazione tematiche sensibili a cui non si può più rispondere con l’indifferenza. Come nel caso del revenge porn, uno dei temi più importanti che aprono le porte di questa seconda stagione.

A subirne le conseguenze è Carola. Protagonista di questo drammatico evento, cerca di convivere con il peso della diffusione di un video che non sarebbe mai dovuto finire in rete. Che sarebbe dovuto restare privato, ma che qualcuno ha pensato di divulgare senza consenso, generando un trauma che purtroppo affonda le sue radici nella realtà. Perché il vero punto di forza di Prisma è proprio questo: il realismo delle storie raccontate. La finestra sul mondo dell’adolescenza in cui tutti possono affacciarsi, a prescindere dalla propria età. L’età dei protagonisti è infatti un espediente, un mezzo necessario per far comprendere il vero intento della stagione: intervenire durante la formazione degli individui. Spiegare la necessità di formare ed educare gli adolescenti, prevenire e fare quello che dovrebbe essere fatto in tutte le scuole.

Prisma, infatti, nonostante la sua copertina da teen drama, potrebbe essere un prodotto di cui discutere nelle aule studentesche. Una produzione attuale capace di attirare l’attenzione della nuova generazione per dar vita a riflessioni e confronti costruttivi, mirati a sensibilizzare e a renderci tutti vigili e scattanti di fronte alle richieste d’aiuto del prossimo.

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Se nella prima stagione l’obiettivo principale è quello di capire chi si è davvero, nella seconda si passa a uno step successivo. Ci si accetta e ci si viene incontro, chiedendo a se stessi che cosa si voglia davvero adesso che ci si conosce. Una domanda intelligente e necessaria che tutti, adolescenti e non, dovremmo porci. Grande plauso in questo senso al personaggio di Jacopo. Grazie al protagonista ci addentriamo infatti nella tematica inerente alla carriera alias. Un argomento che spesso viene sottovalutato e confuso come un capriccio, ma che rappresenta invece la voce di chi si conosce e lotta affinché anche gli altri lo riconoscano.

La seconda stagione di Prisma affronta così più argomenti uniti da una stessa sostanza, ma diversi nella forma, capaci di accendere una luce nei confronti di chiunque sia in quel momento all’ascolto. Con una partenza più graduale capace di dedicare il giusto tempo a ogni argomento, Prisma 2 si concretizza a tutti gli effetti come una Serie Tv cresciuta, matura e consapevole della sua identità. Sa cosa vuole, esattamente come i suoi protagonisti, e non tarda a dimostrarlo. Si prende il suo tempo e lascia che i personaggi si perdano e si ritrovino, regalando un palco ben illuminato sia ai personaggi principali che ai personaggi secondari. Con la sua prima stagione, Prisma aveva già fatto rumore, ma con questo nuovo capitolo ha ufficialmente consolidato il suo potenziale, dimostrandosi un prodotto che va oltre l’essere un vero e proprio fenomeno mediatico.

Una Serie Tv che insegna senza pretendere di farlo. Un’opera naturale e spontanea, coadiuvata da una giusta dose di suspense e uno stile in perenne movimento che differenzia le due stagioni. Seppur l’uno legata all’altro, i due capitoli di Prisma si completano grazie alla loro diversità. Nel primo caso si fa infatti più uso di dialoghi, mentre nel secondo viene privilegiato un approccio più silente, contraddistinto da una serie di non detti che, in realtà, dicono più di tante parole.

In un periodo come questo, abbiamo bisogno di Serie Tv come Prisma. Di opere buone, generose, che ascoltano quel che gli succede attorno e poi lo raccontano, chiedendo al telespettatore attenzione e dedizione, ma soprattutto la medesima delicatezza. Perché viviamo in un mondo spesso buio. Un mondo che spesso toglie più di quel che dà. E Prisma, con la sua generosità, cerca di restituirlo. Con i suoi personaggi, le sue storie e la sua gentilezza. Un’arte raffinata che spesso crediamo persa, e che invece Prisma risveglia, facendocela finalmente riscoprire. Ricordandoci quanto ne abbiamo ancora bisogno. E di quanto ne avremo sempre.