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Rebel Moon – Parte 2 – Snyder ripropone la formula del primo capitolo, ma con più azione: la Recensione

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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice e sul precedente film di Zack Snyder

Zack Snyder è sicuramente uno dei registi più divisivi del cinema contemporaneo e Rebel Moon è un progetto che esprime molto delle caratteristiche del cineasta. Basta ciò per capire quanto dibattito possa esserci intorno a questo film. Rebel Moon – Parte 2: la sfregiatrice segue, o per meglio dire integra, la parte uno uscita appena quattro mesi fa. Il primo capitolo del franchise di Snyder aveva convinto solo a metà, per cui c’era molta attesa per questo sequel, che però non fa altro che rinviare il giudizio. Le controversie, le incertezze e i dubbi della prima parte confluiscono anche in questa seconda, che sembra più un’estensione del film precedente che una pellicola con una propria anima.

In Rebel Moon – Parte 2: la sfregiatrice, disponibile su Netflix, vediamo, infatti, più o meno lo stesso canovaccio del primo capitolo. Al centro c’è ancora la lotta con Atticus Noble, che stavolta piomba direttamente su Veldt. Pochi passi in avanti per la trama, dunque, ma l’adrenalina viene stimolata a dosi gigantesche in questo film. Alla fine di questa parte 2 siamo più o meno al punto dove eravamo quattro mesi fa: davanti a un franchise ricco di aspettative, ma anche di dubbi. In linea con la natura divisiva del suo regista.

La prima metà di Rebel Moon – Parte 2: la sfregiatrice è una lunga attesa del conflitto

Il film risulta quasi perfettamente diviso a metà. La narrazione riprende dalla fine della parte 1, con il gruppo di eroi che torna su Veldt, convinto di aver spento la minaccia Noble. In realtà non è così, e lo scoprono subito, e iniziano i lungi preparativi per il conflitto con lo spietato ammiraglio. Tutta la prima parte procede molto lentamente. Prima ci facciamo un’ampia cultura sulla mietitura del grano, poi conosciamo un po’ meglio i personaggi, la cui descrizione nel primo capitolo era rimasta ampiamente in superficie e relegata ai combattimenti.

In realtà questa seconda parte di Rebel Moon non è che arricchisca così tanto il calco dei protagonisti. Veniamo a conoscenza di alcune back stories, ma l’analisi viene relegata al momento di condivisione e attesa. Poi si torna a combattere e c’è spazio solo per l’azione. Questo appiattimento narrativo aiuta a coinvolgere lo spettatore in quell’attesa del conflitto che domina l’animo dei personaggi. In questo senso è funzionale, ma d’altra parte crea un distacco proprio con questi eroi, che paiono eterei e messi in scena solo per dare mazzate. Un augurio per il futuro è quello di conoscere meglio i compagni di Kora, anche a costo di vederli combattere un po’ meno.

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Sofia Boutella nei panni della protagonista Kora

L’azione esplode nella seconda metà di Rebel Moon – Parte 2: la sfregiatrice

La cesura del film è rappresentata dall’arrivo di Atticus Noble su Veldt. Scoppia così l’attesissimo conflitto e Snyder entra prepotentemente in scena, portando tutto il carico di adrenalina che è in grado di stimolare. Questa seconda metà di Rebel Moon – Parte 2: la sfregiatrice è dominata dalla battaglia, sempre appassionante e coinvolgente. Alla fine il conflitto si divide tra Veldt e la nave di Noble, col combattimento finale tra l’ammiraglio e Kora risolto dall’intervento provvidenziale di Gunnar, che si sacrifica per la sua amata. Stavolta, per sicurezza, la sfregiatrice taglia la testa al cattivone, onde evitare spiacevoli sorprese. Una scelta saggia, sennò avremmo potuto assistere a una terza parte di questo annoso conflitto.

Il culmine dell’epilogo è sicuramente la morte di Gunnar, con Kora che rivive il trauma della perdita della persona amata in guerra. In questo dolore, per la guerriera però c’è una luce, perché Titus le svela che la principessa Issa è ancora viva. Il gruppo si ricompatta, dunque, e promette di accompagnare Kora alla ricerca della principessa perduta. Siamo davanti a una transizione importante, e menomale, con l’archiviazione del conflitto su Veldt e una nuova missione all’orizzonte.

La fantascienza e il rapporto con Star Wars

Rebel Moon si rifà apertamente alla saga di Star Wars e i riferimenti sono disseminati qua e là per tutto il film. I ribelli, le forze dittatoriali, delle simil spade laser. Insomma, c’è molto del franchise di George Lucas in questo di Zack Snyder. D’altronde, non è un mistero che i due cineasti abbiano attinto alle stesse fonti, tra cui il celebre I Sette Samurai di Akira Kurosawa. È interessante, dunque, notare questo rapporto che s’instaura tra le due realtà, che ci dice molto anche del momento che sta vivendo il genere.

Qui siamo, infatti, in quella branca della fantascienza che crea mondi galattici. Un settore estremamente vivo, alimentato dai continui progetti seriali di Star Wars e dall’illuminante avvento di Dune, che con la seconda parte ha ottenuto al propria consacrazione. Rebel Moon s’inserisce in questo contesto, sicuramente con meno fortuna, ma con la stessa voglia di lavorare su un genere che ha fatto la storia della narrativa e del cinema e che continua a proliferare. I riflettori sono accesi sul franchise di Zack Snyder anche in relazione al suo rapporto con Star Wars e all’attenzione che oggi si sta concentrando su questo tipo di fantascienza.

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Tarak e Titus

Un film consacrato all’azione

In questo Rebel Moon – Parte 2: la sfregiatrice abbonda soprattutto l’azione. Sicuramente il film non brilla per complessità narrativa e costruzione dei personaggi, ma l’azione è curata alla perfezione. La violenza è parte costituiva, essenziale, del racconto. Zack Snyder ricorre a una serie di strumenti, come l’abbondante uso dello slow motion, per accentuare questa componente nel suo film. Come nella prima parte, il combattimento dilaga soprattutto nella metà conclusiva della pellicola, ma qui è più pervadente. Siamo di fronte a una guerriglia su larga scala, che coinvolge un gran numero di personaggi e che non risparmia vittime.

Zack Snyder è un regista che ha sicuramente una sua spiccata autorialità, e questo di norma è un pregio. Qui la cifra del cineasta si vede proprio in questo carico di violenza e adrenalina. La trama è stata parzialmente sacrificata in nome dell’azione e questa scelta può ovviamente piacere o meno, a seconda delle inclinazioni dello spettatore, ma mostra il percorso che Rebel Moon vuole, consapevolmente, prendere.

Rebel Moon – Parte 2: la sfregiatrice completa la prima parte, con un occhio al futuro

Possiamo dire, dunque, che Rebel Moon – Parte 2: la sfregiatrice conclude definitivamente l’introduzione del franchise di Snyder (che annovera anche Army of the Dead). Il primo e il secondo capitolo costituiscono più che altro un corpus unico. Sembrano un solo film insignito del compito di porre le basi per il futuro. Un avvenire che viene già tracciato nel finale di questa seconda parte e che porterà inevitabilmente a scoprire qualcosa di più sul passato di Kora e soprattutto sulla principessa Issa, questa figura misteriosa ed estremamente affascinante.

In generale possiamo stendere un giudizio su Rebel Moon – Parte 2: la sfregiatrice che sia simile a quello per la prima parte. I due film sono godibili, danno solo alcuni guizzi di una trama generale e si concentrano molto sulla contingenza. L’azione non manca, lo ripetiamo ancora una volta, ma dal futuro sicuramente ci aspettiamo un maggiore approfondimento narrativo. Complementare a tutto questo carico di adrenalina, sia chiaro, ma necessario per creare una storia appassionante, che non si limiti a questi scontri maestosi. La sensazione è che il franchise di Zack Snyder debba ancora ingranare, ma che abbia le potenzialità per farlo. Intanto, ci lasciamo con una lista di alcun film Netflix poco pubblicizzati da vedere assolutamente.