Finalmente è tornata Riverdale. Dopo l’episodio della scorsa settimana, non vedevo l’ora di scoprire cosa sarebbe successo. Midge è morta e tutta la città sembra essere sprofondata di nuovo nel panico totale. C’è chi incolpa lo sceriffo Keller per non aver fatto abbastanza bene il suo lavoro, c’è chi pensa a proteggere la propria famiglia e – infine – c’è chi comincia a pensare che il Black Hood non sia mai stato preso.
Quello di questa settimana è un episodio fortemente significativo per l’intera stagione, stagione che sembrava stesse cadendo sempre di più nel trash, deludendo anche gli spettatori. Ma non è successo, fortunatamente. Come avevo già detto in precedenza, avevo la sensazione che la questione Black Hood non fosse del tutto archiviata. In più non riuscivo proprio a convincermi del fatto che il signor Svenson fosse il criminale dietro quegli orribili delitti e dietro quei crudi avvertimenti. E infatti, non sbagliavo.
Ma andiamo con calma. Innanzitutto vorrei ringraziare Cheryl Blossom per la sua emozionante performance canora. E sono davvero fiera di lei, per via di quanto ha detto al funerale di Midge Klump. Mi sembra che ci sia stato un ritorno a inizio stagione. Infatti, all’inizio di questa stagione di Riverdale, Archie Andrews, il genio della città, aveva messo su una specie di milizia composta interamente da idioti, con l’intento di trovare e sconfiggere il Black Hood. Ovviamente, fallendo.
In questo episodio, invece, è Cheryl a creare una specie di plotone, formato dalla Vixen, ovvero le cheerleader di Riverdale. Il loro intento è più o meno lo stesso: vogliono farla pagare a colui che ha ucciso la loro amica. Spero solo che le Vixen si dimostrino più intelligenti di Jon (l’unico criceto ancora vivo nel cervello di Archie) e degli altri criceti.
Ho adorato la scena in cui, grazie alla pulce nell’orecchio messa da quella manipolatrice di Hermione Lodge, Cheryl ha scritto un articolo diffamatorio sullo sceriffo Keller e sul suo operato. Mi dispiace per Kevin, ma non si può negare che suo padre non sia proprio Sherlock Holmes, diciamo che non è nemmeno l’ispettore Roberto Ardenzi. Lo sceriffo Keller è più un Ugo Lombardi se proprio dobbiamo affiancarlo a qualcuno.
Ma andiamo avanti e parliamo dell’assurdo rapimento di cui è vittima lo stupidissimo Archie Andrews. Innanzitutto, quando l’hanno rapito ho gioito. Sì, sono una cattiva persona, ma ho gioito come si fa di fronte a una pizza gigante super farcita che è solo per te. Ho gioito come una cocorita pronta a deporre un uovo, ho gioito come un liceale quando c’è sciopero. Insomma, non vedevo l’ora che Archie imparasse una lezione: si impiccia troppo in questioni che non lo riguardano.
Era inevitabile che prima o poi gliela facessero pagare. Fortunatamente per lui, ora che è invischiato con i mafiosi di Riverdale, ha qualcuno che gli copre le spalle *insert sarcasm here*. Nonostante i suoi legami personali con la famiglia Lodge, il signor Hiram, capo dei capi di CosaRiverdale ha deciso di fare come Ponzio Pilato e di lavarsene le mani.
Per fortuna c’era Veronica, fedele ad Archie più di un cagnolino col suo padrone. Adoro Ronnie, ma la Varchie è davvero super noiosa e preferirei prendere a testate una colonna di ordine architettonico corinzio piuttosto che assistere alle loro scena romantiche.
Detto questo, mentre Archie veniva picchiato dagli scagnozzi dell’altro adolescente più idiota sulla faccia della terra, ovvero Nick – il porco – St.Clair, ho gioito pensando che questa esperienza lo facesse rinsavire e dunque allontanare dagli affari di Cosa Nostra Lodge. Ma purtroppo non è stato così. Il povero Jon, dopo il momento di epifania dello scorso episodio, ha ripreso a sbattere la testa sulla ruota. Per fortuna Ronnie ha salvato tutti e ha fatto guadagnare un po’ di grana ai suoi ribaltando la situazione del rapimento.
Ora andiamo avanti con un’altra questione che mi ha completamente svoltato l’esistenza. Una triste realtà. Sono sicura, ormai, di essere la figlia perduta di Sherlock Holmes. Nelle passate recensioni avevo già espresso una mia perplessità riguardo l’identità di Psycho Chic. E infatti, non mi sbagliavo. Chic non è il fratello perduto dei Cooper, ma, ahimè, è non solo un impostore, ma anche un assassino. È colui che ha ucciso, infatti, Charles il vero figlio di Alice e – udite, udite – FP Jones. Il che significa che Jughead e Betty condividevano un fratello. Boom! Queste sono cose che ti spappolano il cervello.
Alice stava con FP e hanno avuto Charles. Successivamente Alice si è messa con Hal e ha avuto Polly e Betty. Mentre FP si è messo con sua moglie il cui nome è sconosciuto e ha avuto Jughead e Jellybean. Ho appena realizzato quanto siano demenziali e stupidi i nomi che ‘sti pazzi hanno scelto per i figli. Non c’è da meravigliarsi quando poi Polly chiama i suoi gemelli, frutto dell’amore proibito col suo stesso cugino Jason, Juniper e Dagwood. Ma andiamo oltre.
Arriviamo a parlare della questione Black Hood. La minaccia non è stata archiviata, anzi. Ormai è cosa certa, Hal Cooper è Cappuccetto Nero e anche Betty sembra cominciare a pensarlo. Dopo la rivelazione della morte del vero Charles, e dopo l’idea brillante avuta da Jughead e Betty di legarlo nella cantina e di picchiarlo, arriva la telefonata inquietante del criminale. E lui è al corrente di tutto. Sa che Chic ha ucciso un uomo nella cucina dei Cooper e non è l’unica cosa che sa. Infatti è proprio lui a dire a Betty che quell’impostore era già prima un assassino. È lui a insinuare il dubbio nella ragazza, dubbio che la condurrà a scoprire la verità su suo fratello.
Devo ammettere che ho amato il momento in cui la convince a consegnare Chic. E per un secondo tutti noi crediamo che lei glielo abbia effettivamente consegnato. Ho apprezzato particolarmente quella specie di conto delle probabilità che fa all’assassino del fratello, prima che il Black Hood possa cominciare a inseguirlo. Non so quale sarà la fine che farà Psycho Chic, ma spero davvero che paghi per tutto ciò che ha fatto, cominciando dall’omicidio di Charles.
Tornando ad Hal Cooper, sono convinta che sia lui perché combacia completamente con il profilo dell’assassino. Fisicamente ci siamo. E in più è l’unico che poteva sapere cosa stesse succedendo in casa sua, anche mentre non c’era. Sono convinta sia Hal perché solo lui poteva sapere del codice di Nancy Drew dal quale Betty era ossessionata da bambina. È lui e anche sua figlia l’ha capito. Era troppo ossessionato da Chic e quando Betty ritorna dopo averlo consegnato al Black Hood, Alice le dice che Hal è uscito subito dopo di lei. Il che significa che non ha un alibi per il momento in cui il l’assassino di Riverdale è andato a prendere Chic.
Voi che ne pensate? Chi credete che sia il Black Hood?
E anche per questa settimana è tutto,
Halleloo!