ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER sulla 4×10 di Riverdale.
Riverdale ritorna dopo più di un mese di pausa e riprende le fila narrative esattamente da dove le aveva lasciate nella 4×09 (qui la nostra recensione della puntata). I Bulldogs della Riverdale High sono pronti per la partita finale del campionato, che dovranno giocare contro la squadra della Stonewall Prep, gli Stallions. Da qui hanno inizio le vicende di tutti i personaggi. Troviamo una Betty come al solito intenta a indagare su qualcuno (in questo caso sugli Stallions), in uno schema che ormai è diventato noioso e ripetitivo.
Il personaggio interpretato da Lili Reinhart sembra intrappolato nella figura dell’adolescente-detective e non fa altro che spiare la vita delle persone di cui non si fida per placare le proprie ansie. Finisce per sospettare del proprio ragazzo, scoprendo che ha ottenuto un colloquio con un reclutatore di Yale solo per la sua appartenenza alla società segreta di Quill & Skull, alla quale è stato iniziato attraverso la confessione di un importante segreto.
La 4×10 di Riverdale non sorprende più di tanto, mostrandoci dei personaggi sempre statici e privi di una qualche evoluzione.
Archie Andrews è sempre il solito ragazzo dal cuore d’oro, il “paladino rosso” della città, che però non riesce a tenere a freno la rabbia e a placare i propri istinti quando gli Stallions ricorrono alla violenza per vincere la partita, e decide bene di iniziare una rissa alla Stonewall Prep per dare una lezione a Bret e alla sua squadra. Una scelta poco coerente con il personaggio di Archie, che dovrebbe ormai aver imparato dove porta la violenza. In prigione.
Infatti è lì che Frank Andrews lo va a prendere, come se finire in carcere così spesso fosse una cosa normale per un liceale. Oltretutto, il legame che Archie cerca di stabilire con Frank non è che un vano tentativo di reintrodurre per lui una figura paterna dopo la scomparsa di Fred.
La sua dolce metà Veronica, invece, è ancora in lotta con Hiram. Una battaglia padre-figlia che non ha più fine e continua a ripetersi, monotona e apparentemente senza via d’uscita. Più che un agente di caos, Hiram Lodge in questa stagione di Riverdale è solo un elemento di disturbo per un andamento più efficace della serie e per un’evoluzione del personaggio di Veronica.
L’unica che pare aver riacquistato un po’ di carattere è Cheryl.
La giovane Blossom, dopo aver dato l’addio definitivo al corpo del fratello Jason (qui trovate il buco di trama legato ai due che i fan hanno notato) nello scorso episodio, ha ritrovato il suo modo di fare deciso ed esuberante. Vedendosi quasi strappare il ruolo di capitano delle Vixens dalla sostituta Appleyard che il preside Honey voleva inserire al suo posto, Cheryl reagisce comportandosi da vero leader. Indice uno sciopero fra le Vixens e poi, non riuscendo lo stesso a far valere i propri diritti, agisce con la forza. Lei ci insegna che non bisogna mai arrendersi, ma che è necessario lottare fino alla fine per quello che si vuole.
Come fa anche Jughead, nel momento in cui ha l’opportunità di farsi strada a Yale. Nonostante la paura di deludere Betty, accetta il colloquio con il reclutatore della prestigiosa università, compiendo una scelta in prospettiva riguardo il proprio futuro. Un futuro che, come ben sappiamo, non avrà lunga durata.
Nel solito e immancabile flashforward a fine episodio, la 4×10 di Riverdale ci confonde un po’, spezzettando la vicenda della morte di Jughead e rendendola più caotica. Diventa sempre più difficile mettere insieme i pezzi per arrivare a una teoria concreta sull’accaduto, ma una cosa sembra essere certa: Bret è più che contento della morte del suo compagno di scuola. Ha forse qualcosa a che vedere con l’omicidio del Serpent? Non ci resta che attendere i prossimi episodi per scoprirlo, sperando che ci venga fornito qualche indizio in più rispetto alle poche tracce mostrateci negli ultimi istanti di ciascuna puntata.