ATTENZIONE: questa recensione contiene spoiler sull’episodio 5×03 di Riverdale.
Ci siamo, la fine del liceo è arrivata e con essa quella che credo sia la puntata più bella di Riverdale. Avete letto bene, non sto scherzando. Come tutti ci aspettavamo la 5×03 si è incentrata completamente sulla fine delle scuole superiori, sulle emozioni e le decisioni che questo importantissimo momento di passaggio porta con sé: la bolla dell’adolescenza è scoppiata e anche se i protagonisti di Riverdale hanno perso l’innocenza da tempo, hanno sempre affrontato tutto insieme e i momenti bui sono stati accompagnati da brevi interludi di spensieratezza.
Ma la vita adulta bussa alla porta di tutti e Archie, Betty, Cheryl, Jughead, Toni e Veronica non hanno potuto fare altro che invitarla a entrare.
Come avevo ipotizzato nella recensione della 5×02 (se ve la foste persa, potete trovarla qui), FP se n’è andato per proteggere Jellybean. Anche se la scelta di far celare la sorellina di Jughead sotto alla maschera del Cineasta non mi ha soddisfatta particolarmente, trovo che l’unico motivo sensato che potesse portare FP ad allontanarsi da Riverdale, mettendo in pausa la sua relazione con Alice, fosse il bene di Jellybean; qualsiasi altro espediente sarebbe stato poco credibile.
Ciò che mi è piaciuto di più di questo episodio è l’atmosfera che ha saputo creare. L’adolescenza è un periodo particolare, durissimo sotto tanti aspetti: ci si sente spesso incompresi, non sappiamo neanche noi chi siamo e cosa vogliamo, siamo fatti di una pasta così malleabile da essere persone completamente diverse da un anno all’altro. Gli anni dell’adolescenza, inoltre, ci mettono di fronte alle prime delusioni: amicizie e amori finiti in tragedia, dolori che ci sembrano troppo intensi per essere superati, fallimenti di fronte ai quali ci sentiamo minuscoli e insignificanti. Insomma, sotto certi aspetti, non rivivremmo l’adolescenza neanche per tutto l’oro del mondo.
Allo stesso tempo, però, ci sono delle cose che nascono nel periodo adolescenziale e da lì non possono uscire. Alcune tipologie di amicizie, una spensieratezza che, crescendo, si va sempre di più a perdere sotto al peso delle decisioni importanti e delle responsabilità. Non che dopo non ci sia più niente di bello, ovviamente, è solamente qualcosa di diverso. E guardando quest’episodio di Riverdale sono improvvisamente stata catapultata indietro nel tempo, alla mia ultima estate prima di iniziare l’Università, e ho sentito nuovamente quello strano senso di fine che ho provato allora (ringrazio anche Roberto Aguirre-Sacasa per avermi fatto rendere conto che ho fatto la maturità sei anni fa, grazie davvero).
Un’altra cosa che avevo previsto era che i nodi della tresca tra Archie e Betty sarebbero venuti al pettine, anche se non sono rimasta completamente soddisfatta di come è avvenuta questa risoluzione. Ho varie considerazioni da fare in merito, partendo dal fatto che non esiste un modo giusto o universale per affrontare un tradimento: ognuno reagisce a suo modo e anche se avrei adorato un scazzottata tra Archie e Jughead nel nome del trash, in realtà è perfettamente comprensibile che quest’ultimo e Veronica abbiano avuto delle reazioni più pacate. Allo stesso modo, tutti i personaggi erano coinvolti in stravolgimenti importanti e l’amore non è tutto nella vita, quindi trovo sensato anche mettere da parte i problemi di coppia per affrontare cose da loro ritenute più grandi.
Quello che non mi è piaciuto, però, è che al tradimento non è stata data poi così tanta importanza ed è finito tutto a tarallucci e vino. Sì, è vero, alla fine tutte le relazioni, sia sentimentali che amicali, si sono lentamente spezzate, però avrei preferito dei confronti più importanti, soprattutto tra Archie e Jughead e Betty e Veronica; è facile, in età adolescenziale, subite o commettere questo tipo di tradimenti, perciò credo che sarebbe stato utile sviscerare un po’ di più la cosa. Inoltre, penso che sarebbe stato molto interessante soffermarsi di più sull’allontanamento tra Betty e Jughead, mostrando come, spesso, l’amore non basti per far funzionare una relazione.
Senza contare che, alla fine, gli unici ad allontanarsi a causa del tradimento sono Betty e Jughead, per il resto la fine delle amicizie sembra semplicemente una naturale conseguenza della fine del liceo. Quindi non mi è molto chiaro che senso abbia avuto far scoppiare la scintilla tra Archie e Betty, dato che ero convinta che quello sarebbe stato il pretesto per giustificare lo scioglimento del gruppo. Giustamente qualcuno si starà chiedendo perché io cerchi del senso in Riverdale ed effettivamente avete ragione voi.
Prima di concludere la recensione, vorrei dedicare due righe alla scena dell’ultimo giorno di scuola: il ticchettio dell’orologio, i ragazzi più interessati allo scorrere dei secondi che alle ultime parole dell’ultima lezione sui banchi della Riverdale High. C’è chi ha pensato all’inizio di High School Musical due e chi mente. Per un secondo, io mi sono anche aspettata che si mettessero tutti a cantare What Time Is It.
Come anticipato alla fine di questa puntata di Riverdale, nella prossima ci sarà il salto temporale.
La pena che mi ha fatto Jughead da Pop’s un anno dopo è inquantificabile: non solo il suo migliore amico e la sua ragazza l’hanno tradito, ma poi non si sono neanche presentati all’appuntamento come promesso, cornuto e pure mazziato. Jughead ci rivela che rivedrà gli altri membri del gruppo solo sei anni dopo e qualche mese fa circolava voce che Archie potrebbe morire in battaglia, anche se io non credo molto a quest’ipotesi: magari rimarrà ferito e per questo verrà mandato in congedo, ma non penso proprio che ci abbandonerà definitivamente.
Comunque, sono molto curiosa di sapere quale minaccia farà riunire i nostri protagonisti. La 5×03 non ci ha dato molti indizi su cosa ne sarà di loro, come cambieranno le loro vite nei sette anni in cui sono stati lontani, ma sarà sicuramente interessante vedere come l’età adulta cambierà le dinamiche del gruppo: anche se una buona dose di trash, tra triangoli amorosi e ritorni di fiamma, non mancherà di certo.