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Rocco Schiavone 5 – Il crime che ci meritiamo: La Recensione della seconda puntata

Rocco Schiavone
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C’è una cosa che forse abbiamo sempre saputo ma che mai abbiamo davvero compreso, ed è importante metterla per iscritto adesso dopo aver potuto gustare la seconda puntata di Rocco Schiavone 5. Amanti delle piattaforme e da sempre fan di produzioni internazionali, nella nostra vita abbiamo collezionato una lunga serie di personaggi divisi in due e fatti a pezzi da mondi interiore non sempre semplici da leggere. La figura dell’antieroe nasce a tutti gli effetti alla fine degli anni ’90 attraverso il grande personaggio di Tony Soprano. Da quel momento le cose nel mondo delle Serie Tv cambiarono in modo significativo includendo sempre di più questo tipo di personaggi. Lo abbiamo visto con Walter White, perfino con un cavallo antropomorfo. Lo abbiamo visto nelle più svariate opere, ma non sempre nella nostra televisione italiana. Negli ultimi anni la Rai ha dimostrato di saper compiere grandi passi nel mondo della serialità proponendoci produzioni interessanti che hanno riscosso grande successo, ma se ce n’è una che di certo ha portato per la prima volta la figura dell’antieroe nell’emittente, quella è di certo Rocco Schiavone.

Rocco Schiavone è la produzione che più mette in atto le caratteristiche dei crime internazionali, restituendoci la storia che meritavamo

rocco schiavone
Rocco Schiavone 5 (640×360)

La seconda puntata andata in onda su Rai Due conferma ancora una volta la grande qualità di questa produzione orgogliosamente italiana. Rocco Schiavone 5 è tornato in scena ancor più carico che mai non risentendo in alcun modo delle cinque stagioni che pesano sulle sue spalle. Ogni puntata sembra la prima, e il desiderio è sempre lo stesso: che non arrivi mai a conclusione. Cinque stagioni, ma le cose da dire in questi casi sembrano sempre infinite. E’ questa forse la magia dei personaggi così irrisolti come quello del vicequestore: troveranno sempre una sfumatura, una parentesi in cui inserirsi per rivoluzionare completamente il senso di una frase.

Il secondo episodio viene trainato da due trame: la prima vede il suo amico fraterno Sebastiano derubato nella sua dimora a Roma. Chi è entrato dentro casa stava cercando qualcosa di importante, e Rocco non può esimersi dal capire cosa ci sia dietro. Il passato sembra star tornando a bussare alla porta, e il momenti di farci i conti sembra sempre più vicino. Ma i pensieri di Rocco, anche per questa puntata, dovranno dividersi anche nei confronti di un nuovo mistero. La professoressa Martinet, una nota studiosa del pittore Leonardo Da Vinci, viene trovata senza vita. Il caso questa volta sembra essere più difficile degli altri tanto da non restituirci alcuna risposta, non prima della puntata di venerdì quantomeno.

Anche senza Sebastiano e il nuovo caso da risolvere, Rocco rimane comunque vittima di turbamenti interiori che confermano quanto detto prima: questo potrebbe essere, effettivamente, un personaggio totalmente nuovo nella rete Rai. Un personaggio italiano come l’emittente non lo aveva mai portato in scena. Di solito quello che più mette in disordine la vita di queste figure sono i problemi sentimentali, le ambizioni, non la lotta interiore. Non l’irrisolvibile. Rocco Schiavone è qualcosa che non avevamo mai visto fino ad adesso alle 21:20 di Rai Due, un’anima cinica e rotta che si limita a vivere la vita prendendo piena coscienza del suo dolore, senza mai per questo sperare in un mondo migliore.

Rocco Schiavone (640×360)

Rocco Schiavone 5 non dovrebbe venire sottovalutata anche se non si ha mai avuto alcun approccio con la Fiction. In realtà, non dovrebbe essere sottovalutata neanche se non si hanno mai avuto rapporti con questo genere di produzioni. Definire questa storia <<solo una Fiction>> significa derubarla della sua realtà, della sua lotta interiore, della sua profondità, del suo cinismo così delicato e di grazia che soltanto un attore come Marco Giallini poteva mettere in atto in modo così sincero e realista.

Questo secondo appuntamento ci ricorda, ancora una volta, che Rocco non è altro che uomo diviso in mille pezzi da elementi che lo turbano riportandolo ogni giorno allo stadio orginale del suo dolore. Il passato bussa alla sua porta in modo ostinato, e quanto successo a Sebastiano in questa seconda puntata conferma questo continuo ritorno al tempo precedente. Rocco Shiavone, essendo il personaggio più vicino al mondo degli antieroi, è quasi a costretto a vivere in questa condizione, a sprofondare nella nebbia del passato, nell’irrisoluzione delle sue domande più tormentate.

La seconda puntata ha inevitabilmente gettato la carne al fuoco per lo svolgimento e il finale di questa quinta stagione. Gli appuntamenti saranno infatti soltanto quattro, e il giro di boa è già arrivato. Venerdì conosceremo le premesse della conclusione di questa grande storia che ci ha restituito il crime italiano che meritavamo. E che non perde mai tempo per ricordarcelo.

Rocco Schiavone 5 – La Recensione delle prime due puntate di un grande ritorno