A sei anni dalla scomparsa di Marco Pannella, il quale si autodefiniva «radicale, liberale, federalista europeo, anticlericale, antiproibizionista, antimilitarista, nonviolento e gandhiano», dopo diversi rinvii, su Rai 3 è arrivato un docufilm a raccontarci, prima di tutto, l’essere umano dietro la figura del politico scomparso a Roma nel 2016. Un uomo libero, scomodo, che ha scosso l’Italia dalle fondamenta, mosso dalla convinzione, definita “rivoluzionaria”, che la politica dovesse occuparsi delle persone, della loro felicità, dei loro diritti e doveri. La docufiction di Mimmo Calopresti, con Andrea Bosca (La porta rossa, Màkari 2), è stata presentata in anteprima al Bif&st Bari International Film Festival di Bari nell’estate del 2021 e, dopo una vita travagliata, venerdì 11 novembre 2022 è arrivata in esclusiva su Rai 3. Si tratta di un racconto liberamente ispirato alla vita e alle vicende politiche dell’attivista. Una proposta interessante, ben scritta, diretta e recitata perciò, se l’avete persa, vi consigliamo di recuperarla al più presto su RaiPlay (I 10 migliori documentari su storie di cronaca nera che puoi trovare oggi in streaming). Romanzo Radicale – Io sono Marco Pannella racconta la lunga avventura romanzesca del politico e attivista italiano, un percorso travagliato, difficile da ricostruire e raccontare. Ripercorre la fondazione del Partito Radicale, le prime battaglie per la legge sul divorzio, poi quelle sull’aborto, sulla legalizzazione delle droghe leggere, sull’umanizzazione della politica e delle carceri e l’amnistia; e ancora i dissidi, i referendum, le proposte di legge, gli scioperi, i fallimenti, gli arresti, l’ingresso in parlamento, le contraddizioni e tutte le vicende “pannelliane” che hanno attraversato più di mezzo secolo e che hanno reso l’Italia un paese più civile. L’intento del regista, Mimmo Calopresti, era quello di raccontare la passione civile, fin troppo rara, di Marco Pannella, il quale credeva nei diritti al di là di ogni altra cosa. Il regista di Aspromonte – La terra degli ultimi e Preferisco il rumore del mare sarà riuscito a trasporre un capitolo così complesso di storia politica, civile, sociale e umana in un film per la televisione della durata di 98 minuti?
Sono felice di assumermi la responsabilità di raccontare un uomo che è stato capace di affermarsi in tutta la sua complessità, un individuo che è riuscito, grazie anche alle sue contraddizioni, a diventare società e affermare per tutti noi la società dei diritti. Pannella ha trascurato tutto, viveva solo per la politica. Sono felice che il film vada sulla Rai. Vuol dire arrivare a un pubblico vasto che magari l’ha dimenticato.
Mimmo Calopresti
Romanzo Radicale è riuscito far rivivere Marco Pannella?
Per noi, la risposta è positiva. Mimmo Calopresti non celebra la persona, ma è riuscito a raccontare la passione, anzi l’amore, che ha guidato la lotta alla conquista di numerosi e importanti diritti civili. Calopresti ha accettato di dirigere e di sceneggiare, insieme a Monica Zapelli e Luca Lancise, un’impresa apparentemente impossibile, con l’augurio di riuscire a raccontare “colui che ha sempre messo il dito nella piaga”. Un attivista che ha messo la propria vita in azione e faceva politica da marciapiede, usando copro e voce. È il racconto dei discorsi, dice il regista, che ormai sembrano desueti, soprattutto in questo momento storico. Ricostruendo la vita di Marco Pannella – e di un gruppo politico “i cui membri sembravano usciti dalla via Pál” – Calopresti, con lo stesso coraggio dell’attivista, non vuole parlarci solo dei “no”, ma di un modo di pensare, e di agire, che sembra essere in via d’estinzione.
Nella docufiction ritroviamo le tattiche che Pannella metteva in atto per farsi ascoltare e che hanno dato vita a un linguaggio politico nuovo, fatto di provocazioni, di atti estremi e dirompenti; messi in atto per proporre e mai per distruggere o esibire. Il racconto della sua epopea umana e politica si srotola attraverso un repertorio di filmati, di testimonianze dirette – e indirette, come l’immancabile e prezioso appoggio di Pier Paolo Pasolini – di chi ha percorso con lui un cammino in salita e senza fine. Ma anche di chi vi si è opposto. Nel corso della visione, alternate alla scene recitate con passione, si susseguono tante testimonianze, come quella di Gianfranco Spadaccia, Marcello Braghini, Luciana Castellina, Francesco Rutelli, Emma Bonino, Mirella Parachini, Sergio Rovasio, Matteo Angioli, Mons. Vincenzo Paglia e Massimo Teodori. Uno spaccato di vita e di storia controverso, fatto di cortocircuiti e zone d’ombra. Una sfida filmica apparentemente suicida, che Calopresti ha eseguito con audacia e intelligenza.
Andrea Bosca è Marco Pannella
A dare corpo ai pensieri del politico di Teramo troviamo Andrea Bosca, un volto noto al pubblico Rai per le fiction più note, come Giovanni Paolo II e Màkari 2, e progetti di nicchia, come Nudes. L’attore è stato protagonista della commedia cinematografica internazionale Toscana del regista danese Mehdi Avaz; ma anche di numerosi progetti internazionali tra cui Romeo e Giulietta o Quantico ed è molto attivo a teatro, dove possiamo trovarlo, insieme a Paolo Briguglia che lo dirige, nel monologo tratto da La luna e i falò di Cesare Pavese. Nel ruolo di Marco Pannella, per il quale si è preparato a lungo, ed è arrivato a perdere tredici chili, ha svolto un lavoro impeccabile. Il corpo di Panella è importante perché, come disse ad Andreotti, “Metto me stesso dentro la politica, tu metti altre cose”.
Andrea Bosca è riuscito nell’impresa di dare corpo a un personaggio complesso e straordinario del Novecento italiano. Come spiega la direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati, “l’interpretazione di Bosca ha colpito tutti, in un ruolo difficilissimo. Pannella è stato forse il personaggio più istrionico dal dopoguerra a oggi”. Al suo fianco troviamo un cast altrettanto preparato. Maxence Dinant nei panni di Jean Yves Autexier, il quale fu suo compagno di battaglie. Irene Casagrande interpreta invece la compagna di Pannella e ginecologa Mirella Parachini; Marco Leonardi è Gianfranco Spadaccia mentre Francesco Siciliano veste i panni di Franco Roccella; e troviamo ancora Stella Mastrantonio, Giorgio Gobbi e Nico Toffoli.
La cosa più difficile è stata mettere insieme il Pannella vero con quello di fiction. Se fosse vivo, con questa guerra sarebbe già in Ucraina. Bisogna avere rispetto per un uomo così controverso e libero. Questo lavoro mi ha permesso di fare un passo avanti sull’idea di libertà.
Mimmo Calopresti
Romanzo Radicale ci parla di un percorso di libertà, civile e politica, ma soprattutto personale. Un percorso che viene arricchito dal materiale degli archivi Rai, in cui ritroviamo estratti, interviste, partecipazioni e il punto di vista di chi l’ha conosciuto. Il racconto inizia nel 1959, in quell’Italia dove non era possibile divorziare e dove l’aborto era un reato. Un’Italia che si preparava ad affrontare una profonda presa di coscienza su quali fossero i diritti irrinunciabili dell’essere umano. La docufiction inizia con la dedica di Vasco Rossi, il quale considera Pannella “il suo alter ego politico”. La prima parte si focalizza sulla storia della Lega Italiana per l’Istituzione del Divorzio (LID), che trasformò “l’ansia in azione politica”. Si tratta della prima grande battaglia di Pannella in nome del “divorzio subito”. Una vittoria che arrivò prima con una legge, quella del 1970, poi con un referendum sofferto, quello del 1974. La seconda parte, invece, si concentra sul movimento per promuovere la legalizzazione dell’aborto. Infine, il docufilm ci lascia con gli ultimi vent’anni di Pannalla, un periodo controverso e, considerato da molti, pieno di fallimenti.
La docufiction, una coproduzione RaiFiction e Italian International Film, è prodotta da Fulvio e Paola Lucisano con Paola Ferrari, e racconta con piglio onesto e coraggioso la vita politica e umana di un personaggio chiave della nostra storia. Romanzo Radicale è un progetto ambizioso, che sembrava impossibile. L’impresa è riuscita perciò non possiamo che promuoverla a pienissimi voti.
Si pensa che la rivoluzione sia la mossa più dirompente e che scassa tutto. In realtà per Marco Pannella la rivoluzione è quello che fa la Terra intorno al sole; è uno dei movimenti più fissi, più precisi che ci siano. Più organizzati. Marco combatteva all’interno delle situazioni, non voleva scassare il tavolo Ha sempre sostenuto la via del dialogo. Ha sempre difeso Caino. La più grande rivoluzione di Pannella è quella umana, che ha fatto prima di tutto dentro sé stesso.
Andrea Bosca
Finalmente, Romanzo Radicale – Io sono Marco Pannella è arrivato sulle reti Rai. Non su Rai 1, come era stato più volte annunciato, bensì su Rai 3 mentre ora è disponibile in streaming su RaiPlay. Un documentario puntuale, ispiratore e appassionato. Non è solo il racconto della vita e della complessità di uno straordinario uomo del Novecento. Non è nemmeno la storia delle battaglie di Pannella né del Partito Radicale: Romanzo Radicale – Io sono Marco Pannella è la storia sociale, politica e culturale dell’Italia contemporanea.