ATTENZIONE! L’articolo contiene SPOILER sul film Scoop.
“Libertà è il diritto di dire alle persone ciò che non vogliono sentire”
Sul filone di Spotlight e Bombshell, Scoop (che potete vedere in streaming sulla piattaforma Netflix qui) si piazza in quel panorama di film biografici che fanno dell’inchiesta giornalistica il mezzo e il fine narrativo. C’è una pulsione verso lo scandalo, propria dell’essere umano, che non si placa mai. La stessa che spinge a discutere per giorni e giorni di fila dello stesso identico gossip. Che si tratti dei Ferragnez, della malattia di Kate Middleton o di ben più angoscianti faccende, il giornalismo diventa unico vox populi che alimenta questa fame vorace.
Così, dopo il giornalismo, tocca al cinema e alle serie tv drammatizzare se possibile ancora di più questi accadimenti. Per scavare più a fondo nel clamore mediatico e trarne fuori una storia tirata a lucido. Con un cast di spicco, trucco e parrucco eccellenti e una sceneggiatura che ti guarda dentro, film come Scoop non si pongono l’obiettivo di raccontare il fatto in sé e per sé ma piuttosto le ripercussioni emotive e morali di quei fatti. Se il film premio Oscar Spotlight (tra i biopic più fedeli degli ultimi trent’anni, insieme a questi 6 qui) si concentrava sull’indagine del quotidiano The Boston Globe e sulle singole storie dei giornalisti che ne presero parte, Scoop getta uno sguardo al dietro le quinte di quella tristemente nota intervista al principe Andrea nel 2019.
Non riusciamo a farne a meno. Le scandalose vite degli altri sono il nostro intrattenimento preferito.
La pellicola si apre senza alcuna introduzione, gettandoci direttamente nel vivo dell’azione. Jae Donnelly è un paparazzo a New York che tiene costantemente d’occhio la casa di Jeffrey Epstein per scattare foto compromettenti ai suoi ospiti e alle ragazzine minorenni che vanno e vengono. Durante uno di questi appostamenti, Donnelly riesce a scattare un’unica foto nitida del principe Andrea in compagnia di Jeffrey Epstein (la cui docuserie è una delle 5 migliori degli ultimi anni, insieme a queste altre qui). Tanto basta. La foto fa il giro del mondo e il terzogenito della regina Elisabetta II viene irrimediabilmente associato a una figura scellerata e deplorevole.
Passano nove anni e l’infame legame tra il principe ed Epstein non è stato ancora dimenticato. Anzi, la situazione peggiora quando il suddetto Epstein viene catturato e incarcerato dall’FBI per poi uccidersi in carcere nell’agosto del 2019, prima del processo. Di colpo, il mondo intero ha di nuovo gli occhi puntati sul criminale e trafficante sessuale di minori e, di conseguenza, ha anche su tutti coloro che facevano parte della sua cerchia più intima. Incluso “Randy Andy”.
Nel tentativo disperato di riabilitare il proprio nome alla svelta, il principe Andrea decide di rilasciare un’intervista esclusiva al programma Newsnight della BBC.
Durante quell’ora interminabile, la giornalista Emily Maitlis lo incalza ripetutamente con domande scomode, allusioni al suo coinvolgimento in prima persone e perplessità morali riguardo a tutta la faccenda. Un’intervista che, contrariamente alla rosee aspettative del principe e del suo entourage, decreta il crollo definitivo della sua immagine. Buckingham Palace è costretta a correre ai ripari. Con un comunicato ufficiale, il principe Andrea viene estromesso da qualsiasi futuro evento pubblico e lo prova dei suoi titoli militari e reali.
Sam ed Emily sono le due protagoniste assolute di Scoop. Billie Piper e Gillian Anderson (attrice dai mille ruoli differenti) brillano interpretando due personaggi femminili decisamente agli antipodi. Accomunate, tuttavia, dal desiderio di fare luce sulla vicenda scabrosa di Epstein e dare così una voce alle donne messe a tacere per tanto, troppo tempo. Sam McAlister lavora dietro le quinte, fa da tramite tra la BBC e la casa reale portando a casa l’intervista tanto agognata. In cerca del caso che possa svoltarle la carriera, Sam è la prima persona alla BBC a rendersi conto delle potenzialità dello scandalo riguardante il principe ed Epstein (qui potete leggere il curioso collegamento con la Stormfront di The Boys). Sicura di sé e dalla parlantina eloquente, Sam si dimostra un personaggio parecchio spigoloso con il progredire della narrazione.
Contrariamente ai colleghi è l’unica a mostrare, durante l’intervista, delle rimostranze nei confronti del trattamento riservato al principe Andrea. La Piper si sofferma moltissimo sui non detti, sui silenzi e sugli sguardi che la giornalista scambia continuamente con la figura di Amanda. Quasi fosse dispiaciuta per lo svolgersi dell’intervista.
La rovinosa caduta del principe Andrea rappresenta l’apice di un’intervista clamorosa in cui furono due donne a muovere i fili.
A condurre la partita è, tuttavia, Emily Maitlis. La giornalista si mostra da subito come una donna sicura di sé, carismatica ed estremamente intelligente. Una donna che conosce benissimo la propria professione e i suoi trucchi. Armata di penna Bic, la sua bacchetta magica come la stessa Sam dichiara a un certo punto del film, Emily spinge il principe Andrea esattamente dove vuole che lui vada. Tutte le domande che gli vengono rivolte nel corso dell’intervista, anche quelle apparentemente più innocenti, servono a rivelare la reale natura del principe. E a mostrarne le debolezze e ambiguità.
La narrazione di Scoop è un crescendo che trova il suo compimento in quegli ultimi quaranta minuti circa, quando ha luogo l’intervista vera e propria. Molto singolare e arguta la scelta di non usare alcun tipo di colonna sonora. Pur circondati da diverse altre persone, il duo Emily-Andrea cattura la nostra attenzione senza perderla nemmeno un istante. Un silenzio carico di tensione accompagna lo scambio di battute dei due interpreti, immersi in una danza dialettica dalla quale solo una uscirà vincitrice.
Sicuro di sé, infatti, Andrea cade nel tranello della sua stessa superbia. Pensando di poter gestire lo scandalo uscendone incolume agli occhi della nazione, il principe accumula una serie di gaffe dietro l’altra mettendosi in ridicolo. Tutto nell’arco di una sola e decisiva ora televisiva. Rufus Sewell porta in scena i piccoli manierismi del principe ma, soprattutto, quell’atteggiamento pomposo e arrogante di chi guarda il mondo e chi lo abita dall’alto in basso. Lo notiamo quando rimprovera la servitù per aver spostato uno dei suoi peluche e lo notiamo, ancora di più, durante l’incontro con Emily. Dalla risata sommessa alla vista dei pantaloni di Emily alle risposte elusive, passando per quelle dichiarazioni cringe che non gli hanno guadagnato affatto le simpatie della nazione.
Scoop ci offre uno sguardo impietoso su una delle vicende giornalistiche più chiacchierate degli ultimi anni, concentrandosi su coloro che l’hanno resa possibile.
L’unica pecca che davvero possiamo imputare alla pellicola è il suo minutaggio. Contrariamente alla tendenza dei film moderni di dilungarsi, spesso in maniera eccessiva, Scoop opta per una durata di appena un’ora e 42 minuti. Paradossalmente troppo poco in questo caso. Sentiamo, infatti, che avremmo voluto e apprezzato un maggior approfondimento su queste donne straordinarie per capirne a pieno motivazioni e ragioni. Invece, tutto quello che ci viene detto non sono che frammenti di pensiero, buttati anche un po’ a casaccio.