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Sex Education non è solo sesso. Ed è molto meno superficiale di quel che sembra

Sex Education
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Avrete sicuramente sentito parlare della nuovissima serie originale Netflix, Sex Education. Rilasciata l’11 gennaio, dal titolo si può ben intuire quale sia la tematica principale dello show. Eppure, questa serie tv non si limita solo a questo.

Basta guardare i primi episodi per riuscire a immergerci in un’atmosfera che ricorda molto i film demenziali dei primi anni 2000, orientati sul genere di American Pie. Siamo accolti in una scuola inglese che di tradizionale non ha nulla, meno che l’accento, e in cui gli stereotipi conquistano la scena. Basterebbe poco per dire che Sex Education è l’ennesima serie trash della piattaforma di streaming, un altro teen drama che banalizza gli adolescenti.

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Ma ci sbagliamo, e di molto. In questa serie tv i cliché mascherano i problemi e le difficoltà dei giovani studenti del liceo inglese.

Il protagonista dello show è indubbiamente Otis, interpretato da uno straordinario Asa Butterfield. Il talento dell’adolescente nel capire le dinamiche e le difficoltà della vita sessuale dei suoi coetanei fa in modo che un gioco, o un atto di gentilezza, divenga un vero e proprio lavoro. Così Otis riesce a estraniarsi dal suo silenzio e dall’isolamento, consapevole di come il suo aiuto possa realmente influire sulla vita di chi lo circonda. Ma il sesso, malgrado il titolo, non è l’unico argomento trattato in Sex Education.

Attraverso il sesso si canalizzano tante tematiche sociali che vengono affrontate con l’ingenuità degli adolescenti. Osserviamo che i problemi legati alla sfera sessuale dei ragazzi della serie sono causati da difficoltà personali che riguardano principalmente l’ambiente familiare. Ma non solo. Questi problemi coinvolgono anche le classiche fobie dei giovani, che condizionano le loro azioni e i loro comportamenti. La paura per il futuro, il terrore di non essere abbastanza e di non raggiungere i propri obiettivi, di deludere i propri cari, fallire.

L’adolescenza viene trattata con la giusta delicatezza e con quella dose di ironia che rende piacevole ogni episodio.

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La nota umoristica riesce infatti a smorzare la serietà che renderebbe questa serie probabilmente più dark. In questo modo vedremo un’iconica scena che vuol rappresentare il supporto tra donne e che riesce comunque a farci piegare in due dalle risate. “It’s my vagina” potrebbe persino essere usato come un futuro inno femminista!

Ciò che rende questa serie coinvolgente è l’evoluzione e la crescita dei personaggi, eterogenei e diversi tra loro.

Durante ogni episodio, introdotto con la dimostrazione del problema sessuale di un dato personaggio, scopriamo che ogni teenager affronta dei momenti difficili. Dal figlio del preside al campione di nuoto: ogni adolescente, qualunque sia il suo ceto sociale, vive dei disagi dei quali diveniamo testimoni e confidenti.

Assistiamo al drastico cambiamento di Eric, per esempio. Dopo un episodio di omotransfobia, crolla infatti in un’infinita tristezza che si palesa con l’improvviso cambio di outfit. La sua vita perde il colore che caratterizzava la sua spensieratezza, il suo buonumore, il suo orgoglio. Saranno le parabole cristiane in chiesa e l’incontro con un uomo visibilmente in carriera, truccato e con addosso molti gioielli, ad aiutarlo a conquistare nuovamente fiducia in se stesso.

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Sex Education non si limita a parlare di adolescenti agli adolescenti, ma vuole essere veicolo di insegnamenti ed educazione. Molte delle dritte che Otis riserva ai suoi “pazienti” sono veritiere e indirizzano lo spettatore a riflettere, a usare precauzioni durante i propri rapporti, ad amarsi e amare.

I teenager non sono gli unici protagonisti della storia. Gli adulti riescono ad assumere il controllo di determinate scene rivelandosi personaggi umani che commettono errori, forse più di quanti ne commettano i figli.

Malgrado l’adolescenza sia una fase complessa, coloro che si rivelano essere più maturi sono proprio i teenager, a dispetto dei loro stessi genitori, capricciosi e poco indulgenti verso i figli. Assistiamo a un’adultizzazione dei personaggi. È sufficiente osservare la maturità del protagonista Otis, o di Maeve, per capire come possa esser semplice comunicare coi giovani se solo si provasse a farlo. Ma ciò non avviene.

Lo dimostra il preside, nonché il padre di Adam, che non riesce a dialogare con il figlio, né a capire le sue azioni: non ha fiducia in lui e piuttosto se ne vergogna. O il padre di Eric, che a differenza del preside cambia e matura insieme al figlio.

La necessità di mantenere il decoro e il controllo a ogni costo sembra essere una metafora circa l’aprirsi alle differenze, senza i freni della paura di non essere accettati. Il genitore di Eric potrebbe sembrare un omofobo che impedisce al figlio di esser ciò che è, ma in realtà è la paura a regolare le sue azioni. Alla fine, insieme al figlio si rende conto infatti di poter essere fiero della propria famiglia, perché ciò che importa è l’aver insegnato i giusti valori, e non certo il trucco che Eric esibisce a scuola.

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In Sex Education coloro che fanno parte della storia sono svincolati da ogni tabù perché tutto ciò che è legato alla sfera sessuale è normalizzato.

Le vicende si svolgono in un’ambientazione che ci ricorda prevalentemente la fine degli anni ’70. Dai costumi alla colonna sonora, sino alla scenografia: tutto ci fa sentire la nostalgia di un passato che, nella serie tv, sembra migliore.

E lo è, effettivamente, perché il ricordo di quegli anni viene rivisitato in un’ottica contemporanea. Assistiamo alla presenza di un femminismo palpabile in molte delle azioni dei personaggi femminili. Con Maeve scopriamo una classica ragazza punk amante della letteratura inglese, nonché fiera femminista. E con Ola notiamo che presentarsi al ballo della scuola in smoking non scatena alcun tipo di giudizio negativo, né alcuna critica. Assistiamo a una classica e normalissima famiglia arcobaleno che è pienamente coinvolta nella vita scolastica del figlio, o  episodi di bullismo e di revenge porn. Non vengono attualizzate solo le cose migliori della nostra generazione, ma anche i difetti che vengono portati sulla scena perfettamente.

Sex Education riesce a trattare tantissimi argomenti senza mai sfociare nell’esagerazione.

L’unico difetto che possiamo trovare in questa serie tv è sicuramente la scarsa pubblicità ottenuta, e quella ottenuta ma in modo negativo. Precedentemente alla sua uscita, lo show è stato infatti paragonato a Riverdale, o alla spagnola Élite, ma lasciatevelo dire. È molto, molto meglio.

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Questa serie tv è uscita da poco ma è già diventata parecchio popolare sui social, e non occorre nemmeno chiedersi il motivo. Finalmente assistiamo alla nascita di un teen drama che ha personaggi completi sotto ogni punto di vista, e che non pecca mai di superbia.

È riuscita a conquistarci sin da subito con la sua trama fuori dalla norma e i suoi protagonisti capaci di farci ridere ed emozionare.

Sex Education è probabilmente uno dei migliori prodotti del momento. E malgrado non si sappia ancora nulla riguardo una possibile seconda stagione, noi siamo molto ottimisti. La conclusione della serie tv merita sicuramente un continuo, e siamo certi che il suo rinnovo non farà che aumentare la meritata popolarità di questo show.

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