Dall’inchiostro di Gregory David Roberts è nato Shantaram, un capolavoro letterario che ha appassionato tantissimi lettori. Il libro è stato pubblicato nel 2003 e, a 19 anni dalla pubblicazione, possiamo finamente rivivere la storia di Lin Ford grazie alla serie tv di Apple Tv+. Un compito ambizioso quello della trasposizione sul piccolo schermo, considerando da un lato le alte aspettative dei fan del romanzo, e dall’altra il palato fine degli amanti di Sons of Anarchy, presi per la gola grazie alla presenza di Charlie Hunnam: il Jax Teller di Sons of Anarchy che, in questo caso, interpreta il complesso e controverso personaggio di Lin Ford.
Giunti al nono episodio di Shantaram ci rendiamo conto delle tante differenze tra il libro e la serie, eppure non riusciamo a storcere il naso.
Cercare di riprodurre l’immensità del libro in qualche episodio di una serie tv sarebbe stato impossibile. La trasposizione è un’arte delicata e complessa, un omaggio piuttosto che una copia. Portare sullo schermo il prodotto con delle differenze è funzionale e necessario.
Le serie tv hanno un ritmo diverso rispetto alla narrazione in prosa e, personalmente, non posso che ritenermi soddisfatta di ciò che Apple Tv Plus ha prodotto con Shantaram.
Ancor di più dopo aver visto la nona puntata, la quale segna un punto di svolta per molti personaggi chiave, e per la trama stessa.
Lin Ford è un testardo per natura, uno di quelli che, per quanto sbatta la testa contro la realtà, sembra non trarre mai alcun insegnamento. Da questo punto di visa possiamo dire che Karla sia il suo esatto opposto, leccandosi le ferite e tenendo bene a mente i rischi di aprire il suo cuore al mare incerto dei sentimenti.
Il personaggio di Charlie Hunnam, infatti, continua a prendere troppo alla leggera le persone e le situazioni. Lo dimostra il suo atteggiamento scanzonato nei confronti di Maurizio. Il criminale, infatti, è delirante e chiaramente disperato, disposto a tutto pur di uscire da una situazione che mette la sua vita e la sua reputazione a repentaglio.
Lin Ford, tra passato e presente, ha avuto modo di confrontarsi con gli esseri umani più variegati. Tra le sbarre e fuori dalle sbarre, nella sua esistenza ha incrociato la strada con folli prigionieri, hippie tossicodipendenti, gangster e chi più ne ha più ne metta. Un personaggio come quello di Charlie Hunnam avrebbe dovuto riconoscere lo sguardo dissennato di chi è disposto a tutto per aggrapparsi alla vita.
Paura e sconforto sono la chiave della distruzione. Lin, però, è troppo accecato dalla felice libertà per capirlo. Una battuta di troppo e un fare arrogante mettono di nuovo Lin nei guai: un gruppo di spacciatori (mandato da Maurizio) gli è alle calcagna convinti che Lin abbia rubato un bel mucchio di soldi.
Questo episodio, inoltre, ci fa allontanare per un po’ dall’India, trasportandoci direttamente nel quartier generale di Wally Nightingale.
La follia è al centro di questa puntata. Nightingale non riesce a darsi pace, ed è chiaro che non si fermerà fin quando non avrà messo nuovamente le mani su Lin Ford.
Ancora una volta, come un ritornello ridondante, Shantaram gioca a nascondino tra il bene e il male, divertendosi a mischiare le carte e sfumare i confini. Le forze dell’ordine in questa serie sono quasi sempre devote alla corruzione o a metodi poco ortodossi. È un continuo dilagare di torture, sangue e violenza.
Per Nightingale il personaggio interpretato da Charlie Hunnam diventa una vera e propria ossessione. In passato già serie come la citata Sons of Anarchy ci hanno fatto conoscere poliziotti dalla coscienza poco pulita. Mi viene immediatamente in mente Wayne Unser, eppure l’ex sceriffo di Sons of Anarchy aveva una sua forma di morale a differenza del personaggio di Shantaram.
Di Nightingale non riusciamo ad apprezzare proprio nulla, anche se la sua figura ombrosa ci porta inevitabilmente a chiederci quali ferite abbia inferto il mondo su di lui fino a prosciugarlo in questo modo.
Le persone, di ogni rango e nazione, vengono forgiate dal loro passato. C’è chi utilizza le cattiverie come fertilizzante per far sbocciare dei fiori, e chi si trasforma in arido e sterile asfalto. Nightingale appartiene a questa seconda categoria, e non ha nient’altro per cui vivere se non infliggere la stessa sofferenza anche agli altri. Lin Ford, invece, ha la fortuna di trovare Prabu sul suo percorso. La spontanea, onesta e disinteressata felicità di quest’ultimo contagiano il personaggio di Charlie Hunnam e lo migliorano come persona.
Finalmente Lin vede la vita nella sua pura bellezza, germoglia come i fiori nati dal fertilizzante della cattiveria, e contribuisce a sua volta a migliorare gli altri soprattutto la sua Karla.
La 1×09 di Shantaram segna la definitiva apertura di Karla, anche se lo fa a modo suo.
Karla e Lin sono entrambi fuggitivi, ma in senso opposto. Lin fugge perché rincorso da qualcun altro, Karla fugge da se stessa e dai suoi sentimenti. La cattiveria è una veste che le calza stretta, anche se per molto tempo si è illusa di poter anestetizzare cuore e coscienza. Tra un battito e l’altro della malavita di Bombay, Karla decide una volta per tutte di zittire quella parte di sé terrorizzata dai sentimenti. Karla ama e il suo amore prende la forma di una rinuncia. Lei che dal suo appartamento di lusso ha visto la miseria dello slum e la loro esistenza fantasma in una società che si ricorda di loro solo quando c’è di mezzo un brandello di terra edificabile. Tra le sofferenze del colera lei ha visto con i suoi occhi ciò che Lin rappresenta per quella comunità, e non può permettersi di lasciarlo andare via.
Così, su quell’altare immola se stessa e tutto ciò per cui ha lavorato fino a quel momento. Dopo anni passati nell’ombra dei malaffari, Karla ritrova la luce e fa il primo passo verso una versione migliore di se stessa. Nel preciso istante in cui bussa alla porta di Kavita per offrirle un accordo, Karla decide di non voler diventare asfalto, ma di investire il suo passato di sofferenze affinchè un giorno da questa nascano dei fiori.