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Sky Rojo 3: il momento in cui ti chiedi perché 1899 sia stata cancellata dopo una sola stagione

Sky Rojo
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I creatori di Sky Rojo, la Serie Tv Netflix adesso giunta alla terza stagione, sono gli stessi de La Casa de Papel: decidete voi se questo sia un bene o un male. Insomma, lo sappiamo: la Serie Tv spagnola è diventata un vero e proprio fenomeno mondiale, un cult di cui alla fine si è sempre parlato, bene o male poco importa a questo punto. La Casa de Papel ha infatti raggiunto il suo obiettivo diventando un fenomeno di massa, un prodotto che si perdona nonostante tutti gli errori, il trash, le scelte senza senso. Sky Rojo, come dicevamo, condivide la stessa penna di questo fenomeno mondiale, ma non ne condivide la sua stessa iconicità. Bizzarro, forse perfino fastidioso. Chi conosce la prima opera di Alex Pina guarda infatti con una certa diffidenza il modo in cui Sky Rojo cerca parzialmente di assomigliarle, l’estrema presunzione di poter essere la nuova Casa de Papel ma con una nuova trama. Alex Pina cerca di fare lo stesso gioco che ha fatto con la sua opera più fortunata, ma alla fine le forzature si vedono tutte e lasciano che Sky Rojo diventi il prodotto Netflix che ci fa chiedere per quale motivo ottenga un rinnovo mentre altre Serie Tv più promettenti vengono fatte fuori dopo solo otto puntate.

Sky Rojo è tornata con una terza stagione che non lascia spazio ai dubbi e che per l’ennesima volta rimette in scena eventi e situazioni già abbandontemente vissute e viste nelle due precedenti stagioni. Ma il punto più basso viene toccato già durante la prima puntata

Sky Rojo (640×360)

La terza stagione di Sky Rojo riprende in la stessa struttura che abbiamo già ampiamente visto in altri casi. La pace regna sovrana, e le tre protagoniste possono finalmente ricominciare da capo la loro vita. Nuove opportunità sembrano infatti attenderle alla porta e il passato ora non sembra più una minaccia. Il loro ex protettore, l’uomo da cui fuggono e da cui pensano di essersi liberate, non sa dove siano e questa certezza permette alle protagoniste di cominciare a pensare alla loro vita come persone, e non più come fuggitive. Le relazioni sentimentali che costruiscono durante la prima puntata della terza stagione sembrano l’ennesima conferma della loro voglia di ricominciare tutto da capo, e il loro nuovo stile di vita ne è la prova evidente. Ma già durante la prima puntata il dramma bussa all’orizzonte, e lo fa attraverso un espediente narrativo che abbiamo già visto all’interno de La Casa de Papel.

Gina chiama infatti la propria madre a Cuba, ma la chiamata viene intercettata dall’ex protettore. Il dramma della stagione viene così alla luce attraverso lo stesso mezzo che abbiamo già visto all’interno de La Casa de Papel nel momento in cui Rio e Tokyo, attraverso una chiamata, si fanno beccare perché intercettati. Questo è, in sostanza, la prima di tante similitudini che (purtroppo) lega le due serie e che ci fa chiedere: Alex Pina sta forse finendo le idee? Ha nostalgia de La Casa de Papel e allora cerca di utilizzare gli stessi ambiziosi espedienti narrativi? Cos’è che esattamente sta cercando di fare? Perché se le sue intenzioni sono quelle di ricreare il successo della vecchia serie, è necessario dire che l’obiettivo non è stato raggiunto neanche con questa mossa e neanche con questa terza stagione.

Sky Rojo è una serie che, nonostante sia giovane, sembra già invecchiata male. Nonostante l’argomento portante sia interessante, la serie non riesce a imporsi come un prodotto da prendere sul serio, e il trash in questo senso conta ben poco. La Casa de Papel era caratterizzata dalla stessa “macchia”, ma riusciva comunque a presentare una storia che ha saputo diventare iconica nonostante tutto, una storia caratterizzata da personaggi che avevano delle personalità strutturate, dei segni identificativi che facevano sì che noi li riconoscessimo, ma tutto questo in Sky Rojo è purtroppo completamente assente. I personaggi sono infatti estremamente stereotipati e limitati a dividersi tra buoni e cattivi, ma diventando di fatto una caricatura di se stessi. L’ex protettore non risulta infatti credibile, e perfino il suo aberrante e deplorevole odio nei confronti delle ragazze viene per un attimo messo in secondo piano a causa della pochissima credibilità. Insomma, è proprio lui – insieme a tutto il resto – a ricordarci che ciò che stiamo guardando è tutta una finzione, una caricatura, un’opinabile messa in scena.

Sky Rojo (640×360)

Sky Rojo non ha mai avuto grandi idee, ma per andare avanti in questa terza stagione ha deciso di utilizzare schemi già visti e situazioni già affrontate, dando il via a una nuova battaglia tra le tre protagoniste e l’ex protettore. Sky Rojo ha dunque deciso di continuare la propria narrazione nonostante il lieto fine della seconda stagione – che poteva diventare un finale definitivo – e le pochissime (se non nulle) idee rimaste. Decisione rivedibile, quella di Netflix.

Qualche settimana fa abbiamo infatti salutato definitivamente 1899. A causa dei suoi costi elevati Netflix ha infatti deciso di mettere un punto alla storia, lasciando a bocca aperta tutti gli abbonati. Sky Rojo è certamente una Serie Tv che in termini di costi non ha alcun paragone con la dispendiosa 1899, ma in comune non ha neanche la qualità. Eppure continua ad andare avanti, a raccontare una storia che copia e incolla ciò che vede in giro, e poi cerca di simularlo lasciandoci con un grande senso di vuoto. Non riavremo indietro ciò che abbiamo perso ma rimpiangerlo, di fronte a un rinnovo così vuoto e privo di spessore, è il gesto più naturale che possiamo mettere in atto. L’unica cosa che ci è concessa mentre salutiamo l’uscita dagli schermi di una grande serie e ne accogliamo un’altra che purtroppo non può essere definita nello stesso modo. E che per di più è andata avanti per ben tre stagioni.

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