ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER sull’ottavo episodio di Snowpiercer 3.
“Quando tutto va male, forse si sta mettendo per il verso giusto.” Le parole di Asha (Archie Panjabi), voce narrante e personaggio centrale di questa puntata di Snowpiercer, risuonano come l’eco di una nuova speranza. Non sono solo una piccola anticipazione sul destino che la attenderà negli ultimi minuti, ma anche una promessa per gli spettatori della serie. Un voto che chiede la loro fiducia fino alla fine, che li invita ad attendere la conclusione di questa stagione per rimettere finalmente ordine tra le numerose fila narrative e per dare delle risposte alle mille domande che li hanno assillati finora.
In un episodio costruito con una struttura che sa creare il giusto coinvolgimento nel pubblico, ci si allontana per un attimo dai binari prestabiliti e, di conseguenza, ci si allontana dal nuovo Eden per rincorrere un’altra (e forse più concreta) possibilità. L’ipotesi che Joseph Wilford aveva lanciato come una bomba su Alex alla fine della scorsa puntata (qui la nostra recensione), potrebbe rivelarsi corretta, ed è dunque verso le tracce del passaggio di Melanie che lo Snowpiercer, lungo 1029 carrozze, si dirige a passo spedito. Ma a bloccare il suo passaggio ecco la prima difficoltà: una nebbia tossica lunga chilometri che è necessario affrontare se si vuole procedere nella direzione della speranza.
Una nebbia color del sangue e che da un certo punto in poi entra nella locomotiva eterna non solo con le sue inquietanti sfumature.
In un episodio che inizia all’insegna della vita, con il verde che caratterizza la stazione agricola e che in qualche modo simboleggia anche la speranza dei cittadini dello Snowpiercer nei confronti del nuovo Eden, per una volta i colori si invertono e quelli caldi che all’inizio della stagione identificavano le migliori condizioni dei passeggeri del treno pirata, ora passano a rappresentare il loro esatto contrario. Da un certo punto in poi, ogni angolo della locomotiva eterna si tinge di rosso e tutto sembra sprofondare in un inferno senza via d’uscita. Con un meccanismo che ormai conosciamo fin troppo bene e che per questo ci ha coinvolti ancora di più nella puntata, tutti i passeggeri vengono invitati a mettersi al riparo chiudendosi in una stanza, almeno finché il pericolo non sarà scongiurato.
E ancora una volta, Snowpiercer si serve di una fotografia che parla da sola, e che nel farlo diventa specchio dei continui e inaspettati cambiamenti di un paesaggio che si muove silenzioso sullo sfondo del treno. I colori sono il filtro attraverso cui gli abitanti della locomotiva eterna possono osservare l’esterno, il loro unico collegamento con ciò che li attende al di là di quell’immensa distesa di neve. Anche in questo caso, la serie di TNT sa sfruttare le sue sfumature per raccontare una storia di sopravvivenza e sa utilizzare i contrasti che queste creano per far aumentare o diminuire la tensione nel pubblico.
Così Asha chiude il cerchio della propria storia, dimostrando con il suo sacrificio che in realtà, anche quando tutto sembra andare male, forse ogni cosa si sta muovendo per poi fermarsi nel posto giusto, perché grazie al coraggio da lei dimostrato nel momento peggiore ha contribuito a salvare gli altri e a indirizzare i loro destini verso l’unica persona che potrebbe rappresentarne la vera salvezza: Melanie.
Eppure, Snowpiercer 3 x08 non porta sullo schermo il nobile ma gratuito sacrificio di Asha, perché il suo ha il sapore di un percorso di redenzione.
Se quello che avevamo avuto modo di vedere nella scorsa puntata aveva avuto per protagonista Layton e si era svolto nei suoi incubi, questa volta nelle scelte di Asha non c’è nulla di astratto. Lei, così come Bess (su cui finalmente si riesce a puntare un po’ più lo sguardo), deve chiedere scusa ai fantasmi e agli spettri di tutti coloro a cui ha tolto la vita; deve implorare perdono alle anime che la tormentano da anni. In quest’ottica si inserisce e si giustifica il suo gesto estremo, volto a garantire la sopravvivenza di persone che ama e in cui ripone la propria fiducia.
Il passato di Bess, invece, torna come ombra dovuta ai fumi dell’alcol, come senso di colpa nascosto tra le pieghe di una divisa che non indossa più, e sebbene fino a questo momento non si sia fatto alcun accenno al suo rapporto con la se stessa della prima stagione e quindi con la se stessa dei primi anni dello Snowpiercer, ora sembra doverne pagare le conseguenze. A offrirle un approdo sicuro è Audrey, capace di farsi largo nella mente delle persone con dolcezza, dimostrandosi in realtà l’opposto di quell’uomo che con forza e violenza è entrato nella sua.
Tra le due donne c’è un intenso e delicato momento di comunione, che non si traduce in un atto fisico (probabilmente nocivo per lo sviluppo di entrambi i personaggi) ma si sublima in gesti di inaspettata tenerezza, fatti di abbracci, carezze e conforto. D’altronde, in una situazione di pericolo come quella affrontata dai protagonisti, è inevitabile rifugiarsi nell’affetto dei propri cari, come abbiamo avuto modo di scoprire anche noi negli ultimi due anni. E quando questa componente viene meno, non resta che cercare sollievo in ciò che di più simile alla famiglia si ha a disposizione.
Nel complesso, Snowpiercer 3 x 08 ci ha regalato un episodio commovente e non per questo privo di azione. Anzi, la curiosità del pubblico è all’apice e l’escalation di tensione verso la risposta alla domanda “Melanie è ancora viva?” procede spedita, perché dal cliffhanger con cui la puntata si chiude è facile intuire quale sarà l’argomento della prossima. Ma è anche facile intuire che la dottoressa Headwood ha ancora qualcosa da nascondere e che si è servita dell’insana follia di L. J., nonché del suo nauseante provare piacere nel dolore, per portare avanti il suo scopo.
Solo alcune incongruenze fanno storcere il naso agli spettatori di Snowpiercer 3 e li spingono a porsi altre domande. Se in una delle inquadrature iniziali le sostanze filtrate dall’esterno nella stazione Agricola hanno inevitabilmente fatto marcire e appassire le piante, come possono esserci ancora delle piante integre e utilizzabili in quella stessa carrozza che fino a poco prima era stata piena di aria velenosa? Nel prossimo episodio si vedranno le conseguenze di questo contrattempo oppure la questione verrà lasciata irrisolta? Asha poteva avere ancora qualcosa da offrire alla serie o la sua è stata un’uscita di scena necessaria?