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Snowpiercer 3×01 – Recensione: c’è sempre un’opzione migliore

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ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER sulla prima puntata di Snowpiercer 3.

Sono passati sei mesi dagli ultimi episodi della seconda stagione, quando Layton, Alex, Ben, Bess e Josie hanno scelto di inseguire con tutte le proprie forze la speranza. Sei mesi da quando hanno deciso di guidare rapidi per trovare finalmente le prove di un cambiamento climatico che permetta ai sopravvissuti dello Snowpiercer di tornare ad abitare la Terra, un tempo florida e verde, ora ridotta a un’immensa distesa di ghiaccio e rovine. Così, il primo episodio di questa nuova stagione si divide in due, da una parte mostrando la disperata ricerca di qualcosa in cui credere, dall’altra dando modo al pubblico di osservare con i propri occhi le conseguenze dei tentativi del Signor Wilford di soggiogare i passeggeri e dominarli con il proprio folle desiderio di potere.

Le 1023 carrozze rimaste dello Snowpiercer, nate dall’unione del treno principale e della Big Alice si muovono lente, all’inseguimento dei dieci vagoni di testa dello Snowpiercer sui quali viaggiano Layton e i suoi, in fuga da Wilford come un treno pirata, in cerca di un solo briciolo di speranza a cui aggrapparsi per non cadere nel baratro della disperazione e della resa. Quindi, come la lepre e la tartaruga che danno il titolo alla puntata, i due treni si rincorrono nella neve, l’uno al freddo, sotto il comando di un uomo privo di scrupoli che gioca a fare Dio, l’altro al caldo, guidato dall’ultimo punto di luce e buon senso, che si batte per rendere reali i sogni di quanti sono intrappolati sul treno con Wilford e rischiano la vita ogni giorno.

Sì, perché la componente politica che ha reso tanto speciale questa serie è presente anche in Snowpiercer 3.

Ruth, Pike e gli altri Fondai non hanno mai smesso di avere fede nel loro leader, nell’uomo che aveva promesso loro una rivoluzione e che gli ha dimostrato di voler lottare per qualcosa di più grande. La Resistenza non ha dimenticato i veri motivi della rivoluzione, si nasconde sullo Snowpiercer e agisce nell’ombra, mordendo silenziosamente e senza essere vista la coda alla tartaruga, sperando di tenerla occupata e distrarla mentre la lepre fugge veloce e cerca di tornare con delle buone notizie. Nel treno, ora, non esistono più classi sociali, tutti fanno parte di un’unica classe, quella operaia, e questo a Wilford sembra momentaneamente non importare. I conflitti avuti con Layton nel corso della seconda stagione non hanno fatto altro che inasprire il suo carattere e rendere, se possibile, ancora più insana la sua follia.

Continua l’inseguimento dello Snowpiercer convinto di poter dimostrare ancora una volta che nessuno può mettere in discussione la sua autorità, e che lui è l’unico in grado di ristabilire l’ordine. Quando il treno sarà riunito e gli avversari messi a tacere una volta per tutte, con le loro inutili e fastidiose speranze, Wilford potrà finalmente disperdere il caos e ridare vita alla prima classe. Riuscirà a ricreare la gerarchia che tanto ama, di cui lui è la testa e il cuore pulsante. Ma Layton ha insegnato alla popolazione dello Snowpiercer a distinguere una manipolazione, ha reso capace la Resistenza di combattere per ciò in cui crede, per la fede e la libertà, per l’uguaglianza e la giustizia e, soprattutto, ha dimostrato loro che razza di uomo è l’ideatore del treno.

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Eppure, i due treni di Snowpiercer 3 hanno bisogno l’uno dell’altro, e così le persone che vi sono a bordo hanno tutte bisogno di entrambi per poter sopravvivere.

Il parallelismo tra i due treni viene costruito attraverso un gioco di cambi scena che mostrano le difficoltà incontrate da Layton e dalla sua squadra nelle loro ricerche di campioni di neve e quelle incontrate da Ruth, Pike e gli altri della Resistenza, terrorizzati all’idea di essere scoperti e puniti da Wilford, ma disposti a tutto pur di non cedere alla sua malvagità. A dominare, nelle prime, sono i colori caldi di una fotografia che cerca di riprodurre il tepore delle temperature del treno pirata, mentre, a bordo delle 1023 carrozze dello Snowpiercer  è una fotografia che privilegia i toni freddi a governare la scena, e a ricordare allo spettatore non solo che i passeggeri rischiano di morire congelati se i dieci vagoni di testa non si riuniscono al resto del treno, ma anche che il clima che si respira all’interno degli spazi controllati da Wilford è decisamente teso.

Tornare verso di lui non può essere l’opzione migliore. Eppure, Alex teme per un secondo che Audrey possa aver ragione, che riagganciare i treni possa essere l’unica soluzione per sopravvivere, che la ricerca di Melanie sia solo un buco nell’acqua e una perdita di tempo. Ma darla vinta a Wilford  NON è una scelta contemplata, e a dimostrarlo è la piccola fiamma della speranza accesa, ancora una volta, da Layton. Infatti, attraverso un crescendo di tensione legato alla scarsa autonomia delle tute che permettono di uscire al gelo, Andre rischia tutto per portare in salvo Ben, e in compenso riceve qualcos’altro. In un vecchio edificio, seppellito ormai da anni sotto la neve, c’è una donna ancora viva. Potrebbe avere informazioni, notizie o, almeno, agli occhi dei passeggeri del treno pirata, è l’incarnazione di tutte le loro speranze, ma anche delle loro peggiori paure.

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La prima puntata di Snowpiercer 3, serie messa in onda inizialmente su TNT e poi distribuita da Netflix, con la giusta dose di tensione, contrasti e parallelismi, nonché colpi di scena (come le inquadrature finali, le quali lasciano intendere che Wilford e i suoi scienziati stanno conducendo qualche tipo di esperimento su Zarah e il suo bambino) prepara il terreno per qualcosa di nuovo. Gli spettatori iniziano a porsi delle domande, vengono attirati nel vortice di questa nuova stagione con curiosità e interesse, sia di scoprire quale sarà effettivamente il destino di alcuni personaggi, tra cui Melanie (di cui ancora non sembra esservi traccia, ma nemmeno alcun segno evidente che possa confermare la sua morte), sia di capire fino a che punto Wilford si impegnerà per consumare la propria vendetta nei confronti della Resistenza.

D’altronde, un personaggio così intrigante ma disturbato, capace di entrare nella mente delle persone facendosi largo con il sangue attraverso le ferite e le debolezze del corpo, ha già mietuto molte vittime (Audrey, Kevin, il povero Javi). Il regime del terrore che ha messo in piedi sullo Snowpiercer, però, non può durare per sempre e soprattutto non deve assolutamente, e per nulla al mondo, essere l’unica opzione possibile.

Non resta che attendere una settimana per la prossima puntata di Snowpiercer 3.

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