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Snowpiercer 3×07 – La Recensione: è davvero possibile spezzare il ciclo?

Snowpiercer 3
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ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER sulla settima puntata di Snowpiercer 3.

Siamo di fronte a un episodio capace di rispondere a molte delle domande che hanno assillato senza tregua gli spettatori da quando la terza stagione è cominciata. E tutto (o quasi) sembrava essere sepolto, sotto strati di ricordi perduti, nella mente di Andre Layton. In 45 minuti, una fotografia dai colori caldi, patinata, quasi opaca, ci trasporta in un incubo più realistico che mai, dove le paure e i dubbi dell’ex Fondaio prendono vita e gli impediscono di raggiungere la sua meta.

Nella scorsa puntata, Andre aveva sconfitto il suo avversario confidando nelle vecchie tradizioni fondaie e così, dopo essere caduto in coma durante la veglia per il corpo di Pike, finisce in un oscuro corridoio dal quale Josie, Zarah, Bess e gli altri temono non riesca più a uscire. Ma il suo viaggio assume i tratti di un percorso di espiazione per le colpe commesse e di ricerca di conferme per le sue teorie.

Instaurando una serie di parallelismi tra l’aiuto dei personaggi reali e quello che gli offrono i loro alter ego onirici, l’episodio sembra muoversi su due binari paralleli che rappresentano in questo caso realtà e sogno, bugia e verità, freddo e caldo. Quella stessa verità che Andre continua a non voler vedere. Così, Layton ripercorre lo Snowpiercer del proprio incubo a ritroso dalla prima classe al Fondo, perché tutto può avere fine solo dove ogni cosa ha avuto inizio.

Snowpiercer

A rappresentare perfettamente la ciclicità dell’episodio e, soprattutto, della vita in sé c’è l’Uroboro.

Nel sogno, l’Uroboro suggerisce a Layton che lo Snowpiercer è un cerchio senza fine, un enorme serpente che si morde la coda, che continua a strisciare rapido sui binari ghiacciati del mondo come in un loop eterno dal quale non c’è via di uscita, e che, a dispetto delle sue buone intenzioni, dei suoi progetti e delle sue speranze, non potrà mai essere abbandonato. L’inizio e la fine di ciò che rimane dell’umanità sembrano essere incarnati dalla locomotiva eterna che, come la morte nell’indovinello, rappresenta passato, presente e futuro di ciò che resta dell’uomo. I timori di Andre si fanno carne, assumono volti, nomi e storie, lo afferrano per mano e conducono il suo sonno irrequieto; spiriti che gli preparano la strada verso l’oblio.

Tra rimandi, connessioni e dettagli, Layton scopre l’inutilità delle sue battaglie, la futilità delle morti avvenute sulla locomotiva di Wilford. Ultima quella di Pike, che qui assume la forma di un prete e incarna in qualche modo quell’impellente necessità di essere perdonato di cui Andre ha bisogno. Allo stesso modo, ad attendere il personaggio interpretato da Daveed Diggs alla fine del treno, dove tutto ha avuto inizio, è un personaggio che racchiude in sé i concetti di inizio e di fine. Liana è un nuovo principio per Layton e Zarah, è una nuova speranza per i cittadini dello Snowpiercer, e in quanto speranza rappresenta anche la fine di ogni dolore e di anni di soprusi. Ed è significativo che Andre incontri sua figlia per ultima nella locomotiva, perché il suo giudizio è quello che teme di più. È a lei che sente di dovere delle scuse, più che a chiunque altro. Come può pensare di meritare il suo amore dopo tutti gli errori che ha commesso?

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E ancora una volta, la risposta è nel binomio vita-morte di cui l’Uroboro è simbolo in Snowpiercer 3 x07 e nel ciclo eterno che sembra impossibile spezzare.

Atmosfere affascinanti ma inquietanti, ritmi latini e particolari esotici che sanno di Orient Express e che permettono di variare e staccare un po’ la spina dalle solite temperature glaciali dello Snowpiercer. Questa è una puntata che scalda non solo per il suo viaggio nell’intimità di uno dei personaggi principali (e dei migliori della serie), ma anche per la sua decisione di offrire al pubblico spiegazioni alle domande che lo assillavano. Come ha fatto Layton a vedere in sogno il Nuovo Eden, un posto di cui non avrebbe dovuto poter avere memoria? È proprio in un cassetto blindato del suo inconscio che si trova questa risposta. Non c’è nessun nuovo Paradiso Terrestre e, ancora una volta, l’equilibrio precario dello Snowpiercer si regge in bilico su un’enorme bugia.

Le visioni di Layton non sono altro che ricordi rimossi, dettagli dimenticati senza più un padrone, immagini di un passato che non esiste più e che ora lascia solo spazio allo sconforto. Le illusioni di cui Andre si era alimentato come unico modo per giustificare le proprie azioni sono solo fumo nero tra le sue dita.

Dopo essersi svegliato, Layton è pietrificato dagli sbagli commessi, privato anche di quell’ultimo ingannevole barlume di speranza. Speranza che, di contro, sembra regnare nell’atteggiamento di Wilford e nelle parole con cui si chiude questo affascinante episodio. Che questo possa anticipare forse un nuovo ribaltamento nella politica interna alle 1029 carrozze dello Snowpiercer?

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Ormai i fan della serie lo sanno, la mente di Joseph Wilford non finisce mai di lavorare, anche nei momenti di debolezza. Il capo macchinista non ha mai smesso di sentire i movimenti del treno, di ricordarne le soste, le pause, i blocchi, anche quando le carrozze del treno pirata che si sono ricongiunte al resto a inizio Snowpiercer 3 erano separate e lontane dalla maggior parte dei cittadini. Wilford ha sempre cercato di rintracciare i suoi nemici per sorprenderli, ma non riesce però a sorprendere lo spettatore con la sua ultima scoperta.

Il pubblico aveva riposto la propria fiducia fin dall’inizio della stagione nella possibilità che Melanie fosse ancora viva, ed era sempre stato motivato in questo anche dal fatto che, finora, non vi era stato alcun segno della sua effettiva dipartita. Ora, anche Wilford sembra essere convinto della possibilità che la madre di Alex, in qualche modo, possa essere sopravvissuta a un mondo ostile per tutto questo tempo, e noi fatichiamo a credere che dietro i suoi recenti atteggiamenti accondiscendenti non si celino altre intenzioni.

Nel complesso Snowpiercer 3 x07 si è rivelato un episodio avvincente, pieno di simbolismi, e carico di significati nascosti, oltre che un’ottima occasione per riscoprire e consolidare i legami tra i personaggi principali, come nel caso di Josie e Zarah, due donne forti unite dall’amore per Layton e da una splendida maturità emotiva.

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